Design inerba
 
  Oggi il 11/10/2007
Design
Design inerba
di Gianni Marcarino
"La storia di questo oggetto: "erba voglio" (nome del tavolino) nato cos per gioco, facendo girare la matita sul foglio bianco cosa che capita soprattutto nelle ore notturne dopo una giornata di "copia-incolla" o peggio "specchia" davanti ad un PC.
Loggetto vivo, ha bisogno di cure, va innaffiato, potato, concimato e non solo spolverato ed osservato dai potenziali fruitori (negazione del concetto della massaia/o con il pallino dellordine e della pulizia es. pattine per non rigare il pavimento da 150 euro al mq.) non ha alcun senso
."
(Arch. Luca Toppino, 27 anni [email protected] )

Luca Toppino, con "erba voglio", lavora sul versante artistico. Il design, inteso come ricerca formale e materica non trova spazio in questo lavoro. Per assonanza linguistica la prima immagine che ha evocato il comodino, stato "Pratone" (1969), impossibile seduta dell'architetto Derossi, prodotta alla fine anni 60. Enormi fili d'erba in materiale sintetico, opponevano un paesaggio naturale all'innaturalit della materia di cui erano costituiti. Lo sviluppo tecnologico, l'affermarsi di una societ guidata dalla tecnica, trovava interlocutori critici che, pur lavorando con nuovi prodotti dell'industria, cercavano di opporre alla direzione unica dello sviluppo economico, un paesaggio poetico. Il comodino, sottrattogli il manto erboso, un oggetto comune rintracciabile in quasi tutti i cataloghi di mobili.Toppino non cerca neppure un aggancio positivo con materiali di ultima generazione od un riuso possibile e positivo dello stesso oggetto. Spinge il pedale dell'ironia e dello spostamento di senso, usando l'arte come "erba" per una possibile (od impossible) alternativa di vita.



link:
http://www.designboom.com/eng/funclub/gufram.html

http://www.gufram.com/multiple/pratone.html
http://www.archinform.net/arch/...
  ...
  2/11/2003
---->versione stampabile
 

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