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Commento 308 di Arch. Franco Poli del 15/04/2003


E' drammatico, l'articolo segna la morte dell'Architettura, unica speranza "dobbiamo incontrarci", per rifondare una nuova Architettura.
L'Architetto, a mio parere, ha rappresentato nella stroria dell'umanit un'interprete delle culture dominanti, quindi nell'essenza di tali classi si sviluppava la spinta vitale della composizione architettonica. Oggi il tessuto della nostra societ composito e mutevole e non permette, escluse rare eccezioni, l'affermarsi di tradizioni e dei simboli "architettonici" che le possano rappresentare.
Anche l'Urbanistica, mio amato interesse, ha subito la stessa sorte ed in quanto pi giovane, come scienza codificata, morta fanciulla.
Sarebbe grave mancanza non considerare per che i principali colpevoli del disastro sono proprio gli Architetti, che non hanno saputo evolvere il proprio ingegno e la propria opera al divenire degli eventi, con l'arroganza di costituire autonomamente guida e riferimento per lo svluppo dell'haditat umano, ora edifici, ora citt, ora territorio .
Bisogna prima gurdarsi e poi vedersi, nello spirito di un'azione concertata e coordinata dell'uniteriat intellettuale dalla cultura del progetto. Primo fondamentale passo la riformulazione delle regole che sovrintendono il costruire ed la trasformazione del territorio: leggi, regolamenti, piani urbanistici ed ambientali avvizziti in una caotica successione di provvedimenti settoriali dal 1941 ad oggi.
F.P.

P.S. Vi invito a visitare il sito in costruzione "www.poliarch.it

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