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commenti
all'articolo: I veri mostri Articolo in risposta a Terranova e ai suoi Mostri3 di
Mara Dolce
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discendente, dall'ultimo al primo.
risposta a Lenzarini
Non rispondo allottima analisi di Terranova sulla vicenda Ara Pacisma alla posizione che Terranova assume sulle demolizioni , questultimo infatti, allega un link a fine articolo che riporta alle vicende di Corviale e Laurentino sulle quali ha scritto.
Ed al Laurentino che viene paragonato, con elegante similitudine, il malfermo ponte odontoiatrico nella bocca del sig. Terranova e non ai presunti problemi urbanistici generati dall'edificio di Meier.
Trita, populista e vanziniana la difesa di unarchitettura di qualit (per Souto de Moura e Las Casas neppure un esclamativo) ; raffinata e alta loperazione di sensibilizzazione culturale degli 'Amici del Mostro'quelli che difendono le case, gli architetti e la storia mica le persone che ci abitano: vorrebbero sensibilizzare gli abitanti di Corviale che questultimo deve esistere e loro ci devono vivere perch testimonianza dellopera del suo autore o forse perch , come direbbe Lenzarini un esempio di forma d'arte espressiva e comunicativa ?
Sono daccordo con Lei invece, a chiamare in causa Alberto Sordi, quando scrive del ruolo dellarchitetto: Tutti gli artisti praticanti altre discipline sono tanto pi bravi quanto pi hanno un messaggio profondo da comunicare, quanto pi esprimono una personale visione della realt, un'originale analisi della societ, quanto pi stimolano il pubblico a pensare, quanto pi dicono le cose che nessuno vuole sentire(...)
Il provincialismo dellaffermazione (la nostra fortunatamente, la generazione che ha scelto larchitettura costruita negli studi di architettura allestero e non quella chiacchierata e scritta delle pubblicazione dei dipartimenti italiani)- pari solo alla comicit suscitata dalla sospetta e accorata difesa di Terranova.
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al signor Alessio lenzarini
Complimenti per il discorsetto. Lei, dunque, un senzatetto?
O vive con eccitante scomodit su di un cubetto in clsa speciale donatole da Peter EINSTEIN?
Cosa leggo? l'auspicio ad un'architettura come "..forma d'arte espressiva e comunicativa". Quisquiglie da Beaux Arts.
Non di mostri privati n di luoghi pubblici, ma di luoghi comuni e dei loro "inverso" fatta l' Italia e se l'architettura diventasse comunicativa (Eisenman ce ne scampi) questo al massimo comunicherebbe. Meglio muta.. e (aim) funzionale, aspettando la primavera.
Architettus
Architetti
Architetto
Architettum
Architette ( signore plurali)
Architetto
Tutti architettano, con qualche eccezione: ecco come si declina l'architettura.
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Chiedo scusa per la forse eccessiva vis polemica, ma non posso che dichiararmi annichilito dalla sequela di amene banalit, senza capo n coda, sciorinate da Mara Dolce. Ma che siamo in un film di alberto sordi? O in un sito di Italia Nostra?
L'annoso e spinoso dibattito su Corviale equiparato ai piagnistei conservatori contro l'Ara Pacis di Meier? L'intelligente campagna di antiretorica sensibilizzazione culturale degli 'Amici del Mostro' definita un 'imbarazzante ludicismo'? (a me invece crea parecchio imbarazzo la moda di appioppare l'epiteto di ecomostro a qualsivoglia edificio, perfettamente legale, che disturbi l'arcadico senso estetico di certi signori...) Un personaggio spudoratamente neo-con come Giorgio Muratore (fomentatore, tra l'altro, di ininterrotti piagnistei antimeieriani sul blog Archiwatch), che detesta cordialmente qualunque poetica architettonica non risalente ai tempi in cui era giovane e bello, messo sullo stesso piano di Antonino Terranova, semplicemente per la comune difesa di Corviale? L'ottima analisi di Terranova sulla vicenda Ara Pacis (cui peraltro Mara Dolce pretenderebbe di rispondere) limitata e circoscritta ad una frase, ovvero all'ovvia ammissione di alcuni problemi di base (nefasta ingerenza della soprintendenza) che minano parzialmente la buona riuscita del progetto di Meier? I mali dell'architettura italiana attribuiti alle posizioni culturali di Muratore, Terranova 'e altri come loro' (posizioni peraltro, come gi detto, antitetiche)? I presunti problemi urbanistici generati dall'edificio di Meier tranquillamente paragonati, con elegante similitudine, ad un malfermo ponte odontoiatrico nella bocca del sig. Terranova? Effettivamente, l'iniziale citazione morettiana non abbastanza calzante: siamo in piena zona Vanzina!
Tuttavia, a ben guardare, un filo conduttore concettuale nell'articolo di Mara Dolce in fondo esiste: ed la trita, populista, acritica contrapposizione tra valore della 'abitabilit' e valore della 'idea'! Contrapposizione che, tradotta in termini di dibattito architettonico, significa semplicemente rifiuto dell'architettura come forma d'arte espressiva e comunicativa. Tutti gli artisti praticanti altre discipline sono tanto pi bravi quanto pi hanno un messaggio profondo da comunicare, quanto pi esprimono una personale visione della realt, un'originale analisi della societ, quanto pi stimolano il pubblico a pensare, quanto pi dicono le cose che nessuno vuole sentire: gli architetti, invece, non lo possono fare, perch altrimenti deturpano il territorio, ammorbano i cittadini coi loro formalismi egocentrici, talvolta addirittura (corre voce) minano le basi della quiete sociale! Borges stato un genio, per, sai, era uno scrittore... se fai l'architetto il tuo modello deve essere Barbara Cartland, il tuo dovere perseguire una quieta e armoniosa abitabilit, che mandi tutti a letto col sorriso sulle labbra! Probabilmente, un bravo architetto riesce anche a dare qualcosa in pi sul piano del mero piacere di abitare, ma vorrei che mi si spiegasse una volta per tutte che cos'hanno di cos tremendamente inabitabile le tante villette a schiera o palazzine geometresche che affollano il nostro immaginario urbano: il problema, semmai, la carenza sul piano dell'espressione contenutistica, dello stimolo intellettuale, del coinvolgimento emotivo e, soprattutto, sul piano dello scardinamento dei canoni estetici consolidati.
Spunto di riflessione: tutto il percorso critico e progettuale di Peter Eisenman (a opinabilissimo parer di chi scrive, il pi importante architetto del '900) prende le mosse, circa trent'anni fa, da una considerazione semplicissima, al limite del banale, che si pu sommariamente riassumere cos: l'architettura rimasta indietro, rispetto a tutte le altre arti, come capacit di esprimere lo spirito del tempo ovverosia il relativismo novecentesco; questo fatto dovuto all'intrinseco legame della disciplina architettonica con l'idea di abitare e conseguentemente con l'idea di stabilit; al contrario delle altre arti, l'architettura non riuscita a crearsi un linguaggio compiutamente moderno, ovverosia destabilizzante, poich era pi difficile destabilizzare una disciplina che risultava intrinsecamente legata all'idea stessa di stabilit; affinch questo avvenga, bisogna temporaneamente separare la prassi architettonica da ogni zavorra extralinguistica (stabilit, abitare, luogo, firmitas, funzionalit) per immergerla in un rigeneratore bagno autoreferenziale; solo quando l'architettura avr sviluppato un proprio autonomo linguaggio compiutamente moderno, allora potr ricominciare ad assolvere a tutte le istanze extralinguistiche che la caratterizzano, ma esprimendo nel contempo, al pari delle altre arti, lo spirito del relativismo novecentesco.
Quanto Eisenman auspicava credo in questi trent'anni sia in gran parte avvenuto, perlomeno a livello di architettura 'alta'... molte nuove strategie compositive sono state elaborate da pochi maestri e sono oggi a disposizione di molti aspiranti allievi... affinch la svolta si avverta anche a livello di qualit diffusa, la strada ovviamente lunga... sarebbe gi un grande passo in avanti non continuare ad incaponirci sul problema dell'abitare...
buona giornata a tutti
alessio lenzarini
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Perch mai la manda in crisi una possibile contraddizione tra la strana e dura bellezza di alcuni manufatti (corviale, rozzol melara, le vele, il laurentino, etc......) e il fatto che per molti motivi ci si viva male? Pensando che inoltre molti di questi sono del tutto alieni al tema architettonico?
E che forse nella tanto decantata citt antica e storica non c'erano molti edifici e tessuti invivibili ma che con l'andare del tempo, e sopratutto della tecnica sono stati pian piano trasformati e adosso noi li troviamo vivibili, funzionanti e sopratutto bellissimi.
Ossia: per quale motivo non si vuole dare al Moderno la stessa chance dell'antico di essere modificato dal tempo diventanto un valore contemporaneo?
Vada l'autrice a vedere i bellissimi quartieri delle citt mediterranee europee ormai lindi e pinti e guardi gli analoghi disperati mediorientali, e rifletta sul fatto che se corviale non le piace, forse non merita di essere abbattuto.
Ma cambiato, architettonicamente, forse si......
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