10 commenti di Gianluigi D'Angelo
Commento
639
di Gianluigi D'Angelo
del 09/02/2004
relativo all'articolo
Con De Masi per Niemeyer
di
Paolo G.L. Ferrara
Mi dispiace per la rottura con Enrico Botta e la sua mancata partecipazione al tuo corso.Puoi dirlo direttamente a lui, non sono n suo sicario n tantomeno suo portavoce. Sia ben chiaro che io non voglio fare la morale a nessuno, n ti ho mai accusato mai di aver "chiesto agevolazioni carrieristiche". Considera sempre i miei commenti semplicemente per quello che sono.
un saluto gianluigi
Commento
638
di Gianluigi d'angelo
del 09/02/2004
relativo all'articolo
Con De Masi per Niemeyer
di
Paolo G.L. Ferrara
Caro Paolo, non posso accettare la tua risposta. Io non sono il sicario di nessuno, e credo che sia difficile far credere che a Botta sia necessario. Io semplicemente esprimo la mia opinione. Sai benissimo che la segnalazione l'hai ricevuta e sai altrettanto bene che il commento di Botta non stato pubblicato integralmente. Tu stesso lo hai affermato. E quello che mancava era proprio il link al sito del concorso per l'auditorium di Ravello. Giustamente pu sfuggire un'e-mail, ci possono essere dei disguidi, ma omettere volontariamente una parte del commento atto consapevole. Se non vuoi definirlo boicottaggio decidi tu il termine, possiamo spostare la discussione in abito linguistico, ma quello che certo sono i fatti.
Riconosco il vostro impegno e con questo non voglio generalizzare e il mio giudizio sul vostro lavoro in generale, abbiamo condiviso spesso molte posizioni, spesso scomode, per la maggior parte dei media, ma a volte pu succedere di non avere lo stesso punto di vista. Non bello ricevere del "sicario" solo perch si esprime in maniera trasparente la propria opinione. Spero che la prossima vollta i miei commenti vengano presi in maniera costruttiva e non come difese di ufficio o attacchi personali. Il ridicolo di questa storia se mi permetti proprio questo
9/2/2004 - Paolo GL Ferrara risponde a Gianluigi d'angelo
Hai idea del fatto che Botta ci ha dato dei "malfattori"?! e poi ha piazzato il suo bel link quale fosse il paladino della giustizia da noi oltraggiata?
Senti Gianluigi, il comunicato o il link (e non il commento) io non l'ho mai ricevuto. E ti dir di pi: Botta era tra gli ospiti programmati negli incontri universitari nell'ambito del mio corso: ha volutamente annullato dopo le diatribe con Lazier. Ci tenevo molto che i miei studenti conoscessero il suo lavoro e poteva essere anche occasione per approfondire la questione Ravello. Inoltre, visto che non appena sar effettuata la cancellazione qualcuno potrebbe pensare ad una censura, lo stesso Botta ci ha chiesto di eliminare tutti i suoi interventi fatti su antiTHeSi. Non condivido, ma rispetto e presto lo faremo. Di certo non posso condividere un'altra promessa che mi ha fatto, non certo edificante e di cui tralascio i particolari perch finirei per sminuire il personaggio, che avr anche grandi qualit, ma che deve imparare lui ad essere democratico.
Comunque sia, tralascio altri piccoli particolari che non credo interessino ai lettori, ma che Botta ed io conosciamo bene. Tanto basta.
Arrivano giornalmente veri e propri commenti in forma di "insulto" ma non appena si chiede a tutti questi idioti di approfondire, scrivere e farci pubblicare il loro parere, bh spariscono!
Ora, a me la morale non pu farla nessuno, questo sia chiaro una volta per tutte, perch sfido a trovare una sola persona a cui abbia chiesto agevolazioni carrieristiche. Il mio articolo stato frainteso nei suoi contenuti veri ed stato pretesto per ingaggiare una battaglia inutile, all'interno della quale siamo stati schierati tra i malfattori, fascisti, berlusconiani. Mio Dio!
Sicario? forse s o forse no, fatto sta che il tuo intervento stato davvero tempestivo rispetto quanto accaduto con Botta sabato pomeriggio.
con rinnovata stima
Commento
636
di Gianluigi D'Angelo
del 09/02/2004
relativo all'articolo
Con De Masi per Niemeyer
di
Paolo G.L. Ferrara
Credo che il punto di vista di Enrico Botta sia condivisibile, e piano piano se ne stanno accorgendo il giro. Possono non piacere i toni ma non bisogna perdere di vista i contenuti. Mi dispiace che il concorso che sta preparando il CPA sia boicottato omettendo link e non dandone comunicazione. L'informazione va garantita a prescindere dalle opinioni, sono poi i lettori a dare un giudizio.
un saluto
Gianluigi D'Angelo
9/2/2004 - Paolo GL Ferrara risponde a Gianluigi D'Angelo
Nessuno ha mai boicottato nulla. Semplicemente, non abbiamo ricevuto la segnalazione. Credo possa capitare qualche disguido anche con le e mail. Abbiamo sempre pubblicato tutto quanto Botta ci ha sottoposto.
Adesso mi sono un pò seccato di sentire antiTHeSi tacciata di boicottaggi vari: siamo stati i primi a garantire la libertà di espressione on line e ne abbiamo pagato lo scotto, visto e considerato che c'è chi, criticato, ne ha fatto una questione personale. Dunque, per favore, finiamola.
Botta, come chiunque, ha avuto lo spazio per dire e fare quello che credeva opportuno. Se il tuo intervento era finalizzato a metterci sul banco degli imputati, bèh hai sbagliato nettamente.
Botta ci ha comunicato di avere deciso di non volere intervenire più su antiTHeSi: ne prendiamo atto, ma, per favore, non mandi i sicari, perchè così finiamo per cadere nel ridicolo.
Commento
609
di Gianluigi d'Angelo
del 29/01/2004
relativo all'articolo
Domus 866: il Solid sea e la Solid architecture
di
Paolo G.L. Ferrara
Cari amici di antithesi, in questo angolo di rete si sta parlando molto, forse troppo, di questo nuovo Domus. Si fa critica della critica e questo pu essere costruttivo fino a quando non si perdono gli obiettivi da cui si partiti. Mi dispiace leggere certe affermazioni che si basano sul giudizio personale. Gino Valle pu piacere o no, ma questo rimane all'interno di una soggettivit che non va oltre la necessit di dedicare ad un architetto che fa parte della storia dell'architettura italiana degli ultimi cinquant'anni la minima e necessaria memoria. Gino Valle morto lontano dai riflettori, in silenzio. Anche al suo funerale si sono sentite molte assenze. Credo che Boeri abbia fatto bene a inserire l'articolo di Cino Zucchi. Al di la dei giudizi, per un "dovere di cronoca" negato dal resto del mondo editoriale. A parte questo e altre affermazioni di questo tipo, a prescindere se ci piaccia o meno la linea editoriale di Boeri, quello che possiamo criticare se all'interno di questa linea editoriale ci siano delle contraddizioni o delle lacune. Si pu essere d'accordo che la tragedia di porto palo lontana dall'architettura, se la si estrapola dal contesto questa potrebbe essere l'impressione, se invece la mettamo in relazione con la ricerca "solid sea" allora la tragedia assume un significato diverso. E' il contesto in cui leggiamo l'articolo,che gli da significato, evidentemente Boeri parte dal microcosmo di una realt per tracciare un macrocosmo di un continente e definirne la geografia. Domus di Boeri domostra che si pu fare contenuto anche con le immagini, quando queste non sono semplice illustrazione ma mezzo attraverso il quale leggere la realt contemporanea. Eviterei di fare retoriche classificazioni come "rivista teorica", affermazioni da gossip o confronti di sapore calcistico tra domus e architectural record. La rinnovata linea editoriale di Boeri credo metta domus fuori competizione con le altre riviste, insomma se piacciono le riviste alla Sudjic le edicole sono piene e non vedo il motivo per il quale anche domus dovrebbe continuare su questa linea. E che ben vengano per l'architettura italiana pubblicazioni sulle riviste americane di giovani studi come Labics di Roma.
Chiudo segnalandovi la mia lettura-recensione di Domus su channelbeta:
http://www.b-e-t-a.net/~channelb/speciale/021domus/index.html
un saluto gianluigi
Commento
548
di Gianluigi d'Angelo
del 13/12/2003
relativo all'articolo
Compriamo la Farnsworth House di Mies
di
Guidu Antonietti
Vittoria! La Farnsworth di Mies salva. Scampato il pericolo di essere venduto, l''edificio rischiava di essere spostato e alterato nella costruzione. Per impedirlo la National Trust for Historic Preservation (NHTP) e la Landmarks Preservation Council of Illinois (LPCI) si sono aggiudicate all'asta ieri 12 dicembre l'edificio di Mies van der Rohela alla cifra di 6.7 milioni di dollari (7.5 milioni comprese le tasse) grazie a tutti quelli che hanno contribuito con il loro supporto e hanno permesso di recuperare i soldi per comprarla. Una campagna riuscita che preserver la conservazione nel relativo luogo originale ed permetter l'accesso pubblico ad una delle case pi significative costruite negli Stati Uniti nel ventesimo secolo e solo uno dei tre edifici residenziali negli Stati Uniti di Mies van der Rohe.
Commento
346
di Gianluigi D'Angelo
del 21/05/2003
relativo all'articolo
Critica sul web come al Drive In?
di
Paolo GL Ferrara
caro Ferrara, l'articolo-appello che hai lanciato su antithesi riporta di nuovo l'attenzione alla critica sul web. Il tema non nuovo, forse perch pi grande per il suo parlarne piuttosto che per la sua concretezza. Certo prima di iniziare ogni discorso bisognerebbe capire bene cosa si intende per critica. Non credo per che sia necessario aprire un dibattito semantico-semiotico per affermare che troppo spesso si abusa di questo termine. Quasi tutto quello che leggiamo non altro che cronaca e opinioni. Inoltre si confonde la critica dal critico, ovvero il nome conta a prescindere dal contenuto. E da queste premesse partono ciclicamente costrutti logici che partono dal nulla e arrivano chiss dove. Ma in tutto questo il web per nasconde un grande valore positivo, quello di aver creato un nuovo paradigma circolare della comunicazione. Ma a questo ancora non siamo abituati. Per troppo tempo siamo stati recettori passivi. La capacit di interagire che offre la rete stata scoperta all'improvviso. I critici si sono sentiti attaccati, sono nate nuove figure mitologico-tecnologiche che dietro un fantomatico nick si sono fatti eroi di cause perse, per distruggere "un sistema" . E cos dietro queste scaramucce tra "poveracci" i veri baroni hanno continuato a vivere delle loro rendite. Questa la visione un po' cinica e volutamente fumettosa (tanto per non essere noiosi) che ho della critica nel web. Se invece parliamo di rete di informazioni ed opinioni che circolano on line il discorso diverso. Le riviste digitali rappresentano per me un valore straordinario perch sono l'esempio tangibile di democratizzazione dell'informazione dove ognuno di noi contemporaneamente emettitore e recettore. Non esitono pi dei ruoli definiti e cos anche il significato di critica assume nuovi significati e diventa prodotto intellettuale dinamico di una pluralit in continuo confronto e con il quale interagire attivamente e non pi pensiero guida da accettare passivamente. La proliferazione di riviste digitali ha pi volte posto l'interrogativo sulla qualit, ma non c' da preoccuparsi, come fanno spesso gli editori "su carta", in quanto la rete cos come facilmente crea, allo stesso modo nel tempo, per una sorta di selezione naturale, premia e condanna. Questo aspetto viene spesso ignorato. La logica del pullulare di riviste cartacee che contraddistingue il nostro paese ha provato a sbarcare sulla rete ma questa semplice legge di sopravvivenza ha fatto si che nel tempo concretamente sopravvivessero on line solo poche webzine. Certo le cose piano piano stanno cambiando, ormai arch'it ha quasi la rispettabilit di una rivista su carta. Il numero delle persone che frequenta le webzine cresce vorticosamente e le tirature delle riviste su carta sono tanto insufficienti che la met delle pagine sono di pubblicit. I grandi nomi dell'archittura offrono maggiori garanzie e lo spazio per gli emergenti pressoch inesistente. E cos nonostante il grande numero, le riviste su carta, rifugiandosi dietro i nomi "in voga", rischiano quasi tutte di assomigliarsi. Nel web tutto differente. Gli investimenti in gioco sono praticamente inesistenti e non necessario adeguarsi ad un taglio editoriale "commerciale". Cos nel web troviamo una variet di riviste molto differenti tra loro che, come tu stesso ricordi, ognuna ha delle caratteristiche differenti. Rigurado Channelbeta vorrei fare una precisazione, perch credo che la tua descrizione potrebbe essere fraintendibile. "Channelbeta.net di Gianluigi DAngelo non ha in apparenza taglio critico; ma se lapparenza inganna, bene, Channelbeta la veste perfettamente: accanto (e dentro) una normalissima e consueta sezione sulle news, DAngelo inserisce articoli di attualit architettonica su cui si pu certamente aprire una discussione critica."...come se noi nascondessimo dietro una facciata neutrale uno strumento implicito di persuasione. Forse pi giusto dire che Channelbeta offre una serie di livelli di lettura, e se ci si sofferma solo sulle news facile cadere in equivoci. Quello che noi cerchimo di fare non altro che utilizzare la rete sfruttando le sue peculiarit: economia, velocit, e interazione.
Per quanto riguarda la volont di interagire maggiormente sono sempre disponibile anche se credo che la strada non sia quella di creare sezioni comuni. Per quanto riguarda il monitoriaggio sulle "grandi opere" del governo Berlusconi credo che una cosa che meglio di Antithesi non pu fare nessuno e che noi segnaleremo volentieri. Farei piuttosto una riflessione sul commento di Fausto D'organ. Non credo che il mondo universitario sia ridotto cos male. O meglio l'aspetto da esamificio sempre esistito ed esister, e un simile compito prima di spettare alle riviste digitali dovrebbe essere perseguito proprio all'interno delle universit. E qui si apre non un capitolo ma un intero trattato....
Commento
290
di Gianluigi D'Angelo
del 20/02/2003
relativo all'articolo
Mobilit: il tempo in movimento
di
Sandro Lazier
Purtroppo dovevamo esserci anche noi di Channelbeta a Rotterdam. Devo dire che l'invito ci arrivato con molto ritardo e per questo non siamo riusciti ad organizzarci. Nel momento in cui lo abbiamo fatto avevamo un giorno di ritardo rispetto alla conferma indicata sull e-mail che ci stata inviata, sperando in un po' di elasticit da parte dell'oganizzazione, abbiamo avuto purtroppo una risposta negativa. Sono felice che almeno voi siate riusciti a documentare questo evento che senz'altro meritava una visibilit maggione. Tra l'altro nei progetti presentati a Rotterdam c'era ul'esposizione curata dalla DARC in cui sono presentati alcuni progetti sulla mobitit tra cui Ecoscape il progetto del DART Dipartimento Ambiente Reti e Territorio della Facolt di Architettura di Pescara.
Commento
268
di Gianluigi D'Angelo
del 29/01/2003
relativo all'articolo
Escusatio non petita...
di
Paolo G.L. Ferrara
non ho capito bene cosa c'entri Botta VS Silvestri con il master inarch... Enrico G. Botta secondo me non ha fatto niente di male nello scrivere ad alcune redazioni di riviste digitali per esprimere una sua opinione riguardo il titolo di un articolo di un quotidiano.. voi non avete mai scritto a nessun giornale per denunciare qualcosa.. per me questo un modo per interagire con i lettori e farli partecipare... non ci vedo niente di diabolico francamente... anzi pu essere visto come segno di stima e di legame verso una "testata". sul master inarch inutile prendersi in giro... la mancanza di borse di studio stata una scelta, perch se avessero voluto, non serviva scavare nei fondi Inarch per trovare i soldi necessari ma alzare di 200 euro l'iscrizione a quelli che pagano, d'altronde chi decide di spedere 4000 euro non ci ripensa a 4200. Non credete?
un saluto Gianluigi
29/1/2003 - Paolo G.L.Ferrara risponde a Gianluigi D'Angelo
Caro Gianluigi, la nostra linea è chiara: pubblichiamo e discutiamo se abbiamo elementi per farlo. Se Botta fosse stato coerente, avrebbe dovuto richiedere la pubblicazione delle sue certezze sul caso Silvestri. A proposito: doveva essere una questione tra addetti ai lavori? Ok, ma chi ha deciso di pubblicare qualcosa sull'argomento? Eppure tutti sapevamo e tutti abbiamo lasciato cadere la cosa. Mi spiace, ma non accetto che mi si dipinga come chi fa dei distinguo su chi attaccare (arch. Palumbo) perchè senza potere e chi non attaccare (Portoghesi, Casamonti) perchè con potere.
E' da questo episodio che è scaturito il legame tra Botta e master In/arch, perchè anche lì ci sono stati episodi poco piacevoli nei confronti di antithesi.
Paolo
Commento
32
di Gianluigi D'Angelo
del 15/12/2001
relativo all'articolo
Errata Corrige
di
Paolo G.L. Ferrara
Sono d'accordo con te sul fatto che spesso i programmi dei corsi universitari abbiano contenuti a volte totalmente discordanti dal tema del corso. Ma questo fatto in se non rappresenta un problema in quanto molto spesso accade anche il contrario, ovvero che docenti formulino un nuovo modo di interpretare il corso, perch in realt le tematiche che dovrebbero essere affrontate spesso si rivelano datate o didatticamente superate. Perci una lettura diversa di un corso da parte di un docente pu anche trasformarsi in una possibile alternativa lettura contemporanea di una disciplina. Faccio l'esempio del dorso di rappresentazione del prof. Livio Sacchi presso la Facolt di Architettura di Pescara. Nel caso specifico il corso indaga il tema della rappresentazione considerandola non solo come espressione oggettiva e mezzo di comunicazione ma anche come elemento critico la cui natura strettamente legata al progetto. Inoltre molto spazio dedicato ai nuovi metodi di rappresentazione lasciando allo studente libera scelta di espressione, dal disegno a mano al video digitale. Perci credo che non giusto criticare il fatto che non ci si attenga o meno ad un programma, quanto piuttosto a come viene condotto un corso universitario. E la risposta nei risultati: se un corso funziona certo che il numero degli studenti che non superano l'esame ridotto e la valutazione media dei voti alta. Se invece alla fine di un corso il numero dei promossi basso allora bisogna pensare che c' qualcosa che non funziona e questo qualcosa va ricercato in colui che gestisce il corso e non negli studenti, in quanto difficile credere che in corsi di alcune centinaia di persone ci sia un'alta concentrazione di "impreparati ". E' molto pi logico pensare che le responsabilit dell'insuccesso riguardino il docente. Critiche da fare al sistema accademico italiano ce ne sono molte, farle quasi come sparare su un'ambulanza. Le nostre universit hanno la media europea pi alta di permanenza degli studenti nell'ateneo per laurearsi. E questo fatto in se gi chiude ogni discorso. C poi il fatto che la riforma dei crediti per cercare di risolvere questo problema ha trovato la strada peggiore eliminando una delle poche caratteristiche che contraddistinguevano l'universit italiana e nonostante tutte le problematiche la rendeva comunque una delle migliori al mondo, ovvero l'interdisciplinariet, la lettura trasversale, lo spessore storico e critico, a favore di una nuova universit fatta di iperspecializzati, ovvero ignoranti in tutto tranne che in una cosa. Ci hanno privato di una delle poche cose buone che ci erano rimaste.
Se Brunelleschi moderno o no non fa molta differenza quando comunque pochi saranno in grado di conoscere contemporaneamente il significato di moderno e Brunelleschi
Un saluto Gianluigi
15/12/2001 - Paolo G.L. Ferrara risponde a Gianluigi D'Angelo
Appunto: come tu dici "...le tematiche che dovrebbero essere affrontate spesso si rivelano datate o didatticamente superate". Sono i docenti a redigere i loro programmi e, nella maggior parte dei casi, che insegnino "Storia", "Storia contemporanea" o "Storia moderna", i contenuti sono assolutamente gli stessi. Nel 1983 sostenni l'esame di Storia dell'architettura I con il Prof. Paolo Carpeggiani. Oggi, lo stesso docente insegna Storia dell'architettura moderna ed il programma è identico a quello di Storia I di...quasi venti anni fa. Dunque, il problema non sta nella critica al docente che si attiene o meno ai programmi. Tutt'altro. Il problema è che i programmi, come detto, li fa lo stesso docente...programmi didatticamente superati.
Concordo con te : la creazione dei Dipartimenti è stata la mossa azzeccata per creare tanti piccoli "regni", alla faccia della interdisciplinarietà e della preparazione globale.
Di Pescara inizio a sentirne parlare bene, quantomeno di alcuni docenti e della voglia di "fare". Livio Sacchi è persona, in primis, intelligente ed appassionata: due condizioni fondamentali per non entrare nelle facoltà sentendosi già "arrivati", ma comprendendo che il difficile inizia proprio quando devi confrontarti con gli studenti, unici veri giudici della capacità di un docente.
[Torna indietro]
Commento 732 di Gianluigi d'Angelo
del 30/04/2004
relativo all'articolo Stroncare la 'lobby del culo e camicia'.
di Paolo G.L. Ferrara
cari amici di antithesi, voglio cercare di chiarire il mio punto di vista sulla quiete che secondo me regna nel web che si evince dalle righe che Luigi ha pubblicato sulla sua newsletter e che Paolo Ferrara ha riportato sul suo articolo. Quello che ho scritto sono parte di una mail che ho mandato a Luigi Prestinenza dopo aver letto la sua idea di stroncature. In realt il testo era pi lungo e vi riporto il resto in maniera quasi totalmente integrale :
[...]
La "gente" abituata ad usufruire di un informazione preconfezionata veloce e poco impegnativa. Tutto ci che merita un minimo di approfondimento viene scartato. Si rimane in superficie. Si sfogliano le riviste. Al massimo si leggono i testi e si dimenticano dopo 5 minuti e si prendono come bibbia.... " cos.... lo ha detto...X". E' troppo complicato ragionare su delle cose quando al massimo trovi tutto gi "ragionato" quando "ti serve". La "gente" non pi abituata a pensare. E' troppo presa dal consumare voracemente l'informazione. Questa prima fase della societ dell'informazione sta per terminare, si sta bruciando della sua stessa linfa, stiamo per arrivare alla seconda fase, dopo un analfabetismo di ritorno a livello globale, setacceremo il mare di rifiuti di informazioni passate per analizzarle, una sorta di riscoperta del senso della storia post-contemporaneo. Mentre ora vediamo solo al futuro, piano piano incominceremo a riguardarci prima intorno, e vedendo come stiamo andando avanti, guarderemo di nuovo indietro per capire le ragioni di questo "stare". [...] Cercheremo le nostre radici, piano piano come tutti i grandi equilibri della terra, alla globalizzazione ci sar di risposta un grande senso della riscoperta delle radici, delle identit, come dici tu, il caratteristico, il peculiare, l'unico, verranno riscoperti. [...] vedrai che le cose cambieranno. Che le persone incominceranno ad avere consapevolezza del proprio singolo ed unico io, cogito ergo sum. penso dunque esisto. oggi: esisto dunque comunico. Verba volant scripta manent. oggi: scripta volant digital manent. Le grandi biblioteche possono anche bruciare ma la copia digitale riproducibile all'infinito e pur nella sua impalpabilit paradossalmente mai si perder. Nel bene e nel male [...]".
Quelle prime righe riportare da Paolo erano riferite ad un atteggiamento generale della maggior parte delle persone della "gente", che poi ci siano alcune che spargano veleni e attacchino tutto e tutti, rimangono pur sempre quella misera eccezione che conferma la regola. In fondo la rete sempre un mare piatto e queste non sono che piccole e localizzate burrasche che durano pochi giorni.
Riguardo il culo e camicia ecc.. delle reti referenziali, di relazione, amicizia, sfruttamento, leccaculaggine ecc... che si creano, credo sia un processo normale perch fa parte del modo di relazionarsi dell'essere umano. Non la rete di relazioni di favori ecc che bisogna mettere alla forca ma l'uso strumentale che se ne fa. E' normale che alla fine in un contesto culturale come quello dell'architettura oggi in Italia ci si conosce tutti ed normale che tra queste persone coesistano legami di amicizia e professionali. In fondo l'amicizia basata sulla stima, correttezza e condivisione di valori ed ideali e questi fattori fanno bene ai rapporti professionali. Fare la critica che fa arcaso molto pericoloso perch esamina i fatti ma da questo prima di dedurre che determinate circostanze siano strumentali non semplice. alcune cose che sono venute fuori da arcaso hanno svelato oscuri meccanismi e nel caso del concorso di Bagno a Ripoli addirittura abbiamo assistito all'annullamento di un premio. Altre volte ci sono stati degli accanimenti verso alcuni studi come per es i 5+1... in fondo nella storia del concorso priamar Guillermo Vasquez Consuegra si dimesso, per togliere ogni dubbio e questa non una dimostrazione di scorrettezza ma esattamente il contrario di grande onest. La rete di relazioni pur essendo rappresentabile con una mappa credo che non servirebbe a molto. pu essere simpatica vederla su domus, dove ha una precisa funzione, o sui libricini dei cliostraat, ma una mappa del genere "una topografia che descrive il modo in cui circola il potere , in senso positivo e negativo" come dice Luigi, che implica anche un valore morale e tende a misurarlo risulterebbe come un restyling ipertestuale della classica divisione sulla lavagna che si faceva alle elementari tra buoni e cattivi. A parte lo scarso interesse potenziale (a noi inf ondo ci interessa sapere questi retroscena? Quale utilit avrebbero? non la rete che definisce la qualit di un rapporto professionale ma il modo in cui i rapporti tra i singoli sono definiti. Una linea che collega due punti non dice questo, ci dice che sono in relazione ma non ci dice come. e nessuno pu dire in modo oggettivo che la persona A si relaziona con la persona B per avere favori o in maniera disinteressata. E' u