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Ci sono 3 commenti relativi a questo articolo

Commento 5411 di Maurizio Zappal del 06/07/2007


Vorrei semplicemente sottolineare e ricordare al bravo P.G.L. Ferrara che le lobbies esistono anche tra i poveri! Io credo che per quanto sforzi positivi abbiano fatto tutti i citati da Ferrara nel suo articolo, la strada di salita come dicono a Liverpool! Chi non frequenta quei salotti bene tagliato fuori! Ma ci non mi scandalizza n meraviglia! Perch se ce la fai, ce la fai! E questa legge di vita! Con questo voglio dire che raccogliere olio dal macco ( purea di fave) tante volte strategicamente utile, dissacrante ma attenzione a non ammanigliarsi furbescamente perch qui tutti siamo vaccinati e grandi. Conosco tutti quelli citati e non tutti conoscono me! Ci mi d un vantaggio notevole; io li osservo sempre e so i loro movimenti non molto segreti che . Uno solo rispetto perch di pallido vestito ma di fioretto servito! Ed bello dialogare con lui perch almeno combatto! Anche se gradirei di pi che non facesse il farmacista di CL. Gli altri, omologhi ed accoscati se la intendono! Il terreno che preferirei indagare sempre quello dellarchitettura. Poich sostengo che gli architetti fanno di tutto tranne che il loro mestiere! Gli intrattenitori culturali devono esistere ma raramente sanno quanto la malta rassa o maura! E non cosa da poco! Allora impegnarsi nella divulgazione della contemporaneit dalle nostre parti, non facile e tante volte non basta! Soprattutto quando ti tirono la giacchetta! Allora parliamo daltro e cio dellarchitettura. Scopro da te che esiste una scuola catanese! Sei sicuro? Unaffermazione simile, credo che sia impegnativa da un lato e divertente dallaltro! Lultima scuola, in senso architettonico, di Catania si ferma al linguaggio un po sdolcinato e non tanto originale di quello che pu essere definito Art Dec o Liberty catanese che dir si voglia (Lanzerotti, Fichera, Aloisi e, tirati per i capelli, Fiducia, Marletta e Aiello). Ma dagli anni Cinquanta del secolo scorso in poi c il vuoto! E non vorrei cadere nel ridicolo se glisso tout-court sui dodici per larchitettura (Maimone editore)!C il vuoto e non c la Facolt dArchitettura (non mi convince la decentrata di Siracusa)! Se questo il substrato, mi diverte alquanto sentire parlare di scuola catanese. Quindi da emigranti siamo stati costretti ad andare chi a Palermo, chi a Reggio! Da un lato lomologazione alla scuola palermitana, che ha prodotto replicanti gregottiani e culottiani e dallaltro puriniani e accastiani della pi cattiva scuola romana . Ecco, questo il panorama sintetico ma emblematico dellultimo trentennio siciliano. Qui in oriente chi non riuscito a fare scatole ha fatto falso antico con archi, colonne, timpani, mattoncini e ferro battuto, comprensivo di nanetti in giardino. Dolci non un architetto; la mafia fa affari con tutti, escluso gli inesistenti (farebbe affari anche con la buona architettura che inesistente); Fava faceva affari pericolosi e letali (per s) con tutti ( da Ciancio a Diego Lo Giudice). Insomma, niente architetti e la mafia non c'entra con la nientificazione degli architetti.

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Commento 5474 di Tino Vittorio del 06/08/2007


Il mio amico Maurizio mi ha chiamato in causa sulla questione del waterfront.. Ma leggendo l'articolo di Paolo Ferrara pensavo alla grandezza e alla qualit del potere mafioso che riuscitao a mettere sotto scacco tutta la grande architettura italiana operativa a Palermo, ma sofferente. Riflettevo sul sindaco di Palermo Ciancimino, geometra, e mi sono convinto della tesi di Ferrara. Che geometra quel Ciancimino! Ma nessuno ha spiegato a Ciancimino che la speculazione edilizia poteva essere ingentilita e coonestata nei salotti buoni con una bella spruzzatina di architetti, tanti ,sexy ed ammanigliati nella furba citt di Palermo? Ed in altre citt d'Italia quale mafia ha sostenuto l'inconsistenza degli architetti italiani.?
P.S. Non sono architetto, ma vado in giro per il mondo.

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Commento 6561 di Leandro Janni del 28/11/2008


IRREDIMIBILE. Questo - ben noto - il termine utilizzato da Leonardo Sciascia per descrivere la realt sociale e politica siciliana. Quale termine potremmo utilizzare oggi? Forse, informe?
Il problema, il dramma della Sicilia attuale linsostenibile contrasto tra la forma - forte e definita, direi assoluta - dellIsola, e la sua informe sostanza sociale, culturale, politica. Come un corpo senzanima e senza ragione. Forse il compito degli intellettuali siciliani oggi troppo arduo e faticoso. Irrisolvibile, insomma.
Ma gli architetti sono, o no, intellettuali?
Un caro saluto,
Leandro Janni


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