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Ci sono 7 commenti relativi a questo articolo

Commento 8031 di Andrea Coppola del 13/05/2010



Mi ha dato un inaspettato sollievo leggere questo pezzo della redazione.
E di ci ringrazio.
Per il tono vivace della protesta, per i nomi e cognomi, per aver ricordato "lo Spazio".
Forse si poteva ricordare anche Luigi Pellegrin...
Ma gi stato qualcosa.
Saluti
AC

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Commento 8034 di Antonino saggio del 15/05/2010


Cari Amici, grazie della segnalazione e del dibattito. Ciascuno prende le proprie responsabilit. Doveroso quanto Antithesi solleva e Piccardo sottolinea con lucidit. Volevo farvi sapere cosa faccio io anche senza mantelline darc e cosa ho in testa come azione, dal basso, per smuovere qualche sasso nella direzione che credo giusta. Si chiama Urbnvoids e prevede Mostra e convegno il 7 e 8 giugno, La festa dell'architettura non d una mezza lira, sia chiaro, ma nel novero delle loro numerose iniziative. La Galleria di Architettura come se la ospita, organizza tutto e ha trovato lo sponsor: Lulu.com, che insegna come fare a meno delle lobby editoriali!. Un grande alleato, altro che!

Ecco quanto:
UrbanVoids intende promuovere la realizzazione di micro progetti nel IX e VI Municipio di Roma. Alcuni progetti riguardano la risistemazione di piazze e slarghi o piccoli lotti chiusi, altri hanno una scala pi propriamente edilizia. I progetti sono basati sul concetto di Mixit e cio sulla combinazione di pi attivit (commerciali, lavorative, infrastrutturali, residenziali e ambientali) caratterizzate per da una funzione trainante, spesse volte innovativa. Nascono cos originali proposte per esempio per hotel per turismo giovanile, per case auto costruite con orti urbani, per mercati rionali ecologici, per spazi di approdo per campeggiatori, per centri sociali o religiosi di nuova concezione, per spazi per la creativit musicale o per affrontare i temi dellemarginazione sociale eccetera). La valorizzazione di ambiti abbandonati o sotto utilizzati della citt (vuoti urbani, piazze e slarghi degradati, spazi interstiziali, difesa di aree verdi sotto attacco e archeologiche) e lo studio di nuovi approcci progettuali dal punto di vista ambientale e bioclimatico, rappresentano degli aspetti qualificanti le proposte. Infine lutilizzazione di tecnologie informatiche nella diffusione e co-responsabilizzazione del progetto (da mappe specializzate su Google ad una rete di Blog) e lattivazione di rapporti concreti con i partner di progetto sono componenti qualificanti del lavoro.
La forza di UrbanVoids non per nei singoli aspetti, ma nel loro intreccio e sviluppo sinergico; le componenti si integrano, si valorizzano, trovano alimento e forza luna dall'altra, diffondono una coscienza critica, generano le partnership necessarie a iniziare la realizzazione concreta di alcuni dei progetti proposti.

Se volete potete visionare integralmente il catalogo on line (abbiate pazienza qualche minuto affinch si carichi l'anteprima) o anche comprarlo (ebbene si, sono cose che non sono fatte con soldi pubblici) oppure scaricare il pdf. Ecco il link


http://www.lulu.com/product/paperback/urbanvoids-strategie-nuove-partnership-per-progetti-sostenibili-nella-citt-di-roma/10978911


E' questa indi una pubblicit autopromossa, ma serve a far capire che non esiste solo la bi tri quadri nnale ma anzi spesso che la cultura da sempre si mossa oltre e spesso contro le istituzioni. O no?

Tutti i commenti di Antonino saggio

 

Commento 8197 di Renzo marrucci del 19/05/2010


Loro del merlo
E soprattutto: e de che cosa ??
E' la prova della grande confusione generata da una certa ricerca giocata sull'equivoco di una rimessa sulle idee... o meglio sulla mancanza di idee... accade, accade e non ci pu fare molto !
Parliamo della felicit dell'incoscienza? O della coscienza che gioca sui destini dell'uomo e della citt ? Di chi cerca l'opera d'arte quando invece ci sarebbe da cercare l'opera di senso, cio quello che utile ad avere una citt meno asfissiante e la speranza di un degrado risolvibile nelle forme della civilt. Non la festa dell'egoismo fatto pseudocultura di Molinari e altri E la speranza di un rifugio nella felicit di F.O.G. o dei suoi illusi o incerti fans... falsa felicit e semmai egocentrismo a tutta forma... incompatibile con una citt che pensi al futuro. Ideuzze e tecnologia vanno avanti perch colpiscono subito la fantasia di chi distratto o annoiato, oppure ha bisognoe producono che cosa? Un senso sbagliato senza dubbio... uneconomia acida e corrosiva, inseguendo miti sbarellati che hanno la parvenza del nuovo ma fuggono la verifica... come appunto lo la ricerca facilmente entusiasta del capolavoro in architettura! Non si cercano i capolavori in ci che crea effetto! In ci che luccica nelloro del merlo ! n si possono voler vedere per forza ! Ci si interroga sul tempo che durano e semmai della riuscita della finalit e sul valore che esercitano nel contesto in cui sembrano inserirsi, ma non fanno vera incetta dei problemi che affliggono la citt, n ad essa si sposano se ne distaccano quanto possono! Si isolano sdegnati inserendo un sogno senza risveglio ! Ci si muove con programmi che umiliano per la forza degli investimenti senza curarsi della verifica e dellimpatto che creano e ricorrendo alla esposizione economica che intimidisce la memoria del presente... ma accampano il sicuro degrado del futuro. Nessuno si interroga del dopo per non bruciare innanzi tempo la festa La festa ora sar a Roma, ma che festa sar ? De che? E soprattutto : de che cosa ?
Renzo Marrucci

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Commento 8198 di giannino cusano del 21/05/2010


Non ho visto la Biennale, ma se nell'assieme il taglio esemplificato da :
La volumetria si genera come estrusione di un profilo tipo che richiama la forma tradizionale dei tetti a falda.
o da:
un semplice contenitore rettangolare di 78 per 28 metri (...). (...) lo spazio risulta cos illuminato e irradiato senza necessit di consumo di energia
c' da rimanere estasiati d'entusiasmo..
Digerito l'antipasto, arriva la mappazza del primo:
costruzione pensata per consentire la riconversione e il recupero delledificio, progettato per poter essere smontato e rimontato in altro luogo
pure? Dopo aver catapultato l quell'ovviet, stanno per caso dicendo che domani potr essere smontata e fiondata sul cranio di qualche ignaro passante, "somewhere in the city"? Poi dice che uno evade le tasse e col ricavato compera mescalina. Alla pietanza, d'obligo un buon bicchiere, invecchiato in barrique, di Idraulico liquido o di Mr. Muscolo: :
Le pareti esterne sono in struttura metallica, rivestite da pannelli in tessuto siliconico che trasformano la scatola edilizia in una superficie morbida e vibratile
Efficace risposta ecosostenibile alla crisi economica e della chirurgia plasitca.
Ma di cosa si parla, di grazia? Di "reinterpretare" il tetto e "rivisitare" l'estrusione? Di un "semplice contenitore rettangolare" rigorosamente siliconato, per cui la cui superficie miracolosamente rinascerebbe a nuova vita "morbida e vibratile" come una Morosita? E' proprio vero, allora, che il corpo implora il ritorno allinorganico e nel frattempo non si nega nulla (C. Bene)..Invece di cambiare i segni, li imbellettiamo? No, perch l'arte sar pure senza senso (e concordo in pieno con quanti lo sostengono) ma si serve bene di materali che a qualcosa servono, per farli diventare altro.
Ma il tetto, l'estruso, il prisma, a che cavolo servono nell'epoca delle incertezze e della telematica? Ad essere "reinterpretati"? A dare "continuit nell'innovazione"? Ossimori e frasi senza piega e senza una piega.
Bisogna cambiare i segni, non riproporli riciambottando salsine strane: un segno non una ricetta ma una cifra della mente. Mente. Non l'organo sopravvalutato che chiamiamo "cervello", con tutte le sue categorie cerebraloidi ma la mente dello Yogi, il cervello liquido diffuso per il corpo intero, quello tramite cui si de-pensa. Che non ammette schemi o meccaniche prefigurazioni.
Se questa l'Italia architettonica di oggi e di domani ...
G.C.


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Commento 8616 di attilio terragni del 03/07/2010


Enought is enough!

Repubblica - 27 maggio -
"Lo sguardo critico di Luca Molinari non si limitato a Milano ma si spinto nella provincia lombarda!!"

Caspita!


Chissa quante sorprese ci sveler a Venezia!
Siamo in fibrillazione; come prima del festival di San Remo di Pippo Baudo!

Tutti i commenti di attilio terragni

 

Commento 8956 di Gaetano Manganello del 09/09/2010


Non sono ancora stato a Venezia, ho visto e letto soltanto interviste e commenti, come in tutte le selezioni ci sono quelli soddisfatti di essere stati inclusi e quelli insoddisfatti di non essere stati considerati meritevoli di far parte "dell'elite"di architetti italiani selezionati per la biennale.
Io penso che, indipendentemente dagli esiti della mostra, questo metodo di selezione non funziona, non pu funzionare.... e spiego il perch:
-Primo
La responsabilit di organizzare una manifestazione che vuole mostrare il volto dell'architettura, i nuovi personaggi, la ricerca, cosa sta succedendo ect non pu essere lasciata nelle mani di un solo curatore nel caso nostro Luca Molinari.
Mi pare quantomeno presuntuoso pensare che un solo critico per quanto bravo come sicuramente nel caso di Molinari possa selezionare e organizzare una mostra che vuole essere una fotografia dell'architettura Italiana degli ultimi ventanni del presente e del futuro.
Puzza anche un p di regime dittatoriale, di inevitabili favoritismi, dovuti a conoscenze acquisite e tutto quello che c' di meglio dell'italico pensiero.
-Secondo
Forse bisognerebbe cambiare metodo, pi democratico, pensare a un gruppo di critici di architettura che elaborino dei criteri scientifici, utilizzando uno scandaglio capillare sul territorio, privilegiando la qualit dell'architettura costruita, la freschezza delle idee, la coerenza e la continuit nel tempo delle esperienze professionali....
-Terzo
Penso sia frustante considerare che l'architettura italiana sia composta solamente dai soliti nomi, da chi nella propria carriera professionale ha realizzato pochi pochissimi progetti, da chi ha i soliti legami.
Caro Luca forse dovevi applicarti di pi nella ricerca e forse avresti trovato una realt di architetti che con caparbiet giorno per giorno si confrontano con la durezza del mercato, che pensano che l'architettura nel proprio piccolo possa veramente contribuire a migliorare l'ambiente, che vivono al di fuori delle paludi universitarie e quindi liberi... veramenti liberi.

Tutti i commenti di Gaetano Manganello

 

Commento 8958 di renzo marrucci del 15/09/2010


Manganello dice cose giuste a le dice anche in tono garbato.
Ma questa abitudine tipicamente italiana dura e non c' modo di cambiarla, appartiene ad una consuetudine vecchia e vecchia non pu che essere la sua risultanza come del resto la cultura oggi in Italia.

Tutti i commenti di renzo marrucci

 

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