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Commento 856 di Leandro A. Janni del 22/12/2004


Sabato 11 dicembre, allincontro organizzato dal Comune di Piazza Armerina e dallIN-Arch sulla Villa romana del Casale, si scritto e rappresentato un ulteriore capitolo della controversa vicenda legata alla gestione, al restauro e alleventuale realizzazione di una nuova struttura museale, per il celebre complesso archeologico straordinariamente incastonato su un territorio di boschi e campagne della Sicilia centro-meridionale.
Alla luce di quanto accaduto in questi ultimi mesi, alla luce di quanto stato detto e contraddetto, possiamo senzaltro affermare che, se nellestate appena trascorsa l'assessore ai Beni culturali e ambientali Granata non si fosse inventato l'incarico di commissario per Sgarbi (tra l'altro, riconosciuto illegitimo), oggi sarebbero gi stati appaltati i lavori previsti dal progetto del Centro regionale del Restauro. Progetto che, oltretutto, assicura anche il restauro dei magnifici mosaici pavimentali della Villa. Un restauro, assolutamente indifferibile.
Come ormai noto, i progetti per la tutela e la valorizzazione del sito, selezionati e proposti dal commissario Sgarbi ed elaborati dallo studio Bellini-Trizzino e dallo studio Canali sono due: una grande cupola geodetica sullintero sito della Villa; un sistema modulare prefabbricato assai poco elaborato, a dire il vero che intende riscrivere lintervento originario di Franco Minissi. Il progetto dello studio Canali stato bocciato dalla Soprintendenza di Enna. Il progetto della mega cupola, ad altissimo impatto ambientale, non dialoga con il territorio circostante. Di fatto, quindi, non stata individuata alcuna soluzione valida e realizzabile.
Certo che sabato scorso, al teatro Garibaldi di Piazza Armerina, linsistito ricorso a spiegazioni, chiarificazioni e commenti, da parte di Sgarbi, su quanto avvenuto in questi mesi, apparso come il difficile, estremo tentativo di giustificarsi rispetto allevidente stato delle cose. In tale contesto, il concorso di progettazione voluto dal nuovo assessore ai Beni culturali e ambientali Pagano si configura come lunica soluzione alternativa allimmediata cantierizzazione del progetto elaborato dal Centro regionale del Restauro.
E allora, il persistente, ostinato gridare all'emergenza, da parte di chi, in qualche modo, responsabile di tale ritardo, ci fa sospettare che, ancora una volta si invochi l'emergenza proprio perch si intende forzare il quadro normativo che regola e garantisce i beni di pubblico interesse. Emergenza che, da quanto dichiarato di recente dallassessore Pagano, non esiste pi. Quantomeno, per le questioni economico-finanziarie.
Al di l di tutto nostra convinzione che, ancora meglio e prima del concorso di progettazione considerati anche i recenti, clamorosi rinvenimenti archeologici nei pressi della Villa sarebbe opportuno organizzare un convegno internazionale. Un convegno in cui analizzare e mettere a fuoco i molteplici, complessi aspetti ambientali, storici, geografici, linguistici, tecnologici legati alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione di un sito, di un bene come la Villa del Casale. La sintesi delle proposte emerse dal convegno potrebbe costituire la base per lelaborazione di un preciso e determinato bando di progettazione.
Un'ultima cosa: la questione dello scontro tra l'assessore Alessandro Pagano e Vittorio Sgarbi, su chi avesse titolo ad assumere decisioni relative al monumento romano, stata presa in mano nei giorni scorsi dal presidente Cuffaro, e risolta con l'inserimento di un articolo nella Finanziaria regionale 2005. Attraverso tale articolo si autorizza la giunta regionale a nominare un Alto Commissario (Sgarbi), che abbia il compito di coordinare tutti gli interventi da attuare per la tutela e la valorizzazione del monumento provvedendo "a predisporre, promuovere e coordinare tutti gli interventi per la conservazione, la tutela e la valorizzazione della Villa Romana di Piazza Armerina". Soluzione dei problemi, o ulteriore complicarsi delle cose?

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