Universit dell'aria venti anni dopo

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Universit dell'aria venti anni dopo


di Paolo G.L. Ferrara
30/7/2001

"Per un'università dell'aria" era uno dei cavalli di battaglia di Bruno Zevi.
Quando scrisse di ciò - più di venti anni fa- l'Università veleggiava in acque inquiete, rischiando di andare alla deriva.
Erano gli anni '70, forse i peggiori che le facoltà d'architettura abbiano vissuto. Peggiori per motivi spesso slegati dalla didattica e troppo frequentemente riferibili a situazioni extra culturali specifiche dell'architettura.
Il 19 e 20 luglio del 2001 credo di avere assistito all'attuazione nel reale di cosa Zevi intendesse per "Università dell'aria". Più di venti anni dopo Zevi, a Roma - presso la Sapienza- Antonino Saggio ha presentato il lavoro dei suoi studenti - corso di Progettazione architettonica assistita-. L'Università dell'aria ha preso vita attraverso il programma didattico e le ricerche degli studenti. Perfetta sinergia, chiarezza d'intenti e risultato apprezzabile dell'unione didattica/ricerca.
Zevi considerava plausibile l'università di massa solo utilizzando per la didattica strumenti di comunicazione di massa? Antonino Saggio porta i singoli studenti a creare un loro sito web personale, considerando il computer anche quale strumento di comunicazione del XXI secolo. La sinergia che si crea con il docente è su tutti i fronti: molti studenti assolutamente alle prime armi con il web riescono a creare un loro sito personale, guidati dalle indicazioni del Prof.Saggio sui significati che oggi assume l'avere un proprio "luogo" elettronico.
Attraverso il web, gli studenti di Saggio interagiscono con il mondo, oltrepassando la barriera- non solo fisica- dei muri universitari.
Zevi sottolineava quanto fosse necessario che l'università svolgesse appieno i tre compiti di didattica, ricerca e servizi per la comunità. I risultati del corso di Saggio parlano da soli: gli studenti si sono quasi tutti immedesimati nel significato d'unione didattica/ricerca. I lavori presentati sono frutto di una serie di lezioni tenute dal Prof.Saggio, da cui gli studenti hanno preso spunto per arrivare ad elaborare la loro rappresentazione, da intendere quale ricerca interrelata con la didattica. Ne sono uscite elaborazioni molto interessanti e, ciò che più conta, ragionamenti su ciò che era stato ascoltato durante le lezioni.
Ancora Zevi sottolineava come fosse illusione pensare che un docente universitario si mettesse in discussione oltre la personale nicchia. Antonino Saggio invita numerosi colleghi docenti ed architetti alla presentazione finale del lavoro svolto nel corso. Il dibattito è aperto a tutti: interviene Ranaulo seguito a ruota da Lazier e dagli altri ospiti. Si apprezza il lavoro degli studenti ma non si risparmiano - come giusto che sia - alcune perplessità. E' vero contraddittorio, cui gli studenti partecipano attivamente dandone lo spunto durante l'esposizione delle ricerche.
Siamo lontani anni luce dall'accademia…finalmente!
Durante il semestre, Saggio ha lasciato che le sue lezioni fossero riassunte dagli appunti degli studenti e, man mano, le inseriva on line nel suo sito. Il continuo aggiornamento - tanto auspicato da Zevi- corrisponde in pieno all "impegno scientifico-didattico". Ottimo.
Progettazione architettonica quale materia impossibile da trasmettere attraverso i media? Non più. Venti anni fa Zevi sottolineava che si sarebbero potuti trasmettere i tanti "pseudo" discorsi fatti dai docenti durante lo svolgimento di un corso di progettazione architettonica.
Oggi Saggio riesce a sfruttare la grande potenzialità del web e inserisce on line tutte le ricerche degli studenti, alcune con innegabili riferimenti alla progettazione nonostante il corso non avesse assolutamente quale scopo primo di costringere gli studenti ad ascoltare "[…]chiacchiere pseudo-filosofiche, pseudo-sociologiche, pseudo-linguistiche, pseudo-culturali".
I pericoli che qualche obiettore poteva sollevare contro l'Università dell'aria li aveva già annullati Zevi : "[…]obietta il pigro, l'inetto e il furbo: non c'è il pericolo che, con i mass-media, si finisca per massificare la cultura? o che il controllo esterno della didattica universitaria sia esercitato in senso politico repressivo? Scempiaggini: a) perché l'uso pluralistico, stimolato dalle forze universitarie, dei mass- media servirà a dimostrare che questi strumenti non sono affatto condannati ad incrementare il sottosviluppo culturale;
b) perché un regime totalitario, fascista o comunista di marca sovietica, sopprimerà non una lezione universitaria anticonformista, ma gli stessi canali dell'anticonformismo e del dissenso, le stazioni radio-televisive indipendenti".
Il corso di Progettazione architettonica assistita è per tutti, per chiunque abbia voglia di esserci pur non essendoci stato. E' per tutti coloro che hanno voglia di confrontarsi con cento e più giovani studenti, con le loro idee e, di riflesso, con quanto il docente ha con loro interagito.
Cosa chiedere di più?
Grazie al web, l' "Università dell'aria" è realtà. Grazie a Saggio alcuni giovani studenti ne hanno preso consapevolezza e vi si sono gettati senza remore, senza paure, senza obblighi di dovere seguire una ed una sola linea di ricerca. Democrazia del web perfettamente combaciante con la democrazia del docente.
I gruppi di cui abbiamo avuto modo di seguire l'esposizione si sono dimostrati assolutamente consapevoli del personale percorso intrapreso e, soprattutto, consapevoli delle imperfezioni, degli errori. Ciò è quello che più conta poiché rende un corso universitario ciò che deve essere: rendere consapevoli gli studenti delle loro potenzialità. A ciascuno di loro poi il compito di capirle.
Quando Zevi scrisse dell' "Università dell'aria", l'Università veleggiava in acque inquiete, rischiando di andare alla deriva. A distanza di venti anni e per motivi diversi da allora, l'università rischia nuovamente di andare alla deriva. Il corso di Saggio è un tentativo di salvarla. Indubbio: sicuramente non è il solo, ma è necessario che il gruppo cresca sempre di più, remando contro corrente a quanto i baroni fanno, consapevoli di andare alla deriva.

n.b. I brani riportati sono tratti da "Editoriali di architettura" di B. Zevi - ed.PBEinaudi -pagg.388-390

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