Je te veux<br><small>(per Loos)</small>

La vie en Rosa

Je te veux
(per Loos)


di Ugo Rosa
2/4/2018

Come scrive Kierkegaard: alla base della certezza del passato v questa incertezza che lo caratterizza nello stesso modo dellavvenire, questa possibilit da cui il passato non potrebbe mai risultare con necessit (Briciole di filosofia) e ogni storico (ma anche ogni critico, ammesso che si possa essere una cosa senza laltra) scommette, su questo, la sua stessa esistenza.
Se il passato fosse dato una volta per tutte non ci sarebbe storia n critica possibile.
Adolf Loos, come ogni grande inattuale, rimette in gioco il passato e lo rende criticamente presente contro lattuale che al contrario lo annienta, schiacciandolo sulla icona totalizzante di un presente-presente dato, una volta per sempre, in tutta la sua apparente, scintillante e frivola, disponibilit. E per questa ragione che Adolf Loos pot tranquillamente non temere di essere giudicato non moderno. Egli sapeva benissimo che la verit, anche se vecchia di secoli, ha con noi un legame pi stretto della menzogna che ci cammina al fianco. Per questo sta, come nessun altro, ancora dentro larchitettura pur rimanendo del tutto estraneo alla comunit degli architetti. Estraneo allora come oggi e anzi oggi pi di allora.
Per quanto gli architetti, infatti, abbiano costruito anche a lui un monumento, assegnandogli un posto definitivo nella storia dellarchitettura (e forse proprio per questo motivo) la sua figura sempre rimasta fuori dal mazzo di carte con il quale giocano tra loro. Troppo ingombrante ed eccessiva, in realt, per magazzini culturali cos stipati di contemporaneo e di attuale.
Certo si trova ancora qualcuno disposto a citare le sue parole e, perfino, di tanto in tanto, la sua architettura ma senza mai superare la patina dellomaggio formale. Troppo duro e rischioso sarebbe giocare davvero il suo gioco in un mondo che pretende di essere raccontato dallarchitettura e descritto, in quel racconto, come il migliore dei mondi possibili: puro, indiscutibile, PRESENTE. Un mondo che castiga linattualit come il peggiore dei delitti. E Adolf Loos fu linattuale per antonomasia; non perch fosse in anticipo o in ritardo sul suo tempo n perch sia vissuto nel posto sbagliato.
Se fosse morto prima del 1870 oppure nato dopo il 1933 sarebbe stato ugualmente inattuale e inattuale sarebbe stato se fosse nato a Londra o a Chicago invece che a Brno e vissuto a Praga o a Roma e non a Vienna.
Inattuale, Adolf Loos, ancora oggi, in qualsiasi parte di questo pianeta. Perch la ragione della sua inattualit non consiste in una contingenza spaziotemporale ma in un paradosso esistenziale: egli fu un critico del suo tempo e ne fu, contemporaneamente, larchitetto al punto che in lui larchitettura fu la prosecuzione della critica con altri mezzi (o viceversa). Questo fu e rimane uno scandalo.
Hans Schmidt, altro grande inattuale dellarchitettura, scrisse una volta: Loos un fenomeno assolutamente fondamentale della nostra epoca e io, per il poco che conta, tendo ad essere daccordo con lui. Le mie ragioni prescindono dal mattone e dalla lettera e non riguardano, in fondo, quello che Loos ha scritto e costruito quanto piuttosto quello che Loos stato e, forse pi di tutto, quello che stato capace di non essere.
In lui larchitettura, nellatto stesso della consacrazione della casa, si dispone a sparire: con un unico gesto essa viene mostrata e (rimessa a se stessa) scompare. Lo fa ritrovando i suoi fondamentali (che non sono certo le finestre n i cessi n le scale o quegli altri elementi dellarchitettura che oggi i mestieranti alla moda chiamano cos senza avere la pi pallida idea di cosa stanno parlando).
La differenza tra gli interni e gli esterni, nelle architetture loosiane, non che la conseguenza di questo raccogliersi dellarchitettura in se stessa e del suo affermarsi come critica dellattuale e non suo mero commento o, peggio, apologia. E questo accade nella medesima citt e negli stessi anni in cui larchitettura come pura descrizione epocale trova, con la Sezession e la Wiener Werksttte il suo apogeo.
Pu sembrare paradossale (e lo sembrato a molti) che larchitetto che pi apertamente afferma la sua distanza dal moderno sia, poi, il pi radicale nellopera di purificazione dellarchitettura da ogni incrostazione ornamentale e archeologica ma una cosa, in realt, non poteva darsi senza laltra.
Lornamento, per Loos, delitto perch non pu esimersi da una componente puramente descrittiva che, al contrario, larchitettura deve rifuggire se vuole mantenere la sua incisivit critica. Il luogo del rapporto inevitabile con il passato non , dunque, quello della superficie dellarchitettura ma quello del suo fondamento, non riguarda lesito ma il principio e questo rapporto pur non venendo mai a cadere rimane sempre aperto al possibile, del tutto privo di qualsiasi velleit archeologica o filologica.
Il passato, per Adolf Loos, non dunque mai passato perch si tesse al presente in trama fittissima.
Nessun altro architetto avrebbe potuto permettersi di progettare un grattacielo in forma di colonna dorica, rimettendo in gioco (letteralmente oltre che metaforicamente) una Storia dellarchitettura considerata immobile e congelata sui libri di testo. E di farlo senza neppure un brivido di quella febbre storicista che talvolta prende gli architetti facendoli delirare.
Perch anche Loos, come langelo di Klee secondo Benjamin, corre in avanti lo sguardo rivolto allindietro proprio al contrario dei suoi colleghi (iper)attuali che invece, fermamente rivolti in avanti, corrono pazzamente allindietro.

...

www.antithesi.info - Giornale di Critica dell'Architettura - Tutti i diritti riservati