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Commento 137 di Domenico Cogliandro del 28/05/2002


Ora, io non so se termini come Architettura Negata (con le iniziali maiuscole) e Architettura a Rapporto, abbiano a che fare con quello che bisogna fare per Sciacca, al di l di tutte le ingerenze possibili, pi o meno sottese. Il principio un altro, sottilmente benaltrista come affermava Ugo Rosa, e mi pare fuor di dubbio: quel "coso" l, e sta sul Casabella del maggio 1982. Non fosse per questi due dati, non esisterebbe nemmeno un caso Samon. Visto che quel che ha fatto l'ha completato e quel che non ha fatto non stato fatto.
Vogliamo sbracarci o sollevarci le maniche? I due gesti ammiccano a due comportamenti abbastanza distanti. Vedrai una mia proposta pi ampia, sempre su Antithesi, scritta col senno di poi, che fattiva, se si vuole. E, secondo me, insieme ce la si pu fare.
Per quel che riguarda l'Atlante, invece, io starei attento.
Mi sovviene una facezia intorno all'orario ferroviario che sono solito dire, anche a me stesso se sono solo, quando entro in una stazione ferroviaria. Sai quando si compreso che i treni arrivavano nelle stazioni con un ritardo imperdonabile? Dal momento in cui stato stampato l'orario ferroviario. Il rischio dell'Atlante dell'Architettura in Sicilia quello. L'Atlante omnicomprensivo per sua condizione, non pu escludere, non pu tralasciare nulla. E' come fare la mappa dell'Impero in scala Uno a Uno, di borgesiana memoria. Ci sar sempre un Umberto Eco, acuto e sottile, che star l a dire che, posta l'impossibilit pratica dell'oggetto, anche necessario che la carta sia posta su un territorio perfettamente tondo. Una carta Uno a Uno dell'Italia sarebbe praticamente impossibile, per cartografi e per utenti, perch non appena si dovesse arrotolare cadrebbe certamente in acqua, vista la forma dello stivale. Sar pure una interessante trovata editoriale, ma un oggetto che stabilisce cosa architettura e cosa non lo , perch questi mi paiono i presupposti, non si pu certo chiamare Atlante. La storia fatta di frammenti, e i frammenti, data la loro condizione, non stanno su un percorso lineare, eppure stanno sui topoi degli architetti: come escludere dal progetto di Ricci a Riesi l'immagine di certa centuria degli Iblei dipinta da Piero Guccione, dei muri a secco liminari alle strade collinari di contenimento del terreno, dei basamenti michelucciani, della cornice di paesaggio inclusa tra le colonne dei templi di Agrigento, oppure di certa architettura vernacolare siciliana dei primi del Novecento? Tutto dentro quella architettura. Piuttosto sarebbe meno pretenziosa una Guida a Certa Architettura in Sicilia, nella quale sperimenterei anche una certa faziosit, che non guasta mai quando si vuol sottolineare cosa si ritiene architettura e cosa no.

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