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Ci sono 22 commenti relativi a questo articolo

Commento 508 di Paolo marzano del 19/11/2003


Chi ha architetture per intendere
di Paolo Marzano

Colgo lo scritto di Guidu Antonietti su Antithesi e su Channelbeta riguardo la vendita della Farnsworth House di Mies van der Rohe, il 12 dicembre 2003 da SOTHEBY'S a New York.
Il 1946 la data di quest'intuizione che ha fatto balzare in avanti la ricerca architettonica, consegnata poi nel 1951 al Dr.Farnsworth. Nelle vicinanze delle rive del Fox River a Plano a est di Chicago negli Stati Uniti.
Esempio di leggerezza strutturale capace di contribuire alla ricerca architettonica pi di tante parole e di mille esempi, dando una visione reale, di quell'elemento che ancora oggi si fa fatica a spigare: lo spazio. Pensiamo a come potrebbe diventare se venisse ridefinita come meta (magari spostandola in un altro sito come il Padiglione di Barcellona del '29) per diventare una 'sosta architettonica', inserita in un circuito mondiale di una 'pomenade architectural'. Ogni studente potrebbe vederla, osservarla, contemplarla per assorbirne la confluenza energetica di cui intrisa. Nel mare di esempi ormai considerati 'minimali', ritengo sbagliato destituire dalla sua enorme capacit progettuale, la Farnsworth House. Essa nello stesso tempo l'evoluzione cristallizzata di un luogo, un' opera aperta che didatticamente pu convalidare nuovi percorsi e inoltrarsi nello studio dello spazio progettato. Qualche fondazione illuminata, per la salvaguardia dei capolavori o qualche gruppo finanziario si renda filantropicamente conto del valore storico soprattutto culturale e sociale di questo capolavoro dell'architettura. Sono d'accordo sulla scelta di aROOTS nel farla diventare un sito virtuale, ma ritengo la virtualit 'un ambito' mutante che scivola e fluttua tra idee concrete e lavora per realizzarle. Se invece di un oggetto rimane l'immagine virtuale e non si riusciti a far niente per l'oggetto reale che contenitore e contenuto, dello spazio (inteso come relazione), allora c' ancora tanto da lavorare, per non vivere tristi e povere 'simulazioni di annunciate assenze'.


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Commento 510 di Guidu Antonietti del 19/11/2003


Gentile Paolo Marzano
Grazie per il commento !

Avant dtre rel lArchitecture est dabord virtuelle !
Et cela bien avant lInternet .
Celle de Etienne Louis Boulle :
http://expositions.bnf.fr/boullee/indexpo.htm
a t essentiellement virtuelle !
Avant laire lectronique on la disait de papier !
Celle de Mies, virtuellement est celle que porte tous les Architectes ,
rellement celle quil est encore lordre du jour de promouvoir
Sauf si lon considre que seul le style est lArchitecture .
Et dans ce cas l on est moderne , post-moderne , constructiviste , deconstructiviste ,ou cyberarchitecte ,ou ?

Est Architecte rel , celui qui construit , et alors nous sommes peu nombreux! Et innombrables sur le Web !

L'Internet est un trou, un rseau transparent, une pnombre, un jeu de lumires. On navigue sur le nant, pixel d'une neige incandescente, d'un nombre sans ombre, du temps sans espace, dans l'espace, tant on prend le temps...
Nous sommes les esclaves de notre clavier ergonomique et nous sommes fiers de pouvoir ainsi survivre... en coutant l'un, conscient de l'autre, dans le nant de l'infini, le nez au vent, comme sous les auvents du temps, de temps en temps !

Une poque comme la notre qui empche les Architectes de dire ce quils ont a dire est une poque rgressive! Elle a dtruit plus quelle n a construit! Pire elle a construit des camps de concentration

Le web permettra-t-il dinverser ce funeste processus ? Je l espre et j en doute !
Les vnements rcents en Irak ( que antiTheSi a justement relater ) me disent le contraire .

Virtuels, rels, Architectes citoyens conscients, nous devons tre !

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Commento 513 di Claudio Compagnucci del 22/11/2003


Per anni Architetti e critici si sono battuti per conferire dignit ad opere architettoniche cercando di porle sul medesimo livello delle altre arti.
Giusto, giustissimo, larchitettura seppur considerata meno "artistica" rispetto alla pittura, la scultura o la poesia merita comunque di far parte di questo entourage.
Ora dopo tante battaglie cosa accade: Come un quadro di Picasso un edificio simbolo dellarchitettura moderna viene messo allasta. Sothebys, il colosso statunitense delle aste miliardarie, vender la Farnsworth House del maestro Mies Van Der Rhoe il 12 dicembre.
E nato un caso, fortunatamente, e c chi cercher anche solo inizialmente di portarla via da mani inconsapevoli.
Lopera, il cui valore storico-artistico indiscutibile, tanto da essere considerata una dei pi importanti edifici del nostro secolo, non gode incredibilmente della "protezione" assicurata solitamente ad altri edifici architettonicamente di rilievo. La causa di questo la relativa giovinezza delledificio che non gode, dunque, del diritto di "protezione" che le spetterebbe.
Non da escludere infatti che la villa possa essere smontata e rimontata in un altro sito, attivit non fuori dal comune negli Stati Uniti, evento che snaturalizzerebbe le motivazioni che hanno portato Mies a pensare a spazi di quella straordinaria qualit. Spazi che non si possono capire, spazi che devono essere vissuti per essere compresi.
Ci auguriamo che gli sforzi del proprietario e dello Stato dellIllinois, intenzionato allacquisto della villa, tesi alla conservazione dello stato attuale dellopera, vadano a buon fine. E magari, come intenzione dellAmministrazione Locale, possano trasformare la Casa Farnsworth in una meta turistica per gli studenti di tutto il mondo che vorranno capire ci che a parole non si pu spiegare. LO SPAZIO!

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Commento 516 di Paola Ruotolo del 25/11/2003


Vorrei che il testo del mio breve messaggio riguardante la vendita all'asta della Farnsworth House pubblicato ieri in European Art Magazine fosse disponibile a chiunque voglia diffonderlo.
Spero che tutto questo sia utile ad aumentare la movimentazione delle informazioni in proposito e l'ampiezza di reazione e di slancio operativo da parte di architetti e/o cultori della buona architettura.
Less is more.
Lo diceva Mies van der Rohe, ma certo non avrebbe immaginato una simile beffa del destino: la Farnsworth House stata messa all'asta. Deadline: 12 dicembre 2003.
Leggiamo che la Farnsworth House di Mies van der Rohe sar venduta all'asta il 12 dicembre 2003. Scorriamo velocemente le righe degli articoli in proposito, per capire come questo possa essere successo, proprio non ce lo spieghiamo, anche se non la prima volta che un capolavoro dell'architettura moderna viene messo a repentaglio. Ripetiamo nella nostra mente: Caspita proprio vero, su tutti i magazine di architettura!, quasi come se qualcosa dentro di noi si rifiutasse di prendere atto dell'evidenza. Che peccato! pensiamo, la nostra coscienza indugia per qualche secondo su quello che ha appena appreso, ma io che ci posso fare?! chiede a se stessa e, dopotutto, solo a se stessa deve rendere conto. Il cellulare s'illumina e comincia a squillare, guardiamo il display per vedere chi , pulsante verde, yes, ok, via libera, s, on air: molto pi facile rispondere ad una telefonata e ricadere nei nostri affanni quotidiani nel giro di un attimo.
La cosa pi bella di internet la velocit con cui pu viaggiare un'informazione e l'incredibile diffusione che pu avere: questa frase quasi ovvia nasconde un gap invalidante per la reale funzionalit di un mezzo di comunicazione.
L'interattivit spesso sottintesa come presupposto indispensabile a quest'affermazione, ma forse bisogna essere pi espliciti e dire che la cosa pi bella di internet coglierne l'immensa libert, la grande potenzialit di azione.
Eppure non un passaggio diretto, automatico, immediato.
L'interfaccia la nostra volont, l'unica bacchetta magica che accende realmente le molteplici connessioni a nostra disposizione.
Qualcosa aROOTS l'ha fatta: ce ne informa Guidu Antonietti in Antithesi, vivace giornale di critica dell'architettura on line, riferendoci che la Farnsworth House sar presto la sede sociale di aROOTS. Virtualmente, s'intende Su Internet tutti i sogni sono possibiliLa passione per l'architettura che ispira gli amministratori di questo sito libero e gratuito autorizza a presentare un'offerta anche soltanto di un euro La fortuna in un clik ! Grazie aROOTS.
E allora, dimentichiamo tutti i nostri ma io che ci posso fare?!, spesso forieri di ostacoli fittizi, armi di distrazione di massa.
Non abbiamo scusanti, nemmeno la timidezza, internet ci rende pi leggeri, ci libera dalla forza di gravit, annulla le distanze in tutti i sensi.
Se solo mandassimo personalmente un messaggio sull'argomento ad architetti e/o cultori della buona architettura (li abbiamo nelle nostre mailing list, disponibili in un click), avremmo gi fatto un passo, se pur minimo, che testimonia del nostro esistere.
Insomma, dopo tante apprensioni sulla strada che l'architettura contemporanea deve prendere, sarebbe davvero un controsenso girarsi dall'altra parte
Nel migliore dei casi la Farnsworth House sar smembrata e ricomposta in altro luogo, come un lembo di spazio da trapiantare chirurgicamente.
Deadline, mi viene in mente questa parola cos calzante, mentre i giorni passano.
Less is morema fino ad un certo punto.

Ecco i links per approfondire:
www.b-e-t-a.net...
www.aroots.org...
perso.wanadoo.fr...

Paola Ruotolo www.eartmagazine.com

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Commento 521 di Alessio Blanco del 27/11/2003


"Vidi una volta i proprietari d'una tale dimora vacillare sull'orlo dello smarrimento dei sensi a causa di tutto quel biancore e leggerezza e sottigliezza e pulizia e nudit e levigatezza. Bramavano disperatamente un antidoto, qualcosa che desse intimit e colore. Tentarono di sommergere i sof, rigorosamente candidi, sotto una valanga di cuscini di seta dai colori pi ribelli e festosi immaginabili, dal magenta al rosa al verde tropicale. Ma l'architetto torn (torna sempre, come un assassino sul luogo del delitto) e implacabile li redargu, li svillaneggi e fece sparire quelle care cosine multicolori." Tom Wolfe, Maledetti Architetti, 1981
Da architetti progettiamo l'abitazione come espressione architettonica dello spazio ma siamo incapaci di cogliere gli aspetti del micro-territorio domestico. D'altra parte nelle facolt di architettura ci hanno sempre insegnato a progettare abitazioni, non case.
E' evidente che l'essenza della casa ci allontana dalle propriet fisiche dell'abitazione. La casa uno stato mentale che integra immagini e ricordi, identit e intimit, desideri e paure, passato e presente.
Ci sono solo tre parole per descrivere questo scontro ancora aperto: HOME VERSUS HOUSE
E di sicuro la Farnsworth House di Mies, come dice il termine, solo una HOUSE

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Commento 526 di Paolo Marzano del 29/11/2003


Casa Farnsworth, un'architettura 'valutata', altre notizie per saperne di pi.
Il 12 dicembre 2003 prevista la vendita all'asta di uno dei capolavori del maestro tedesco Ludwig Mies van der Rohe. No, non si tratta di una frase ad effetto che nasconde chiss quale trovata pubblicitaria, siamo proprio di fronte ad una vera e propria vendita al maggior offerente di un'architettura.
L'elegante struttura che testimonia una ricerca ricca di spunti e novit per quanto riguarda lo studio di possibilit espressive architettoniche, verr 'valutata', venduta, acquistata o comunque spostata in un altro sito. Un'architettura che nasce dal luogo per il quale stata concepita, capace di esaltarne l'essenza naturale contribuendo ad una sua naturale estensione. Un'architettura che non s'impone ma afferma la leggerezza e la continuit, unendole all'ineffabile rarefazione, ora stata tristemente 'valutata'. Casa Farnsworth era stata commissionata e acquistata da Edith Farnsworth nel 1951 per 75.000 dollari. Quando la casa fu messa in vendita da Edith Farnsworth nel 1971 fu fortunatamente acquistata da un ammiratore di Mies, che nonostante risiedesse a Londra, restaur l'abitazione e si preccup di arredarla con mobili disegnati dallo stesso architetto. Cre un luogo dove, evidente, come dallo spazio possano nascere direttrici strutturali che dal particolare della sedia o dalla leggera linea del tavolino, possono proiettarsi per trasmettere segni di rinnovata realt, che inondano il vuoto creando innumerevoli relazioni derivate da una sperimentazione che noi possiamo definire certamente come architettura. E' uno degli esempi pi eclatanti di come lo spazio pu, in alcuni casi, dopo uno studiato e attento dosaggio di componenti progettuali, diventare esso stesso, struttura. La Farnsworth House situata sulla riva destra del fiume Fox (Illinois), a sud di Plano, circa 75 km ad ovest di Chicago. La grandezza del terreno originariamente acquistato dal dott. Edith Farnsworth era di 3.8 ettari. La casa adagiata fra gruppi di alberi ed orientata con l'asse maggiore sulla linea est-ovest. E' storicamente importante perch stata l'ultima casa tra i lavori del maestro Mies, costruita dopo la sua immigrazione negli USA. Storicamente quindi, pu essere considerata la sintesi forse, di un periodo che ha tramutato ancora di pi la materia costruttiva in un evidente 'meno', dando vita alla fusione di acciaio e vetro come componenti fondamentali di una rarefazione dominante e determinante che davvero arriva senza difficolt al 'pi'. Esempio di estrema semplicit, chiarezza, quindi alla ricerca della probabile interazione con l'ambiente esterno. Considerata la casa moderna pi bella del mondo, insieme alla famosa 'Casa sulla Cascata' di Frank Lloyd Wright. Lex governatore dello Stato dellIllinois, dove si trova la casa, avrebbe voluto acquistarla per trasformarla in museo e per questo aveva chiesto uno stanziamento. La sua proposta per stata bocciata e il futuro della Farnsworth House ora unincognita. Ricordiamo che l'attuale proprietario, Lord Palumbo, della "casa di vetro", l'aveva offerta nel 2001 allo stato dell'Illinois per una cifra pari a 7 milioni di Dollari, prezzo rivelatosi troppo esoso per le casse pubbliche. Pertanto Lord Palumbo (proprietario anche di una villa di Frank Lloyd Wright, una di Le Corbusier) si rivolto alla casa d'aste Sotheby's, la quale ha fissato la data della vendita al 12 dicembre 2003, stimandone il valore, compresi gli arredi, per una cifra tra i 4,5 e i 6 milioni di Dollari. Nell'epoca di una preponderante manifesta virtualit architettonica, occorre allora stabilire strumenti e nuove ipotesi d'intervento per creare le condizioni per la difesa di queste architetture dalle quali tanto ancora si pu e si deve imparare. Cerchiamo di inserirle in circuiti didattici per convalidarne i nuovi percorsi comunicativi e inoltrarsi cos, nello studio di quel complesso elemento che lo spazio architettonico progettato.

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Commento 530 di Isabel Archer del 29/11/2003


Io sono veramente stupita: quasi pensavo che sarebbe stato superfluo intervenire, aspettandomi una valanga di commenti, una partecipazione in massa, senza riserve.
Vedo ben 18 commenti per l'articolo "Design in erba" e qui solo 6 commenti... ma stiamo parlando della Farnsworth House ca...spiterina!
Io capisco che abbiamo gi tanti problemi qui in Italia ed in questa rivista on line essi sono messi in evidenza con meticoloso impegno, ma stiamo parlando della Farnsworth House!
Devo pensare che molte persone che inviano le loro opinioni trovino piacere ad intervenire qui solo quando in ballo una polemica aspra, circoscritta e spesso quasi di ordine personale?
Paolo Marzano fa bene a farci un rapido sunto di quello che si legge in internet a proposito della vendita di questo capolavoro di Mies, perch forse molti non si sono nemmeno preoccupati di fare una ricerca con Google.
Certo sarebbe molto interessante che chiunque avesse la necessaria competenza c'illustrasse meglio qual' il motivo per cui un'opera di cos straodinaria importanza non sia sottoposta, se non ad un vincolo ordinario, ad una speciale tutela da parte dello stato dell'Illinois.
Ecco mi farebbe piacere saperne qualcosa di pi in proposito.
Cordiali saluti,
Isabel Archer

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Commento 531 di Howard roark del 29/11/2003


Quando Richard Neutra nel 1924, da poco giunto negli Stati Uniti, buss trepidante all'uscio della Robie House (risalente al 1909) chiedendo: "E' in casa il signor Robie?" gli rispose una burbera inquilina dicendo che di Mr. Robie non aveva mai sentito parlare, che lei era l'attuale proprietaria della casa, avendola avuta per pochi dollari da un precedente possessore il quale voleva assolutamente disfarsene, e che tutto sommato non ne era per niente entusiasta. "Ho sempre sperato - scrive Neutra - che questa nuova architettura avrebbe dato vita a un genere umano differente. Purtroppo sono stato smentito. Le case hanno cambiato propriet molte volte...." Questo accadeva a un'architettura frutto del Genio delle praterie e rende piuttosto sospetti gli appelli, tra il tragico e l'infantile, per mettere "sotto vetro" la vitrea intelaiatura di Mies che Bruno Zevi ha da par suo definito "inno alla spersonalizzazione, al quasi-nulla architettonico, all'astrattezza universale, ideale classico agli antipodi dell'individualismo americano".
Molti che magari, in casa nostra, si lamentano di lacci e lacciuoli corporativi e burocratici sono subito pronti a calzare l'elmetto di "Soprintendente dell'Illinois"; ma, caspiterina, questa l'America, bellezza!

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Commento 532 di Isabel Archer del 30/11/2003


reply to Howard Roark
Caro Gary Cooper,
accolgo la sua provocazione come qualcosa di costruttivo e sicuramente migliore del silenzio. Lascio al direttore di Antithesi le chiarificazioni sugli pseudonimi ( preferibile che ognuno le faccia da s, se ne ha curiosit).
Non mi pare di aver fatto una celebrazione di Mies van der Rohe ed al di l del giudizio di valore sulla Farnsworth House/Home quello che conta ci che essa rappresenta nella storia dellarchitettura.
Se lei identifica la bellezza dellAmerica con la distruzione ( e qui non voglio andare oltre, poich si rischia di tracimare in maniera poco funzionale in altri campi poco architettonici) non si appelli alle parole di Bruno Zevi.
Come leggiamo in Channelbeta, la Farnsworth House rischia la demolizione () per fare posto a tre nuove villette.
Se lei preferisce questo, credo non abbia a cuore larchitettura, ma voglio sperare che lei sia solo un po ingenuo e pensi che chiunque voglia acquistare questa casa sia animato da ottime intenzioni.
Non si vuole limitare a tutti i costi la propriet privata o surgelare la F. H. in un pacchetto preconfezionato da spedire in giro per il mondo, ma solo proteggerla e lasciarla l, dove Mies laveva immaginata.
Nicole Kidman/Isabel Archer
p.s. A proposito di case, spero lei non sia un fautore della Casa delle libert Facciamo un po come xxxxx ci pare (Guzzanti docet).

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Commento 533 di Howard Roark del 30/11/2003


Risposta al commento n.532 di Isabel Archer
Non mio costume dar corso a sterili polemiche, ma gli appunti della signora Archer sono cos sconclusionati da necessitare di una replica.
La casa Farnsworth, in quanto pura enunciazione di principio che ha poco a che fare con la vita di persone e di luoghi, potrebbe essere tranquillamente ricostruita nel suo giardino, signora Archer (semmai ne possiede uno) e sarebbe sempre la Farnsworth House come il Padiglione di Barcellona sempre stato tale senza che a Barcellona ve ne fosse traccia e nessuno l'avesse mai visto, prima della ricostruzione, se non in sbiadite foto. Il suo valore, senza il quale impossibile una collocazione storica, di astrazione ideale e se questo pensiero per lei distruttivo non ascolti n me n Zevi, come ha gi del resto fatto con l'ingenuo Neutra.
Quanto alla libert la invito solamente a chiedersi come mai Mies si trovasse a costruire quella casetta nell'Illinois e non nel Brandeburgo..

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Commento 534 di Paolo Marzano del 30/11/2003


A difesa dello spazio di discussione su 'Antithesi', per la Farnsworth House, un'osservazione a Howard Roark

Ben vengano le discussioni, ben vengano i confronti anche pi accesi e le parole pi ardite. (non volgari, bene chiarirlo). Si ha bisogno di confronti, dialettiche diverse che s'incontarno testimoniando i diversi livelli di comunicazione esistenti. Questo affila i termini e prepara il linguaggio critico a scandagliare spazi per la parola, tematiche delle pi svariate e discussioni passionali sempre nuove (ricordiamo come la 'colta' rappresentanza della dotta casta di Semiologia, tacci di superficialit e di qualunquismo le 'osservazioni' affrontate da Roland Barthes nei suoi scritti, quando a loro dire, la materia non doveva essere usata per portare " la semiologia in cucina"), risultato? E' sotto gli occhi e nei testi di tutti.
Per, ritengo che sia fin troppo facile recuperare dalla storia dell'architettura esempi che 'appoggino' le nostre cause ed elencarli per commentare! E' la mossa pi prevedibile e scontata, scomparsa al salto del 800/900, penso che siano altri i termini, anche per una certa onest intellettuale nell'interloquire. Posso farLe degli esempi per cui la Farnsworth House risulterebbe una costruzione qualunque senza importanza, ma preferisco farLe mille altri esempi perch essa venga salvata e non messa, come dice Lei 'sottovetro'. Ancora una volta per cercare di 'non' capire l'architettura la si confronta con gli abitanti che vi ci abitano o inquilini che possono anche non sapere delle vicissitudini della linea costruttiva e della ricerca che c' dietro (mi ricorda certe interviste in tv, con domande studiate solo per avvalorare solo la scelta di una parte decisionale, anni settanta americani).
Bh, sono tanti gli esempi come questo nella storia dell'architettura.
Poi, si ancora, rinominato Bruno Zevi per dare un giudizio 'colto' sull'opera in esame. In pi si definiscono i commenti che si stanno pian piano susseguendo e si susseguiranno fino al 12 dicembre, " appelli tra il tragico e l'infantile". Bene, Le dico subito che di falsi profeti che viaggiano in un'aura zeviana ne stiamo vedendo ben troppi. Non si verificato mai, che lui (prof.Zevi), abbia nominato un suo successore n l'abbia fatto mai intuire, diversamente da come ha concluso il suo intervento al Manifesto di Modena. La lezione del maestro prof. Zevi sempre lontana dalle conclusioni conformistiche e dai silenzi pseudo-intellettualistici comunque e dovunque sempre scollegati dalla realt architettonica. Sono tanti gli esempi come tanti ne farebbe chiunque avesse letto un po d'architettura, e poi, Lei si chiesto, 'per esempio', cosa avrebbe detto Zevi dopo aver visto che il 'geniale' Frank Gehry ( al momento della scomparsa del prof. lo stato veramente) con Bilbao, dopo aver fatto diventare di 'maniera' lo spazio architettonico? Un' impasse architettonica! Zevi declamava che con l'architettura di Gehry si era raggiunta una probabile libert progettuale, bene! E' vero, ma certo non possiamo inondare di fogli di titanio qualunque spazio avvertendo della destinazione d'uso! Quindi la pura libert architettonica che diventa un suo limite progettuale! Allora, iniziamo a non chiederci nulla a nome di Zevi, ed a non avere paraocchi 'storici'; gi con questo saremmo un po pi vicini al maestro. La Farnsworth House un passo della sperimentazione e quindi accettiamola e difendiamola per il 'passaggio' costruttivo che rappresenta. La sperimentazione credo sia, e spero che rimanga, un argomento ancora aperto essendo punta d'iceberg della ricerca, lo studio e l'aggiornamento continuo. Poi, se a qualcuno non interessa l'argomento meglio lasciare ad altri l'impegno di proporre alternative o cercare di costruire qualcosa comunque di parlarne. Se proprio non deve funzionare l'idea, allora sar stata una ragionevole e stimolante discussione per affilare (ripeto) gli strumenti per un prossimo eventuale caso di 'mala gestione architettonica'.
Non nel proporre idee che vale "il meno il pi", quella, un'altra storia.

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Commento 535 di Isabel Archer del 01/12/2003


Ora qualcuno qui vuole farci credere che Bruno Zevi starebbe in prima fila, battendo le mani, mentre le gru abbattono la Farnsworth House.

Isabel Archer

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Commento 537 di Alessio Blanco del 01/12/2003


Farnsworth House, ovvero un'abitazione che Edith Farnsworth non sent mai casa sua.
Ferita e delusa da Mies, una profonda amarezza riecheggia ancora nelle sue parole:
"Le grandi riviste patinate hanno limato i loro termini e le loro frasi con tale pazienza che le anime semplici, l convenute per dare uno sguardo, si aspettavano di vedere la scatola di vetro tanto leggera da galleggiare nell'aria o nell'acqua, ormeggiata alle sue colonne, con il suo spazio mistico all'interno. Cos la cultura si propaga attraverso proclami, e se ne trae l'impressione che, se la casa avesse avuto la forma di uno svettante banano invece che di un rettangolo a giacitura orizzontale, il proclama sarebbe stato altrettanto perentorio... La disaffezione che sento oggi dev'essere iniziata sulla riva ombreggiata del fiume, troppo presto abbandonata dagli aironi che sono volati via pi a monte, alla ricerca della loro perduta tranquillit".

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Commento 538 di Alice G. Tancredi del 02/12/2003


La sequenza di 8 foto che ritraggono la Farnsworth House, disponibile su www.landmarks.org , qualcosa a cui non si pu rimanere indifferenti, sono foto bellissime. Questa casa sembra quasi posarsi sul suolo e non solamente per far fronte alla generosa irruenza del fiume vicino, ma anche per una forma di rispetto verso la natura, come ad entrare in punta di piedi in un luogo paesistico dalla bellezza singolare. Senza atto di mimesi questa struttura concisa, compiuta e semplicemente partecipe di ci che la circonda, con aerea solidit, si pone come un segno forte, evidente, ed allo stesso tempo gentile e non invasivo, della presenza dell'uomo; non so perch mi viene da pensare a quella famosa scienziata che studiava i gorilla e stava per ore intere immobile tra i cespugli per far accettare la sua presenza nell'habitat gi consolidato di questi animali. Cos Lord Palumbo descrive la Farnsworth House: E' un capolavoro estemporaneo, l'equivalente nel 900 di un tempio greco adagiato su un prato ed ancora E' come un fiore di loto, galleggia sull'acqua senza mai bagnarsi. Salviamola.

Alice G. Tancredi

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Commento 540 di Paolo Marzano del 04/12/2003


La comunit virtuale che segue questo caso risponda decisa e dia un parere riguardo la vendita della Farnsworth House di Mies van der Rohe, il 12 dicembre 2003 da SOTHEBY'S a New York, la strada aperta alle idee. Cerchiamo di affilare i termini di questo nuovo tipo di comunicazione ed esploriamo in rete, nuove idee di confronto e di discussione, forse mancava proprio questo, chiaro, l'episodio che fa scattare una 'scintilla emozionale'. Siccome tutti gli appassionati di architettura hanno provato emozione guardando la ricerca e l'opera che ha condotto nella vita, Mies van der Rohe, ora verifichiamo questo episodio, come un attacco alla nostra sensibiliti 'personale'.

Sapete perch? Grazie a questo caso che riguarda l'opera architettonica di un grande maestro della storia dell'architettura, possiamo stabilire fin da adesso, delle ipotesi che in futuro serviranno ad indagare i casi di 'mala gestione architettonica', elencando in rete, a seconda dei casi, i possibili errori commessi, magari sollecitando docenti o tecnici o appassionati e conducendoli a 'parlare' in rete discutendo con la comunit di possibili ipotesi risolutive evidenziandone pregi, difetti e possibilit evolutive.

Cercheremo, grazie a questo caso, di creare 'un precedente' rispetto al quale muoverci. Io personalmente mi sono attivato (vedi commenti) per rintracciare in rete quante pi notizie possibili e descrivendo l'opera secondo canoni puramente spaziali e relazionali, notando i commenti di altri che hanno indicato immagini e analisi ancora pi attente e dettagliate. Bene. Nasce quindi una ricerca ed una documentazione che con l'aiuto di un' INTELLIGENZA COLLETTIVA sta portando a termine un'indagine eccellente! Una collettivit che si muove individualmente, ma che elabora 'aggiornando' comunemente i termini e il materiale, oggi presente in rete.
E' una prova di civilt evoluta, dove chi ha da ridire, a sua volta determina proposte, nuovi punti di vista e crea ambiti per nuove idee.

Quale il finale?
Ve lo spiego. Avendo trovato tutto questo materiale e avendolo fatto leggere a tutti (almeno ai compartecipanti, che spero siano molti), come se avessimo condotto un 'rilievo' virtuale documentato dettagliatamente della Farnsworth House.

E sapete a cosa porta questo?
Ad una sua conoscenza diretta e quindi ad una sua 'OCCUPAZIONE VIRTUALE' . Il consenso il primo metro di giudizio e se basato su regole democratiche, dove tutti hanno la possibilit di partecipare, allora pu valere la pena di collaborare con un parere, immaginando per esempio la destinazione d'uso o il sito dove potrebbe collocarsi l'opera in questione .

Secondo me proprio questo il caso!
La collaborazione aperta per uno scopo; la partecipazione vale se esiste un fine capace di mutare per una sua forma pi 'colta' o comunque, migliore. Far sentire la propria voce per l'architettura moderna penso che sia un buon motivo; non vi pare? Nel prossimo caso di 'mala gestione architettonica' occuperemo virtualmente qualsiasi architettura e trarremo da essa energia propulsiva per una nuova terminologia, di confronto, di discussione elaborando, a questo punto, intellettualmente una strategia che ci porti alla 'scelta' ; capace di far sognare, desiderare e realizzare.

Paolo Marzano


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Commento 541 di Domenico Cogliandro del 09/12/2003


Ecco, il 12 dicembre. Detto cos sembra quasi "ecco, Natale!", e invece no, solo il 12 dicembre, e all'ora in cui scrivo qualcuno credo stia battendo un martello di legno di un'asta per dire che quel che doveva esser fatto stato fatto: il monumento andato, voil. Se qualcuno ha perso del tempo per andar l a comprarla, con l'intento di volerla comprare, la benedetta casa miesiana, e ha avuto i suoi buoni motivi per pensarsela e fare due conti,e poi c' andato, s' seduto sulla sua seggiolina e ha atteso il momento del lotto 354/87/z o chess io, per alzare il ditino, o la manina e, per conto suo o di altri (in questi casi si manda avanti un cretino qualsiasi), si alzato soddisfatto per aver fatto comunque un buon affare, allora che mettano all'asta anche la Cappella di Ronchamp di Le Corbusier o il Kultuuritalo di Aalto, unico lotto.
Le cose vanno cos, e poi ci si lamenta se il carciofone colorato che sta sopra la stazione di Porta Garibaldi a Milano, frutto della Milano da bere e del socialismo progressista, alla quarta asta deserta, non riesce a (o non vuole) comprarselo nessuno. Ironia della sorte: Farnsworth House, seminascosta nelle radure americane, ha tutto il nostro appoggio morale (se cos possiamo dire) nonostante la sua sorte, mentre l'esecrabile monumento al postmodernismo arretrato, al quale non so guardare con riverenza, ci rimane sui coglioni checch se ne dica e se ne faccia. A qualcuno avanzano degli sghei per farci sopra un buon affare?

Tutti i commenti di Domenico Cogliandro

 

Commento 542 di Paolo Marzano del 10/12/2003


Si, in effetti ha ragione Domenico Cogliandro, perch no?
Il 12 dicembre in fondo il 12 dicembre, vero e basta
........per...... almeno il proprio nome con un messaggio muto....perch questo indicherebbe una presenza, un'impressione in corso, una visione virtuale in formazione, un'immagine rinvenuta da particolari ricordati o studiati su manualistiche rivisitazioni, una foto di una costruzione tra gli alberi....in un bosco..... il bianco della struttura.....il vetro....la pilastratura...il pavimento che scivola e galleggia in un luogo diverso...una rarefazione architettonica che invita a riflettere... addirittura a pensare....uno spazio ridotto ma con un' unica caratteristica: essere libero.
Grazie dei vostri pensieri per lo spazio di questa casa, pensarlo un p viverlo !
Non importa, basta questo!
Paolo Marzano

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Commento 543 di Isabel archer del 11/12/2003


Segnalo l'articolo "SOTHEBY'S TO SELL THE FARNSWORTH HOUSE MIES VAN DER ROHE'S MASTERPIECE WILL BE OFFERED IN THE DECEMBER 12, 2003 AUCTION OF 20TH CENTURY DESIGN"
www.shareholder.com/...
Personalmente, a me, gi il titolo fa venire i brividi, a voi il piacere di leggere la promozione pubblicitaria e sinistra dell'architettura.

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Commento 544 di Domenico Cogliandro del 13/12/2003


Vorrei precisare il mio commento 541. Questo non sar dunque un commento 544 (o 545, o via dicendo) ma una correzione che mi stata indicata da Beniamino Rocca. Due righe sul socialismo progressista di Porta Garibaldi. Ho sempre creduto che il sign. Li Calzi fosse un iscritto al PSI di Craxi, o almeno la mia memoria aveva conservato male un ricordo delle cose accadute, o forse, ed la cosa pi probabile, il tempo ha reso minestrone tutto quello che a suo tempo aveva un certo odore e un certo sapore. Beniamino mi dice che Li Calzi era un iscritto al picc. Conosco Beniamino e gli credo. Gaber scrisse un testo bellissimo in un momento difficile per l'Italia, che gli fu subito censurato e ritirato dal mercato: ancora oggi "Io se fossi Dio" un disco introvabile. Aveva teorizzato il minestrone di cui ho detto, ma prima di tutti e nel momento in cui c'era chi voleva fare il distinguo: le pagine sui giornalisti e sui comunisti valgono (per fortuna e purtroppo) ancora oggi. Devo dunque precisare che quell'oggetto, di Li Calzi, un oggetto terribile (nonostante ci sbeffeggi da lontano e non "invecchi" col tempo) e in quel caso il progetto non ha niente a che vedere con le strategie legate alla sua realizzazione. E' il progetto di un postmodern da ingoiare pi che da bere, con buona pace di chi ha investito dei soldi per vederlo realizzare.

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Commento 545 di Isabel Archer del 13/12/2003


Landmark Mies House Goes to Preservationists
By CAROL VOGEL
Published: December 13, 2003
"In just seven minutes of intense telephone bidding, preservationists won the battle yesterday for Ludwig Mies van der Rohe's legendary Farnsworth House, paying $7.5 million at a Sotheby's auction in New York. They competed against only one other telephone bidder, who was not identified.
The National Trust, which will operate the house along with the Landmarks Preservation Council of Illinois, plan to open it to the public as a museum sometime this spring. (...)"
www.nytimes.com/2003/...

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Commento 548 di Gianluigi d'Angelo del 13/12/2003


Vittoria! La Farnsworth di Mies salva. Scampato il pericolo di essere venduto, l''edificio rischiava di essere spostato e alterato nella costruzione. Per impedirlo la National Trust for Historic Preservation (NHTP) e la Landmarks Preservation Council of Illinois (LPCI) si sono aggiudicate all'asta ieri 12 dicembre l'edificio di Mies van der Rohela alla cifra di 6.7 milioni di dollari (7.5 milioni comprese le tasse) grazie a tutti quelli che hanno contribuito con il loro supporto e hanno permesso di recuperare i soldi per comprarla. Una campagna riuscita che preserver la conservazione nel relativo luogo originale ed permetter l'accesso pubblico ad una delle case pi significative costruite negli Stati Uniti nel ventesimo secolo e solo uno dei tre edifici residenziali negli Stati Uniti di Mies van der Rohe.

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Commento 550 di Paolo Marzano del 15/12/2003


Da Isabel Archer e da Gianluigi d'Angelo giunge la notizia che riguarda il caso della Farnsworth House, molto bene. Come dai commenti che ho distribuito per la rete e che molti siti di architettura 'sensibili' hanno percepito, ho cercato di stimolare una discussione che spero abbia toccato la comunit virtuale (architettonica), non perch io abbia previsto esattamente la conclusione, praticamente sostenevo il possibile interesse pubblico e soprattutto didattico che poteva assumere la destinazione d'uso della casa in questione, ma perch ha prevalso l'unica soluzione possibile (per l'interesse dell'architettura, chiaro!), 'filantropicamente' come dicevo nel primo commento, David Bahlman, presidente del LPCI e Richard Moe, presidente del National Trust si sono attivati nella maniera pi opportuna. In primavera ci ritroveremo magari a visitarla per osservare le trasformazioni che hanno permesso di creare un luogo 'mitico'.
Come al solito per una serie di coincidenze strane:[] ma al destino non mai mancato il senso dellironia citazione calzante del futuristico Virgilio (Morfeus) dal film Matrix, quando evidenzia al novello Dante (Neo) le meraviglie nascoste nell'illusoria 'apparente' realt, mentre si avvicendava questa discussione sulle maggiori riviste d'architettura on-line contemporaneamente a Firenze una mostra sul maestro dava l'idea di questi oggetti. E' evidente anche grazie a questa mostra, una cultura dei materiali del maestro, che fanno leggere pi facilmente 'lo spazio'. Osservando attentamente s'intuisce come, nelle loro direttrici segniche, questi oggetti, rinnovano la sapiente iniquivocabile forza direzionale, nervi tesi come fughe sollecitate che confluiscono in profili unici, quasi dei gesti grafici interpretanti le possibilit del 'materiale' costitutivo. E' il frutto della tecnologia unita alla cretivit sempre attiva verso nuovi e diversi modi d'espressione; questo io chiamo modernit e questi oggetti presenti ora a Firenze e nella Farnsworth House, lo testimoniano.
Appare chiaro che sono queste linee progettuali, questi riflessi ricercati, questi esili profili, questi vuoti formali studiati e attivati da una colta sperimentazione, che possono determinare ambiti 'variabili', capaci di generare luoghi altamente significanti come la Farnsworth House. Tra le foglie degli alberi, dalle tante foto delle tante immagini che sono andate in rete ricercate dalla comunit, in questo periodo, rimane attivamente realizzata (e a quanto pare rimmarr per lungo tempo) 'la casa' di Mies nel suo breve intorno dai primi gradini, alla piastra-pavimento ancora pi leggero e fluttuante tra le piante e sollevato rispetto al terreno, carica di stimoli dai quali, credetemi, si possono iniziare discorsi architettonici importanti e soprattutto diversi.
Ci che mi sembrato interessante che la comunit virtuale della rete abbia 'reagito' intellettualmente, nessuna voce dalle 'cattedre', ma il gioco perverso della storia architettonica, generata sempre l dove si sperimenta e non se ne parla! Comunque ci siamo, grazie ai sostenitori attivi e sensibilmente pronti ad indagare per apportare in rete quella qualit comunicativa che altri media inesorabilmente stanno facendo tramontare.

Paolo Marzano

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