Su Cervellati a Pistoia

Opinioni

Su Cervellati a Pistoia


di Alessandro Suppressa
17/12/2004

Andando oltre i toni che si addicono ad un consigliere di opposizione, il recente intervento di Alessio Bartolomei, relativamente al piano del Prof. Cervellati, contiene elementi su cui vale la pena riflettere.
Data la questione sollevata, dovr fare riferimento ad iniziative promosse dallOrdine degli Architetti di Pistoia, ma le considerazioni di questo intervento sono svolte esclusivamente a titolo personale. Innanzitutto i fatti: la Giunta precedente decide di affidare lincarico per la redazione del Piano del Centro Storico al Prof. Cervellati. Larchitetto figura di indubbio rilievo: oltre allesperienza ha il merito della chiarezza. Si pu condividere o no le sue posizioni ma in considerazione dellimpronta un po ideologica dei suoi convincimenti non si pu certo dire di non comprenderli.
Allora chiedo se Cervellati stato scelto sulla base di una preventiva condivisione della sua impostazione ( veramente il medico per i nostri mali), dopo aver attentamente vagliato la sua esperienza e soprattutto i risultati dei suoi interventi attuati in altre citt.
E gi successo in passato con larch. De Carlo per larea ex Breda: altro nome importante, un po di moda in quel tempo tra le giunte di sinistra. Risultato: tanti elogi, tante relazioni, pubblicazioni, incontri pubblici ma risultati concreti zero.
La sensazione che la lezione non sia servita: non basta chiamare il nome altisonante se la committenza, in questo caso lAmministrazione comunale, non chiarisce prima a se stessa e poi ai propri cittadini gli obiettivi programmatici da perseguire in tema di modificazione degli assetti urbani e della qualit degli interventi. Senza la ricerca del consenso (significa spiegare bene tempi e modalit degli interventi) i processi urbani non decollano e alle prime avversit i programmi vengono mutati da logiche pragmatiche.
Allora chiedo, lattuale Giunta e lattuale Consiglio condividono pienamente la rigida impostazione di Cervellati, come risulta dal primo e unico documento presentato nel luglio del 2002 (!), oppure con fatica cercano di gestire pi per opportunit uneredit un po scomoda?
Quanto contenuto nella prima fase del piano presenta (come sempre successo nelle tante elaborazioni del passato) analisi in gran parte condivisibili ma anche perplessit sulla scelte.
Il professore in estrema sintesi (e mi scuso con lui) sostiene (a ragione) che siccome gli interventi realizzati negli ultimi decenni, anche in aree di pregio, dimostrano scarsa qualit giunto il momento di smettete e di andate a divertirsi in periferia (tanto in quel contesto si fatto e si pu fare di tutto!). E afferma :in questa (citt murata) superficie limitata gli interventi non possono discostarsi dal restauro inteso quale restituzione delloggetto su cui si interviene.
AllAmministrazione e al Prof. Cervellati si chiede di mettersi in dialogo con la citt (non basta una trasmissione televisiva, poich la partecipazione attiva e ben altra cosa) e di indicare gli strumenti per favorire (nel pubblico e nel privato) interventi di qualit e di maggiore trasparenza in cui rivisitare la storia anche attraverso i segni della contemporaneit. Negli incontri di architettura promossi dallOrdine, abbiamo preso visione di tante esperienze interessanti, innovative e rispettose dei contesti ma anche in grado di vivificare il tessuto urbano e lidentit dei luoghi: Pistoia mi pare che ne abbia bisogno.
I temi del centro storico, del riassetto dellospedale del Ceppo e dellarchitettura di qualit dovrebbero infiammare la passione civica e invece tutto scorre lentamente in un silenzio assordante.
Ritengo che una delle maggiori differenze tra un governo di centro sinistra rispetto ed uno di centro destra sia quella di avere una maggiore propensione per immaginare il futuro, cercando di essere creativi e creatori di sogni; senza rinunciare ad una progettualit ampia che non insegua continuamente le emergenze della citt (atteggiamento certamente pi rassicurante).: gettare il sasso oltre lo stagno affermava in occasione di un recente incontro lo studio milanese dei Metrogramma.
Occorre riportare al centro la qualit dello spazio pubblico il quale rappresenta la spina dorsale di ogni modificazione urbana e tutto ci dovrebbe essere portato avanti in un costante confronto con le parti vive della citt (anche questa dovrebbe essere una peculiarit delle amministrazioni di centro sinistra) e adottando strumenti operativi (come il concorso di idee) gi ampiamente sperimentati in tutta Europa.
La sensazione evidenziata dal consigliere Bartolomei, forse pi psicologica che reale, di essere commissariati tangibile: allAmministrazione il compito (con i fatti e i comportamenti) di dimostrare il contrario.

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