Disciplina 13
di Gianni Marcarino
- 3/1/2013

Allegoria
dell’obbedienza (Giotto
- Basilica
Inferiore di Assisi, Allegorie francescane,
1306 -1311)
Dietro il dito delle questioni ideali e ideologiche si sta consumando
uno
scontro tra il mantenimento dello status Quo di una spesa pubblica
incontrollata, mantenuta da un continuo aumento di tasse che minano
sempre più
la tenuta del mondo produttivo, e la scelta di riorganizzare la
funzione ed i
costi dello stato secondo criteri più razionali, imponendo
limiti oggettivi e
reali alla discrezionalità dei partiti politici e loro
collegati in economia.
Gli esiti di questa partita condizioneranno le potenzialità
future delle nostre
attività produttive, non solo, anche quelle intellettuali.
Cambiare gli italiani (se non sbaglio idea accarezzata anche nel
ventennio,
quello tutto novecentesco..) proposito molto forte, richiede un
chiarimento di
motivazioni e di metodo che non lascino dubbi sulle intenzioni e sugli
obiettivi. In gioco c'è la libertà degli
individui di determinare la propria
vita, di fare scelte in un campo possibilmente ampio di opzioni e non
sempre
più ristretto. Se l'obiettivo è la pura
disciplina in omaggio ad un ordine tecnico-finanziario,
omologato a livello europeo, temo che quello che abbiamo saputo
produrre a
livello creativo prenderà definitivamente la china del
declino. Mi chiedo anche
quale sarà allora il nostro ruolo, la nostra
abilità.
Quando Steve Jobs si pose il problema di cercare un designer per dare
anima ai
prodotti Apple, avendo capito che la tecnologia non è il
fine ma il mezzo, pensò
ad un italiano e, per primo, a Giorgio Giugiaro. Ha ragione Oscar
Farinetti
quando dice che siamo meno dell'uno per cento della popolazione
mondiale, ma la
parte restante del mondo vuole i nostri prodotti. Dentro il nostro
design, se
per design non intendiamo solo la forma o la superficie del prodotto ma
tutto
il processo materiale, intellettuale, etico che lo compone,
è incluso un
messaggio di libertà e di speranza che è
linguaggio universale.
O almeno lo è stato nel novecento quando si incrociarono le
vite di artigiani
coltissimi nella capacità di lavorare, e intellettuali
determinati a
trasformare in fatti e oggetti astratti concetti di novità e
cambiamento. Gente
giovane.
Di fronte a questi temi si rischia sempre la macchietta: noi santi,
eroi,
navigatori ecc... ma la realtà di quello che abbiamo creato
e sappiamo produrre
è un dato oggettivo, che ha trovato terreno fertile in una
condizione sociale
ed esistenziale favorevole, ordinata o disordinata che fosse.. Forse,
questa, è
la faccia più presentabile del nostro paese.
Vedremo come cambierà questa faccia.
Buon 2013.
(Gianni Marcarino
- 3/1/2013)
Per condividere l'articolo:
Commento 12082 di dAVID BENEDETTI del 06/01/2013
Ringraziando Lei Gianni Marcarino e tutti gli altri che con antiTHesi hanno uno sguardo laico sul mondo non solo dell'architettura, auguro a tutti un buon lavoro per questo 2013.
A proposito ma Steve Jobs non chiamò Mario Bellini (il quale dovette declinare l'invito per un contratto che lo legava alla Olivetti) che aveva disegnato quello che è ormai riconosciuto il primo Personal Computer della storia Programma 101 dell'Olivetti nel 1965?
Volevo con questo ricordare quel primato di idee che avevamo anche nell'elettronica agli albori della storia dei PC e che dovevamo ad Adriano Olivetti... Quando morì e l'azienda si trovò in difficoltà finanziarie intervennero Valletta e Cuccia e fiorirono l'Hp la IBM Bill Gates e Steve Jobs, non l'Olivetti.
Auguri
Commento 12494 di Albamonte del 10/06/2013
Il genio italico esiste?Certo che esiste.E' maturato ed evoluto in 2000 e passa anni di storia politica,sociale,religiosa,gastronomica...etc.In modo individuale,l'uno contro l'altro e uniti solamente contro l'autorità del momento prepotente ed esattiva.L'Italia, tutta intera,non ha mai fatto un "bagno luterano":quando lo farà diventerà un popolo,una Nazione.
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