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Ci sono 3 commenti relativi a questo articolo

Commento 12501 di davide tommaso ferrando del 19/07/2013


Sono contento che questo post stia generando un certo dibattito, era proprio quello l'obiettivo, ma ho difficolt a capire la posizione di chi si infuria quando viene offerta una lettura critica - corretta o sbagliata che sia - del pensiero di un autore che, per quanto importante, morto pi di dieci anni fa.

Soprattutto quando tale lettura non costituisce il nocciolo della questione. Lo stesso era successo con il testo di Molinari, che solo tangenzialmente toccava il problema della critica su web (due paragrafi VS tre pagine di articolo), ma che proprio su quella parte stato messo ampiamente in discussione da, guarda un po', tutti (o quasi tutti) coloro i quali non sono stati menzionati.

Sul ricorso a certi aggettivi, invece, preferisco stendere un velo pietoso.

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19/7/2013 - Sandro Lazier risponde a davide tommaso ferrando

Scusa Davide, dovremmo finirla di trattare i dibattiti come se fossimo al circolo del bridge.
Se devono volare schiaffi, pazienza, ma smettiamola con il tono ipocrita e permaloso di chi vive sopra i problemi con la presunzione di esserne indenne.
Ho difeso Bruno Zevi perch lo conosco meglio. Ma il testo di Mosco pieno di cialtronerie che riguardano anche altri. Se vai sul blog di Prestinenza, ne troverai quante ne vuoi.
Quando si vuol parlare di tutto, e Mosco in questo caso la fa, c' il rischio d'esser superficiali e di trovare qualcuno che ti tiri le orecchie. Giustamente. Se Mosco non si desse tante arie, diremmo che le sue sono dimenticanze, approssimazioni. Ma un primo della classe come lui, che scrive quel che scrive, finisce dritto dritto nel girone della cialtroneria.

Sull'articolo del distratto Molinari, per finire, certo che ha reclamato chi non stato citato! Chi doveva reclamare, la badante?

 

Commento 12502 di lilly greemens del 20/07/2013


Bravo Lazier...
A costo di passare x nostalgica, credo fermamente che la vera critica architettonica purtroppo sia morta con Zevi... i tristi tempi che stiamo vivendo portano ad un recensionismo "on demand" estremamente capillare che, mistificando, deprime tutto... si parla a vanvera solo x supportare la mediocrit imperante nel nostro settore, pensando solo e soltanto al tornaconto personale di brevissimo periodo, non curandosi minimamente delle conseguenze, ossia del dilagare di un'omologazione nauseante.
Si autocelebrano personaggi indubbi, si esalta il nulla... manca come non mai una voce critica che, senza "padroni", sapeva vedere l'architettura.
L'Universit ha colpe immense... ha sdoganato la mediocrit x far numero... ed ora siamo circondati da supponenti personaggi che ci stanno soffocando in tutti i sensi... il vero architetto sta morendo, isolato dal "dividi et impera" artatamente perseguito da chi vuole annientarci definitivamente con leggi, norme e commi che piano piano, anno dopo anno, ci stanno rubando il nostro bellissimo mestiere.

Tutti i commenti di lilly greemens

 

Commento 12503 di davide tommaso ferrando del 20/07/2013


Trovo spassoso che nel 2013 ci sia ancora chi pensa che essere menzionati in un articolo abbia qualche significato, al di l del piacere personale. Capisco nel secolo scorso, quando o si era recensiti in una delle poche riviste in circolazione, o il proprio lavoro restava sconosciuto. Ma riscontrare queste logiche nell'era del web e dei social networks, soprattutto se a utilizzarle sono scafati blogger, fa tenerezza.

Molinari: gli si tira le pietre quando apre troppo le maglie, come nella selezione per il Padiglione Italiano del 2010, e gli si tira le pietre quando decide di chiuderle, come nell'articolo su ilPost.

Mosco: le bacchettate sulle mani dei maestrini zeviani fanno ridere. Invece di fare dispetti al "primo della classe", perch non scrivere e pubblicare versioni alternative dei fatti, possibilmente altrettanto documentate, per trasformare queste tristi e inutili rappresaglie in una serie di testi capaci di aprire e mantenere un confronto?

Tutti i commenti di davide tommaso ferrando

20/7/2013 - Sandro Lazier risponde a davide tommaso ferrando

Senti Davide, i maestrini zeviani hanno una loro posizione netta, chiara, conosciuta, dichiarata, che difendono quando la si vuole archiviare come roba vecchia di un vecchio e scomodo rincoglionito.
Gli zeviani hanno per anche un merito: discutono a viso aperto. Questo perch non fanno marchette, di solito, e quando lo fanno perch ci credono. Quando ci credono documentano, sempre.
Altri, curatori e non, fanno marchette per fare marchette, cercando di deprimere lintorno per far emergere i nanetti della loro corte. Il fatto che, una volta emersi, poi si vede cosa fanno.

Le versioni alternative dei fatti, come le chiami tu, sono rintracciabili da almeno 20 anni. Da 10 anni, da parte nostra, non abbiamo fatto altro che argomentare le cose che ci piacevano o quelle che ci spiacevano.
Per trovare il chiacchiericcio devi andare a scovare altri testi, in qualche altro luogo della rete.
Ti consiglio questo http://www.artribune.com/2013/06/architettura-nuda-1-un-invito-sulla-nudita/, dove Mosco, in un breve scritto di una pagina e mezza, d prova di esperto saltimbanco della citazione da chiacchiericcio. Un name dropper che riesce a mettere insieme in sequenza: Panofsky, Rowe , San Pietro, Karl Marx, Rousseau, ovviamente Nietzsce, Freud, Agamben, Nancy, Giedion, Pevsner, Zevi, Banham, Weber, Foster Wallace. Con tanto di grado zero citato a sproposito.
Mi pare che la confusione regni da unaltra parte, non qui.

Sul fatto delle menzioni s discusso abbastanza al tempo. Ritengo largomento esaurito.

 

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