Traggo le riflessioni seguenti dal libro
"Constant. New Babylon, una città nomade" di Francesco Careri per l'Universale di Architettura, Testo e Immagine Torino.
Scrive Francesco Careri: "La storia di New Babylon comincia nel nuovo clima politico del 1956, l'anno del ventesimo congresso del PCUS e delle rivelazioni di Chruscev, l'anno delle insurrezioni in Algeria e degli scioperi in Spagna, Polonia, Ungheria. E' una storia che comincia in Italia e più precisamente ad Alba. E' in questa piccola città piemontese, infatti, che arte, politica e nomadismo trovano un primo terreno di incontro.
Alba era da sempre un antico crocevia delle carovane dei nomadi provenienti
dalla Francia ed era diventata in quell'anno anche il crocevia di diversi
movimenti artistici legati da un rinnovato impegno politico.
Nei locali sotterranei di un convento seicentesco, uno strano personaggio
chiamato Pinot Gallizio aveva allestito il proprio atelier per sperimentare
nuove forme di pittura.[…] Gallizio aveva proposto al pittore danese
Asger Jorn di utilizzare il suo studio come Laboratorio sperimentale del
MIBI, un movimento che attirò ad Alba un gran numero di artisti
da cui si formò più tardi l'Internazionale Situazionista.
Il 2 settembre si apre nelle sale del municipio di Alba il Primo congresso
Internazionale degli Artisti Liberi. Il calendario prevede fra gli altri
interventi di Constant, un artista che aveva condiviso con Jorn l'esperienza
del gruppo CoBra, e di Gil J. Wolman, il delegato dell'Internazionale
Lettrista, una formazione parigina fondata da Guy Debord e che recentemente
aveva aderito al MIBI. Molti interventi vertono sulle relazioni tra arte,
architettura e società, ma il discorso di Wolman pone all'attenzione
dei presenti una proposta concreta: per i lettristi è fondamentale
trovare un terreno d'azione comune per tutte le esperienze artistiche
presenti al convegno. Questo terreno deve essere l'urbanisme unitarie,
un'urbanistica "rivolta alla vita e contrapposta al funzionalismo
razionalista", un'attività creativa che porti a "scoprire
una nuova giungla caotica attraverso sperimentazioni prive di utilità
e di senso". Concludendo il suo discorso, Wolman afferma: "si
porrà la strada tortuosa, la strada incassata, il vicolo cieco
al posto del cemento teso.[…]"
" Dopo la sua prima apparizione a
New Babylon, il nomadismo ha percorso in lungo e in largo le architetture
radicali degli anni Sessanta, dalle tende geodetiche di Fuller al nomadismo
hippy di Superstudio. Ma i germi di Constant hanno attecchito soprattutto
nell'ambiente dell'Architectural Association di Londra. Peter Cook e Michael
Webb hanno più volte affermato che senza New Babylon non sarebbe
stato possibile immaginare la Walking City di Archigram. Nel lontano 1962,
quando ancora erano studenti, raccontano di aver preso avidamente appunti
durante una conferenza di Constant che li aveva letteralmente storditi,
e probabilmente a qualcuna di queste conferenze devono essere andati anche
Richard Rogers, Renzo Piano e l'olandese Rem Koolhaas, compatriota di
Constant, che nell'agosto del 1966 lo aveva intervistato sugli aspetti
nomadi di New babylon."
Constant Nieuwenhuys, nato nel 1920, è personaggio attualissimo.
Sentite cosa diceva nel 1948:
"Un'arte popolare non può corrispondere
alle concezioni del popolo, perché il popolo, anche se partecipasse
attivamente alla concezione artistica, non concepirebbe che formalismi
storicamente imposti. Ciò che caratterizza l'arte popolare è
l'espressione vitale, diretta, collettiva.[…] Una nuova libertà
sta per nascere, che permetterà agli uomini il loro desiderio di
creare. In questo processo l'artista professionista perderà la
sua posizione privilegiata: ciò spiega la resistenza di alcuni
artisti attuali. " (Constant, 1948)
Alla luce di questa frase, detta da un militante comunista, l'attualissima
polemica Fuksas-Gregotti (vedi
F. Pagnoncelli su arch'it) assume i toni di una farsa perché
i ruoli, destra e sinistra, paiono del tutto invertiti.
Ma ce n'è pure per quella sinistra che ha ridotto l'ideale della
tutela al recupero storico del pane e salame minacciati dalla tecnologia:
"La paura della tecnologia è reazionaria.
La liberazione delle masse è resa possibile solo dallo sviluppo
tecnico. Senza l'automazione della produzione, il potenziale creativo
delle masse resta solo un'illusione. Per New Babylon la tecnologia è
una conditio sine qua non. D'altra parte, io penso che la natura non potrà
più offrire un ambiente soddisfacente per il risveglio culturale
del mondo a venire." (Constant, 1971)
Ma oltre la pregnanza sociale e politica che ha caratterizzato tutto l'impegno
di Constant, rimangono del suo lavoro vere e proprie intuizioni spaziali,
quindi architettoniche:
"E' un fatto ovvio che nella società
utilitaristica, la costruzione dello spazio si basi su un principio di
orientamento. Se non fosse così lo spazio non potrebbe funzionare
come luogo di lavoro. Quando l'uso del tempo si giudica dal punto di vista
dell'utilità, è importante non perdere tempo e minimizzare
quindi gli spostamenti tra la casa e il luogo di lavoro."
(Constant, "Lo spazio statico" 1973)
"[…] Un'organizzazione statica dello
spazio è incompatibile con i continui cambiamenti di comportamento
che si possono produrre in una società senza lavoro. Le attività
ludiche condurranno inevitabilmente a una dinamizzazione dello spazio.[…]
Siccome non necessita di spostamenti rapidi, può intensificare
e complicare l'uso dello spazio, che per lui è principalmente un
terreno di gioco, di avventura e di esplorazione." (Constant,
"Lo spazio dinamico" 1973)
Non è difficile verificare con quanta attinenza gioco, avventura,
esplorazione spaziale stiano nelle architetture di Constant come in quelle
di Gehry. E' senza dubbio più difficile scoprire le tensioni nascoste
che ne hanno prodotto la genesi.
Constant, infatti, giunge alla concezione "ludica" dell'architettura
da una posizione ideologica chiara ed estrema. La filantropia e generosità
caratteristiche della sua personalità, negli anni in cui avviene
la sua crescita culturale, sono ideologicamente assorbite dal progetto
totalizzante di un comunismo planetario che non può concedere all'individuo
il privilegio di un impulso autonomo. Ma questo forte limite dottrinale,
motore concettuale delle avanguardie sue contemporanee, lo costringe a
cercare oltre i limiti della funzione pratica, oltre la barriera dimensionale
che ha nel "luogo", definito fisicamente mediante coordinate
e orientamento, il pilastro fondamentale dell'architettura stanziale.
Il luogo, un punto fermo che condiziona la vita degli individui e la loro
libertà, un punto che sommato agli altri genera aree omogenee che
determinano confini, frontiere fisiche, sociali, culturali. Confini che
generano discriminazioni, guerre, razze e religioni antagoniste.
L'intuizione di Constant è di una semplicità sublime: un'architettura
senza luogo, nomade, che proponga una casa comune per l'intera umanità.
La realizzazione pratica del suo progetto prevede l'assenza di un punto
fisico stabile perché, storicamente, la comunicazione tra le persone
era sempre avvenuta spostandosi da un posto all'altro. Quindi per conoscere
e comunicare si doveva disporre di una condizione nomade o altrimenti
privilegiata che permettesse la libera circolazione delle persone. Il
nomadismo fisico e le sue applicazioni divennero il suo credo. Una utopia
credibile, che affascinò e affascina l'intelligenza, ma che la
storia recente ha negato nella consapevolezza che la complessità
del mondo trascura disinvoltamente i modelli e le riduzioni formali dentro
alle quali l'uomo vorrebbe costringerla. Ma le tensioni rimangono e, quando
gli eventi maturano, è possibile raccoglierne i frutti. Oggi, New
Babylon si è realizzata nella rete informatica:
"New Babylon non finisce in nessun luogo (essendo
la terra rotonda); non conosce frontiere (non essendoci economie nazionali)
o collettività (essendo l'umanità fluttuante). Ogni luogo è accessibile a ciascuno e a tutti. L'intera
terra diventa una casa per i suoi abitanti. La vita è un viaggio
infinito attraverso un mondo che sta cambiando così rapidamente
che sembra sempre un altro." (Constant, 1974)

La concezione diversa di luogo, che governa idealmente la rivoluzione
informatica che stiamo vivendo, non necessita di un armamentario ideologico
che persegua un fine possibile perché l'informatica è una
realtà oggettiva, come il vento, la pioggia e le stagioni. La rete
informatica è un mondo virtuale senza confini che si sovrappone
a quello reale e lo domina perché possiede l'unico strumento di
cui necessita la nostra coscienza: la comunicazione. Il mondo reale, liberato
della sua funzione informativa di scambio, può pertanto concedersi
al gioco virtuoso di raccontare con i propri segni la ricchezza e bellezza
dell'esperienza umana, unico degno riscatto di una condizione tragicamente
breve.
Un riscatto che accomuna Gehry a Constant, passando per Alba.
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