Con De Masi per Niemeyer
 
  Oggi il 29/10/2007
Storia e Critica
Con De Masi per Niemeyer
di Paolo G.L. Ferrara
Lultima di Sgarbi, come una barzelletta da notte di capodanno quando si ubriachi, arrivata il 31 dicembre, dalle pagine di Italia Oggi: Labusivismo ha per sua natura la necessit di nascondersi, mentre gli architetti famosi possono permettersi di esibire le loro malefatte perch sono sempre in regola con la legge.
Di tutto si era detto sullarchitettura moderna, ma che fosse danno peggiore dellabusivismo davvero una chicca da annoverare tra le stupidaggini pi memorabili, poich unaffermazione di nessuna utilit per la risoluzione di entrambi i problemi, quello dellarchitettura contemporanea e quello dellabusivismo.
Sulle pagine di antiTHeSi stata forte la polemica sul restauro del teatro veneziano La Fenice, ma ha sortito solo parole, e non poteva che essere cos, se vero che non c stata alcuna presa di posizione prima che se ne decidesse la ricostruzione sul filone del come era e dove era.
E come la storia dellaltro teatro famoso, la Scala, a cui ha messo mano Mario Botta. Tutti scandalizzati, dopo.
Vediamo un p se c la possibilit dinvertire la tendenza dello sdegno a posteriori. Lo spunto che ci viene da Domenico De Masi, che scrive su La Repubblica del 30 dicembre 2003 a difesa del progetto di Oscar Niemeyer per lAuditorium di Ravello, ci potrebbe dare la possibilit di invertire la tendenza dello sdegno a posteriori in una presa di posizione che coinvolga chiunque sente davvero che in Italia la modernit continuamente repressa da un sistema dintrecci accedemico-politici duro a morire.

Quella di De Masi , infatti, una denuncia forte e diretta contro il paradossale sistema italiano che consente di lasciare molto pi spazio a opere di scarsa qualit che non ad architetture che tali si possano definire. I fatti sono forse noti a pochi, ma i significati di ci che sta avvenendo a Ravello sono, senza dubbio, inquietanti.
Il Comune di Ravello, considerata limportanza del festival musicale che vi si svolge, decide di affidare a Niemeyer il progetto per un auditorium.
Scrive De Masi: Ci sono voluti tre anni per percorrere lestenuante iter burocratico, ottenendo tutte le necessarie autorizzazioni e un finanziamento di 18,5 milioni di euro purch lopera sia completata entro quattro anni. Gli esperti pi autorevoli (da De Seta a Fuksas, da Portoghesi a Pagliara e a Rosi), le riviste di architettura pi prestigiose hanno giudicato questo progetto come un vero e proprio capolavoro, semplice e bello, assolutamente coerente con il luogo cui destinato. Larea in cui lauditorium dovrebbe sorgere stata attentamente individuata dal Comune in base alla sua bellezza panoramica, alla sua vicinanza a Villa Rufolo, dove si svolgono i concerti allaperto, alla fortunata circostanza che il Piano urbanistico territoriale (Put) e i decreti connessi la destina proprio ad opere di utilit pubblica e di quartiere.
Tutto liscio, dunque? Neanche per sogno! Gli attuali proprietari del terreno intendono costruirci un loro parcheggio, bench la legge ne vieti luso privato. Dopo avere rifiutato lofferta del Comune, di condividere il garage previsto nei sotterranei dellauditorium, essi hanno fatto ricorso al Tar per impedirne comunque la costruzione.

E il 23 gennaio il Tar Campania dovr dire chi ha ragione, se larchitettura moderna o le strampalate direttive urbanistiche, che in Italia sono corresponsabili della situazione di orribile dissesto paesaggistico e architettonico. Lurbanistica italiana antiquata, ed un dato di fatto incontrovertibile, cos come lo scollamento tra essa e la disciplina architettonica.
E alle antiquate leggi della pianificazione si appella lurbanista Vezio De Lucia, che dice espressamente: E illegale, se sorger sar, di fatto, una opera abusiva; chi lo vuole sappia che non rispetta i criteri di legalit. Il PUT (Piano urbanistico territoriale, ndr) non consente ledificazione dellauditorium e chi sta dalla parte della legge non pu che prenderne atto, limpatto ambientale e quantaltro vengono dopo, la cosa principale il rispetto della legalit e io vedo che per superare lostacolo posto dalla legge si sta dando una interpretazione inaudita alle norme; una interpretazione che, mi auguro, il Tar bocci.
Vero, il Put contempla che in quellarea possano essere edificati solo ospedali, scuole, chiese, parcheggi, impianti sportivi, centri culturali e sociali. Dunque, sembra proprio che il problema non sia larchitettura in s ma il suo contenuto, la sua funzione. Ed allora poco importa se in veste di ospedale o di scuola essa sar brutta, limportante che sia destinata a ci che prevede il PUT. In sintesi, siamo agli stessi livelli di anacronismo dellinedificabilit lungo le coste, che obbliga a stare oltre ben stabiliti metri oltre la battigia, ma non controlla cosa si costruisce, non controlla la qualit dellarchitettura.
A Ravello sono i proprietari dei terreni ad opporsi allarchitettura di Niemeyer, rifiutando di condividere il garage previsto nel progetto dellauditorium. Ovvio: una cosa vendere singoli box, unaltra doversi accontentare di un cambio merce.
Quello che pi stupisce la presa di posizione di Italia Nostra, che ha ricorso essa stessa al Tar con la motivazione che il progetto di Niemeyer avrebbe un impatto pesaggistico-ambientale sconvolgente.

De Masi impietoso: Quando a Ravello venivano perpetrati gli scempi pi immondi, Italia Nostra non si mai fatta viva. Ora, invece, presa da un subitaneo raptus iperattivo, ha scritto addirittura al presidente Ciampi, al ministro Pisanu, al governatore Bassolino per invocare lo scioglimento del consiglio comunale, come se si trattasse di terroristi islamici presi sul fatto.
No, caro De Masi, pi probabile che si tratti di difendere interessi privati ammantati dal paravento della tutela paesaggistica che, chiss perch, da quasi sessanta anni sono vincolo solo alla buona architettura e non certo agli abusi edilizi, visto e considerato che ciclicamente siamo a fare una legge di condono...il che non pu che sottintendere che non vi alcun controllo contro la vera illegalit. Ora, finch non ci si render conto che labuso edilizio non solo questione di volumetrie ma anche di qualit, lItalia rester al palo nel circuito culturale internazionale, continuando a mandare quali suoi rappresentanti in manifestazioni culturali architetti passatisti quali Paolo Zermani che al Festival Internazionale Europeo di Bruxelles ha mostrato i suoi lavori, riproponendosi quale indiscutibile rappresentante del vero spreco di energie alla ricerca di un passato che viene identificato con un falso classicismo italiano quale radice di tutta la nostra storia e della nostra identit.
Francesca Bettini, della Gazzetta di Parma, si entusiasma al cospetto dello spettacolo zermaniano: Le grandi immagini che si sono succedute sullo schermo del Centre Intenational pour la ville, l'architecture e le paysage di Bruxelles, hanno mostrato, in una sorta di nuovo Grand Tour, i progetti recenti di Zermani per le citt del nostro paese.
Siamo dunque al Grand Tour del terzo millennio, nel quale potremmo addirittura includere la folle idea che Jacopo Gardella, a proposito delle mura spagnole di Milano, ci ha proposto dalle pagine di La Repubblica del 10 dicembre 2003 : Per la circonvallazione intermedia delle mura spagnole, cio dei bastioni edificati allinizio del secolo XVI, stata fatta a sorpresa, durante un recente convegno milanese al castello Sforzesco, la avveniristica proposta di ricostruire - nella forma, ubicazione e dimensioni originarie - lintero anello dei bastioni, prendendone a modello lunico tronco ancora superstite in prossimit dellarco di Porta Romana.[...] A chi si mostra perplesso di fronte alla "scandalosa" ricostruzione dei bastioni in stile depoca, cio alla realizzazione di un falso storico vero e proprio, va ricordato che il centro antico di Varsavia, completamente distrutto nellultima guerra, stato riedificato casa per casa, come era e dove era, con il consenso e la partecipazione di tutti gli abitanti della capitale polacca [...]La ricostruzione delle mura spagnole non costerebbe alla amministrazione comunale neanche un euro: basterebbe concedere ai costruttori privati, a compenso della riedificazione fedele del fronte esterno, rivolto verso campagna, lutilizzo dellintero fronte interno, rivolto verso citt, e la facolt di sfruttarlo con negozi al piano terreno e con ufficio residenze al piano superiore.
Lidea quantomeno anacronistica, passatista, incredibilmente kitch: siamo oltre il gi tremendamente anacronistico come era e dove era, sconfinando nella speculazione economica della storia: mura false con negozi al loro interno: ma come pu saltare in mente una idiozia del genere? Forse che Gardella abbia letto il libro di Zermani Identit dellarchitettura che secondo Francesca Bettini ...costituisce una delle riflessioni pi precise e singolari sulla necessit di approfondire e rinnovare l'identit italiana dell'architettura, contro l'acritica importazione di mode e modelli che ha segnato il nostro tempo ?
Ancora una volta, ecco saltare fuori la questione dellarchitettura quale moda, riferita, sia ben inteso, alle ricerche contemporanee che travalicano le frontiere geografico-politiche.
Lho detto pi volte: un argomento talmente debole che pu calzare bene solo a chi altri argomenti non ha.
Torniamo a Ravello. Il problema politico. Riportano le cronache di alta tensione e parole grosse durante il Consiglio Comunale che doveva ratificare laccordo di programma per lauditorium. Minacce di rivedersi in tribunale tra lopposizione, guidata dallex sindaco Di Martino e la maggioranza dellattuale sindaco Amalfitano.
In conclusione, pu anche starci che si critichi la chiesa di Richard Meier a Roma, come ha fatto Mara Dolce su Channelbeta.net, ma credo che dovremmo cercare di riflettere su quanto pi dannoso economicamente sia continuare a legittimare gli abusi edilizi (vera cassaforte programmata dai governi che si sono succeduti in Italia, a cui attingere in caso di necessit) e ostracizzare la contemporaneit a favore di un falso culto del passato da reiterare continuamente.
Ecco laugurio che mi faccio per il 2004, ovvero che si possa davvero essere tutti consapevoli che i problemi dellarchitettura nascono, prima ancora dellarchitettura stessa, nelle stanze dei politici, non negli studi degli architetti.
Domenico De Masi sta portando avanti una battaglia legittima che mi auguro possa essere sostenuta anche dai lettori di antiTHeSi. E un'occasione da non sprecare per arrivare a dei risultati concreti.

Nota: le immagini sono tratte dal sito www.fondazioneravello.it
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  10/1/2004
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