L'architettura va alla guerra. Fuksas diserta
 
  Oggi il 29/10/2007
Storia e Critica
L'architettura va alla guerra. Fuksas diserta
di Paolo G.L. Ferrara
Libeskind costruir il nuovo World Trade Center : il suo progetto ha prevalso su quello del Gruppo Think.
Massimiliano Fuksas, dalle pagine del Corriere della Sera, punta il dito sullaspetto speculativo del progetto vincitore: "Devo dirla tutta? Hanno vinto le lobby immobiliari e degli investitori: stata premiata lunica proposta che ripristina quasi esattamente i metri quadrati delle Twin Towers. Con le altre cera meno da guadagnare".
Considerazione assolutamente pretestuosa.
Facciamo un passo indietro. Quando le Twin Towers vennero commissionate a Minoru Yamasaki certo che i proprietari dellarea gliene abbiano chiesto il massimo sfruttamento, da cui ricavare il massimo profitto. Che adesso si faccia moralismo del tutto fuori luogo, soprattutto se la predica arriva da uno degli architetti che pi lavorano con clienti che (sia chiaro, nel loro diritto) cercano il massimo profitto dai loro investimenti, dunque conosce benissimo il meccanismo e ne parte.
Da sempre larchitettura ha rappresentato interessi economici, sia essa progettata per funzioni pubbliche che private. Un qualsiasi proprietario di un terreno agricolo non rinuncer mai al massimo della cubatura possibile per costruire; e non lo far mai neanche il proprietario di un terreno edificabile (figuriamoci se ci rinuncia chi proprietario di sei ettari e pi nella down town di New York). La costruzione di edifici un investimento monetario, inutile discuterci su.
Piuttosto, larchitetto deve essere investito della responsabilit di creare architettura di qualit: anzi, ne ha il dovere.
Ma anche in questo senso che Fuksas attacca i contenuti del progetto di Libeskind: "E retorico. Con delle strizzatine docchio al patriottismo che stonano con la tragicit del posto".
Evviva la banalizzazione! Si attacca lideazione architettonica senza pesarne i contenuti ed i significati, legati ad un avvenimento che sta ancora segnando la nostra storia contemporanea: se Bush deciso ad attaccare lIraq, trascinandoci in una situazione ad altissimo rischio, stata proprio la distruzione delle Twin Towers ad innescare la situazione attuale (e quella che verr a breve); e se le Twin Towers erano il simbolo di New York, e se NY il simbolo della civilt occidentale, larchitettura stessa delle Twin Towers (costruite; divenute simbolo del potere occidentale; abbattute) il simbolo di questa imminente guerra.
Dunque, il problema non il "come" si ri-costruir a Ground Zero: che sia neoclassico, romanico, organico, razionalista, anticlassico, poco importa: sarebbe sempre e comunque simbolo di un conflitto che sta cambiando (o mettendo a nudo?) i problemi di un mondo in cui la societ non certamente tutta uguale, sia nei diritti che nei doveri.
Ancora una volta, larchitettura va alla guerra e ne diventa "simbolo.
Con il Jewis Museum Libeskind non ci aveva riportato indietro nel tempo, ma ci aveva resi contemporanei della tragedia dello sterminio delle "razze inferiori".
Con il progetto per Ground Zero ci porta avanti nel tempo, utilizzando tutte le risorse possibili della tecnologia e della scienza per potere costruire sino allaltezza di 541 metri; ma un salto nel futuro che ha origine nella "vasca sotterranea", spazio di risulta delle vecchie fondamenta delle Torri Gemelle, che larchitetto ha deciso di lasciare libero alla luce del sole, che penetri sino alla sua base.
Un salto in avanti nel tempo (il nuovo progetto) che per ci lega senza soluzione di continuit alle nostre azioni precedenti (la vasca sotterranea), di cui la nostra evoluzione nel corso di milioni di anni sempre stata conseguenza. Un progetto-simbolo che ammonisce sul futuro, rendendolo contemporaneo, tanto quanto contemporaneo stato reso -dallo stesso Libeskind- il passato della follia nazista.
Ma Fuksas attacca proprio il "simbolismo" del progetto di Libeskind: "Ma s, tutti quegli elementi simbolici. Laltezza, ad esempio: 1.776 piedi come lanno dellindipendenza Usa. E poi il cuneo di luce dove si riflette il sole ogni 11 settembre, tra lora di inizio e di fine dellattacco. Non cera bisogno: quel luogo parla da solo".
Indubbio, "parla da solo", tant che Libeskind, rimarcandone i significati che racchiude, lo rende parte vitale della sua architettura: non ci sono pi i due monoliti verticali a segnare lo sky-line di Manhattan; adesso c un cratere che prima non vedevamo e la cui esistenza era del tutto funzionale (fondamenta, aree garages). Oltre ogni riferimento puramente estetico-formale, viene cos ribaltato il punto di vista di tutta Manhattan: non pi solo sky-line bidimensionale, scandito dalle altezze dei grattacieli e bloccato nella simmetria/fotocopia delle due precedenti torri (simbolo di certezze acquisite, di un potere ben saldo e predominante), ma quadridimensionalit totale, sino a scendere sotto terra (che il risultato della precariet e del sovvertimento delle certezze).
Gli edifici di Libeskind tendono a muoversi attorno il cratere: da sotto terra sino alla guglia a 541 metri d'altezza, attraverso il dinamismo spaziale pluridirezionale, larchitettura non ha soluzione di continuit. Lo sky -line di New York diventa tellurico, inverando le immagini di Pol Bury del 1968, che vedeva una New York destrutturata non solo, ancora una volta, simbolicamente.
Il 1968 lo stesso anno in cui Stanley Kubrick realizza 2001 Odissea nello spazio, film da cui Fuksas avrebbe preso spunto per ricostruire ground zero: "Un monolite come quello di Kubrick nel film 2001 Odissea nello spazio. Per motivi estetici, prima di tutto: la bellezza di New York sta nello skyline, nel profilo complessivo. Non nelleleganza del singolo edificio, nel monumento, nella cattedrale. Ma anche per un motivo culturale. Nel film il monolite rappresentava lorigine di tutto, linizio della storia. Un messaggio forte in un luogo di strage. Molto meglio di quelle strizzatine docchio".
Le "strizzatine docchio" di Libeskind sono per significative, soprattutto se le riferiamo proprio al film di Kubrick. Il regista ambient il film nel 2001 perch credeva che parlare del Terzo Millennio significasse, indirettamente, lasciarsi alle spalle i tragici eventi del 900 (secolo in cui lo stesso Kubrick individuava il crollo della civilt), e dei secoli precedenti.
Ma -incredibile coincidenza- proprio il 2001 ha confutato lidea di Kubrick, ed il suo messaggio.
Difatti, nonostante la sua costante evoluzione, la societ sempre quella delluomo-scimmia che usa gli strumenti offerti dalla tecnologia al fine di conquistare il potere. L'osso utilizzato dalla scimmia quale arma per uccidere e cibarsi di un tapiro, larma che verr usata anche per uccidere un suo "simile", dandogli la possibilit di diventare il "padrone del mondo".
Lintelligenza artificiale, rappresentata dal computer Hal 900 e frutto dellintelligenza stessa delluomo, si ribella contro il suo creatore.
Luomo nuovamente solo, consapevole che oltre la ragione c il sentimento: "ucciso" il computer, non un caso che lastronauta David Bowman si ritrovi allinterno di una stanza del 700, il secolo origine dei conflitti tra ragione e passione della societ moderna.
E quelle di Libeskind sono "strizzatine docchio" al sentimento, alla passione: "Libeskind un architetto che ci aiuta a misurarci con le irragionevolezze del mondo e della storia. L'architettura, arte costruttiva, solida, razionale e certa per definizione, ha incontrato raramente nella sua storia questa deriva tormentata, difficile e crudele". Prendo a prestito queste parole di Antonino Saggio perch centrano il punto critico delle esternazioni di Fuksas: chiamiamo pure "strizzatine d'occhio" il sentimento e la passione, ma ci non basta certamente a sovvertirne i significati.
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  28/2/2003
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