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Il recente dibattito sulle demolizioni triste per almeno due motivi.
Il primo che stato accompagnato da un impegno anti-demolizioni
all'insegna di un imbarazzante ludicismo che gioca sul paradosso, che raccoglie
firme e slogan , quello che si chiama Mostri Metropolitani o Amici del Mostro,
che ha visto risorse economiche delle universit messe a disposizione
di siti web come quello realizzato da Casavola. http://www.amicidelmostro.org/
Il secondo e pi importante, che non si affrontato
il tema delle demolizioni - che una realt di molte citt
europee - in termini seri, facendo una riflessione a partire innanzitutto dalla
qualit dell'architettura e della sua abitabilit.
E`deludente ad esempio, leggere Giorgio Muratore (Area, febbraio, 2002)che afferma
che bisogna salvare Corviale perch "Mario Fiorentino
stato sicuramente uno dei migliori architetti romani della seconda met
del secolo scorso" . Ed grave che Terranova, professore ordinario
di una facolt di architettura, affermi: " facile difendere
un'architettura bella, pi difficile celebrarne una venuta un po' male.
Anche se carica di forza polemica."
insopportabile la distanza che sottende queste affermazioni: stiamo
parlando di quartieri dove vivono migliaia di persone, non di un monumento,
di una casa, di un'opera isolata, eppure Muratore vede Corviale come la testimonianza
dell'opera di un architetto, prima ancora che un quartiere dove abita gente.
Perch Terranova e quanti come lui che difendono milioni di metri cubi
di architettura mediocre, (la "carica polemica"
forse un parametro di abitabilit ?) non abita in un'architettura "venuta
un po male,
ma carica di forza polemica" piuttosto che in architetture molto pi
semplicemente"belle"? Stiamo parlando di quartieri come Laurentino,
Spinaceto, Tor Bella Monaca, Quartaccio, Tor de' Cenci, Tor Sapienza, Corviale,
che sono una vergogna, dal punto di vista architettonico, dello spazio urbano,
dei materiali, della costruzione, difenderli da irresponsabili.
Sono il risultato di un gesto architettonico che faceva riferimento a unidea
distorta dell'architettura che contrapponeva l'ideologia e il concetto all'estetica,
come risposta ai problemi dell'abitare.
Terranova, Muratore,Casavola e altri come loro, nella loro imbarazzante - nei
modi e nei contenuti - difesa di queste vergogne dell'architettura italiana
, portano avanti una teoria superata: il valore dell'"idea"e del concetto,
innanzitutto. Se l'architettura in questo paese non prende quota grazie
anche a persone come loro che occupano posti di potere nell'universit
e che trovano spazio e voce per dire quello che dicono. Hanno mai visitato per
caso Terranova e Muratore le splendide case popolari di Souto De Moura e di
Manuel De las Casas? Lo facciano e capiranno l'inutilit di definizioni
come "carica polemica" applicata all'architettura.
In tutte le professioni gli errori sono qualcosa che quando si scopre di aver
commesso si prova a correggerli, una sentenza ingiusta, un'operazione chirurgica
mal riuscita.., nell'architettura invece l'errore viene difeso e addirittura
celebrato, come nel caso di Corviale.
E' come se un bravo dentista facesse un ponte sbagliato a Terranova, questi
si lamenta, dice che l'intervento non riuscito non lo fa vivere bene, che non
riesce a masticare, si sbava tutto quando mangia e sbiascica quando parla, chiede
pertanto che gli venga rimosso e sotituito con uno funzionale alle sue necessit.
Ma ad un certo punto arrivo io e metto su un sito web che si chiama "amici
dei ponti dentali sbagliati" e scrivo una serie di articoli che tendono
a dimostrare come e perch Terranova quel ponte in bocca se lo deve tenere
tutta la vita adducendo tra gli argomenti, il fatto che il dentista in questione,
un ottimo professionista, ne ha fatti tanti di ponti nella sua vita
e gli son venuti bene, insomma, dico a Terranova :" facile
difendere un buon ponte, pi difficile celebrarne uno venuto un po' male.
Anche se carico di forza polemica", al massimo posso concederti una
correzione, qualche "sottrazione", ma la protesi cos
com' te la tieni.
E Terrova a questo punto potrebbe rispondermi:
A) ma che ci azzecca la carica polemica?
B) insomma, ma che c'entra con l'architettura? Io cos non campo bene,
la qualit della mia vita ne risente, toglietemi sto ponte che
ne voglio uno nuovo.
Appunto, dico io. |