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Commento 656 di Roberto Felici del 14/02/2004


Bravo Silvio Carta!
Quello che dice clamorosamente giusto e giustamente clamoroso!
Da poco, nella mia citt, si concluso l'iter concorsuale per la riprogettazione di un grossissimo isolato proprio a ridosso del centro storico.
Le confido che ho avuto, pur da architetto, non poche difficolt ad interpretare i cinque progetti finalisti, immersi in un turbine di renderings con flotte di persone e foreste di alberi che occultano le facciate progettate, con piante rovesciate, specchiate, in trasparenza o in dissolvenza (non proprio facilissime da leggere...), con sezioni coperte da slogan o da concetti talmente astrusi da voler risultare appositamente incomprensibili!
Io penso che comunque questo modo di porsi faccia parte di una nostra specificit sociale, quella di voler essere sempre all'ultima moda, tremendamente glamour da poter essere inseriti nella pi attuale rivista di moda o nell'ultimo saggio di arte moderna (per non dire nell'ultima pubblicit televisiva). Cos, come per vendere un cesso di automobile devo far ricorso ai maghi della grafica e della pubblicit, cos per "vendere" il mio progetto lo devo infiocchettare di immagini tremendamente irreali o con impaginazioni degne di un depliant commerciale che scavalcano, aggrediscono e oscurano la stessa progettualit. Il problema che fior di progetti, magari poco appariscenti nell'impaginazione delle famigerate tre tavole vengano messi da parte senza tanti rimpianti.
Purtroppo, la stragrande maggioranza di noi giovani "apprendisti stregoni" tagliata fuori o quasi da questa tipologia di concorsi, per scarsit di mezzi e di risorse o per reale timore di presentare tavole che, proporzionalmente all'attualit, sembrino fatte dieci anni fa per un esame di composizione.
E' un vero peccato, perch l'esercizio concorsuale sarebbe per noi un momento di crescita professionale concreto e forse, ci aiuterebbe nella professione spicciola, quella di "architetti condotti", come dice argutamente ridendo un mio esperto collega.
La ringrazio per aver posto un problema che credo sia importante per molti.

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