Torna alla PrimaPagina

Altri articoli recenti
articoli

Commenti
Ci sono 3 commenti relativi a questo articolo

Commento 667 di Beniamino Rocca del 17/02/2004


Ha ragione Luigi Prestinenza Puglisi quando dice .non si pu, credo, ricorrere agli strumenti dellordinariet. Gestire la quale porta alla banalit. Che certo meglio dellillegalit dellabusivismo, ma che non basta per fronteggiare un paesaggio eccezionale.; ma si sa, la banalit, la mediocrit, sempre ben accetta . E lintelligenza che, di norma, viene rifiutata dalla gente, figuriamoci la genialit di un architetto brasiliano.
In Italia, poi, si confonde sempre l edilizia con l architettura. Per questo le associazioni ambientaliste hanno avuto cos successo e sono cos numerose e potenti. Sono ormai veri e propri partiti politici (come il ritiro del ricorso da parte di alcune associazioni ambientaliste ben testimonia).
Larchitettura artificio e, inevitabilmente, lartificio architettura modifica la natura.Tra architettura e natura vi uno scambio, un gioco di dare ed avere in cui larchitettura d forma al proprio tempo esprimendo nel bene e nel male il modo politico di organizzare la societ. E un modo, forse impietoso, ma profondamente vero e sincero di dare conto del livello di civilt di una societ. Su queste tematiche avrei voluto che si cimentasse un po di pi un critico giovane e bravo come Prestinenza Puglisi.
Proprio per queste profonde implicazioni tra fatti amministrativi, modifiche del paesaggio, architettura costruita, legislazione vigente, occorre guardare con attenzione ed in profondit al caso Ravello.
Trovo troppo timido Prestinenza Puglisi quando, dopo una bella disquisizione sui fatti storici raccontati, chiude il suo articolo individuando solo il pericolo nelleventuale costruzione in economia dellauditorium (ed a tale proposito doverosa una precisazione ai lettori di Antithesi: la sciagurata legge Merloni non ratifica il massimo ribasso- lo prevede solo se le imprese partecipanti sono meno di cinque - la norma per laggiudicazione dei lavori , giustamente, la media ponderata con lo scarto dellofferta pi alta e quella pi bassa. Lo preciso, perch la sacrosanta lotta per abrogare la Merloni deve essere fatta sulle vere cause per cui in Italia si continuer a produrre edilizia e non architettura e non su informazioni incomplete. E sarebbe bello se Prestinenza Puglisi ed altri importanti critici darchitettura come lui volessero saperne un po di pi su questa pessima legge.) perch una semplificazione marginale delle grandi questioni in gioco e potrebbe generalizzare tra gli amministratori lerrata convinzione che l architettura sia sempre costosa .
Il fatto che siano scesi in campo anche noti urbanisti e lInu contro il progetto Niemeyer a salvaguardia della legalit urbanistica, questione che dovrebbe preoccupare i critici darchitettura .
Questi personaggi sono i teorizzatori della Pianificazione, della Idea di Piano che tutto risolve attraverso la cultura dello standard e dei retini ed il rispetto della normativa urbanistica . Non hanno ancora capito che quello che decide, giorno per giorno, della qualit del paesaggio costruito la Gestione urbanistica . La verit, a mio modo di vedere sintende, che un piano regolatore deve essere innanzitutto unostrumento della gestione urbanistica, una costruzione di occasioni pubbliche di contrattazione della trasformazione del territorio per esprimere al meglio le necessit di quella comunit che, democraticamente, si scelta degli amministratori che la rappresentano.
Insomma, costruire significa imprimere il segno delluomo su un paesaggio che ne rester modificato per sempre e contribuire a quel processo di lenta trasformazione che l essenza stessa della vita della citt, cos come della costiera amalfitana.

Tutti i commenti di Beniamino Rocca

 

Commento 671 di isabel Archer del 18/02/2004


Il paragone non regge
Domus, n. 605, 1980.
Cable from Milan/Casa come me
I nostri rapporti con specifici eventi, o immagini nel tempo, sembra talora si concentrino su frammenti, disparati e ossessivi, della nostra esperienza: siamo giocatori ed osservatori ad un tempo, come al biliardo. ()
La Casa di Malaparte, come la pens Libera, una casa di riti e di rituali, una casa che immediatamente ci riporta, con brivido, ai misteri e ai sacrifici egei: un gioco antico in una luce italiana. Ha a che fare con gli dei primitivi, e con le loro implacabili richieste. Con linghiottire pietre e foglie e restituirle come mare e cielo. Con lo scegliere il bene o il male, e con linevitabile pathos dellerrore. Con il vuoto delle caverne e linaccessibilit del sole. Con il rifiuto dellastrazione e l'incanto lirico. Ed anche con i dilemmi e i problemi del tempo nostro. ()
Allesterno, il dramma nel panorama, ed ha altri valori. E il dramma delluomo e della natura, della nascita e della morte, della espansione e della compressione, del sacrificio e dellaccettazione.()
Isolata, esclusa, la casa Malaparte di Libera un paradossale oggetto che si consuma in solitudine, pieno di storie senza risposta. Un relitto sulla roccia, dopo il ritiro delle acque. Un sarcofago di voci segrete, sussurranti di fati ineluttabili.()

John Hejduk

Mi spiace molto aver dovuto "sintetizzare" questo bellissimo articolo, ma per dirle, gentile LPP, che un progetto architettonico dovrebbe ispirare tutto questo e molto altro.
Isabel Archer

Tutti i commenti di isabel Archer

 

Commento 4781 di isabella guarini del 09/04/2007


Caro LPP. conserver il tuo scritto su Ravello in forma cartacea, i riferimenti alla storia dell'architettura moderna. Ma vengo alla questione di Ravello, che, secondo me, stata gestita maldestramente. Non condivido l'intervento del nuovo auditorium, in quanto non lo trovo compatibile con il contesto paesaggistico. Ci non significa che non si possa fare a Ravello, o sulla costiera, un edificio "moderno", ma bisognerebbe far riferimento a un modello pi efficace. Penso alla lezione di Le Corbusier per Venezia, in quanto indica un principio insediativo evocato dalla natura stessa della citt. A parer mio il bianco guscio extradossato sui crinali di Ravello una forzatura che potrebbe essere risolta con una doppia struttura, una esterna a giardino pensile, l'altra interna a guscio, come l'Orecchio di Dioniso. Il Mattino ha pubblicato questa mia idea. Apriti cielo e terra! Ho ricevuto persino insulti da un fantomatico comitato di cittadini, di quei Ravellesi che, senza meriti, rappresentano il pi alto reddito pro capite nella Campania dei rifiuti e dei morti ammazzati. Con stima, Isabella Guarini

Tutti i commenti di isabella guarini

 

[Torna su]
[Torna alla PrimaPagina]