Linguistica: che confusione

Linguaggio Architettura

Linguistica: che confusione


di Sandro Lazier
14/7/2002

Il tenore degli ultimi commenti arrivati conferma il fatto che le marmellate, se non si hanno enzimi adeguati e convenienti alla digestione, portano inevitabilmente al vomito.
Ci vuole pertanto una cura.
Abbiamo chiesto a Luca Zevi, che ringraziamo, di poter ripubblicare una serie di articoli apparsi in Larchitettura Cronache e Storia negli anni 1974/75 nei quali, in forma dialogata, autori come Samon, De Fusco, Lina Bo Bardi, Michelucci, Koenig, Branzi, Leti Messina e altri, diedero luogo a un dibattito relativo alla linguistica e alle invarianti zeviane.
Lindubbio spessore dei personaggi e limportanza del tema affrontato dovrebbero convincere i lettori meno attrezzati a considerare con maggiore attenzione le implicazioni di carattere principalmente linguistico di ci che la professione di architetto comporta; e consigliare loro una lettura meno astratta e superficiale di quello che stato ed tuttora lo sforzo teorico indispensabile a capire il mondo della comunicazione dei segni, nel quale larchitettura profondamente coinvolta.
Con cadenza quindicinale, riproporremo il dibattito partendo dagli articoli citati, con la speranza che i commenti che ne deriveranno potranno aiutarci a rispettare anzich offendere con buona pace per la convivenza civile e, per i pi raffinati, serviranno da stimolo per il pensiero, lintelligenza e lazione progettuale.
Iniziamo con larticolo di Samon.

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