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Commento 1018 di Francesca Provantini del 19/01/2006


Sono un'architetto e conosco bene la situazione all'interno dell'ordine di Milano e a livello nazionale.
la situazione critica e difficile, occorre fare in modo che nel prossimo futuro lo stato in cui versa il mondo dell'architettura e del mondo del lavoro in Italia cambi e molto in fretta se non vogliamo retrocedere sempre di pi rispetto agli altri paesi europei e non; e se non vogliamo abbandonare il nostro paese nelle mani dei nostri colleghi europei, pi avvantaggiati.
complimenti a chi, come il collega Giovanni loi, il CO.DI.ARCH. e la rivista su cui sto scrivendo, si batte da anni per smuovere le coscienze degli architetti un po' troppo sonnacchiose, e per ottenere risultati concreti.
credo che noi architetti dobbiamo smetterla di sentirci impotenti e con questa scusa non fare mai niente al di l del nostro piccolo interesse personale.
basta con tutte quelle scuse che impediscono ad ognuno di noi di credere che la realt possa cambiare, semplicemente per il fatto che costituita da noi stessi.

....a proposito di questo:

"Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porter
al raggiungimento
di una splendida felicita'."

Pablo Neruda


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