Disciplina 13

Opinioni

Disciplina 13


di Gianni Marcarino
3/1/2013

Allegoria dellobbedienza

(Giotto - Basilica Inferiore di Assisi, Allegorie francescane, 1306 -1311)
Sotto una loggia, di carattere cosmatesco, lObbedienza, alzando lindice per comandare silenzio, impone il giogo a un frate che le sta dinanzi in ginocchio. Ai lati, la prudenza bifronte col compasso, lo specchio e lastrolabio e lUmilt con un cero. Sotto lUmilt, un angelo impedisce lingresso ad un centauro, simbolo della superbia; presso la Prudenza, un uomo e una donna, guidati da un angelo, chiedono di essere sottomessi al giogo.

Finisce un 2012 che, secondo autorevoli interpretazioni, vede il nostro paese momentaneamente salvo dal baratro finanziario e indirizzato verso un futuro di maggior rigore, seriet, per dirla in breve, disciplina. Al netto del fatturato delle attivit delle mafie, dei costi indotti dalle burocrazie e dalle attivit di natura pubblica, necessarie fino alla soglia dello spreco (che da noi non trova oggettivi limiti legali e reali controlli, pur avendo una Costituzione da Sogno, come direbbe Flavio Briatore), abbiamo messo insieme il pranzo con la cena con la manifattura, con la trasformazione di materia prima in beni di consumo tramite l'uso della tecnica, guidata dall'intelligenza. Abbiamo anche tentato di sviluppare ed evolvere positivamente la qualit dei servizi, il turismo, l'agricoltura ed altre belle potenzialit che sono nelle nostre corde. Il tutto frenato da una burocrazia incredibile che ci regala tomi interi per normare aspetti che negli altri paesi europei sono regolati da dieci chiare righe, punto. Questo in ossequio sempre alle garanzie costituzionali che hanno consentito tranquillamente di incendiare con il napalm le pensioni della classe mediobassa per poi ergersi a difesa, sempre costituzionale, delle pensioni milionarie e degli stipendi (da sogno..) dei boiardi di stato.
Dietro il dito delle questioni ideali e ideologiche si sta consumando uno scontro tra il mantenimento dello status Quo di una spesa pubblica incontrollata, mantenuta da un continuo aumento di tasse che minano sempre pi la tenuta del mondo produttivo, e la scelta di riorganizzare la funzione ed i costi dello stato secondo criteri pi razionali, imponendo limiti oggettivi e reali alla discrezionalit dei partiti politici e loro collegati in economia.
Gli esiti di questa partita condizioneranno le potenzialit future delle nostre attivit produttive, non solo, anche quelle intellettuali.
Cambiare gli italiani (se non sbaglio idea accarezzata anche nel ventennio, quello tutto novecentesco..) proposito molto forte, richiede un chiarimento di motivazioni e di metodo che non lascino dubbi sulle intenzioni e sugli obiettivi. In gioco c' la libert degli individui di determinare la propria vita, di fare scelte in un campo possibilmente ampio di opzioni e non sempre pi ristretto. Se l'obiettivo la pura disciplina in omaggio ad un ordine tecnico-finanziario, omologato a livello europeo, temo che quello che abbiamo saputo produrre a livello creativo prender definitivamente la china del declino. Mi chiedo anche quale sar allora il nostro ruolo, la nostra abilit.
Quando Steve Jobs si pose il problema di cercare un designer per dare anima ai prodotti Apple, avendo capito che la tecnologia non il fine ma il mezzo, pens ad un italiano e, per primo, a Giorgio Giugiaro. Ha ragione Oscar Farinetti quando dice che siamo meno dell'uno per cento della popolazione mondiale, ma la parte restante del mondo vuole i nostri prodotti. Dentro il nostro design, se per design non intendiamo solo la forma o la superficie del prodotto ma tutto il processo materiale, intellettuale, etico che lo compone, incluso un messaggio di libert e di speranza che linguaggio universale.
O almeno lo stato nel novecento quando si incrociarono le vite di artigiani coltissimi nella capacit di lavorare, e intellettuali determinati a trasformare in fatti e oggetti astratti concetti di novit e cambiamento. Gente giovane.
Di fronte a questi temi si rischia sempre la macchietta: noi santi, eroi, navigatori ecc... ma la realt di quello che abbiamo creato e sappiamo produrre un dato oggettivo, che ha trovato terreno fertile in una condizione sociale ed esistenziale favorevole, ordinata o disordinata che fosse.. Forse, questa, la faccia pi presentabile del nostro paese.
Vedremo come cambier questa faccia.
Buon 2013.

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