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Ci sono 10 commenti relativi a questo articolo

Commento 189 di enricogbotta del 27/09/2002


Sono molto perplesso di fronte a questo comunicato, firmato per altro in modo molto generico da "Studenti IUAV".
Io sono uno studente IUAV "congelato", che per vari motivi, alcuni dei quali anche citati nelle rivendicazioni di questo comunicato, ha deciso di completare la propria preparazione professionale fuori dall'italia.

Perche' allora non condivido e non sostengo la protesta che questo comunicato solleva? Beh, proprio perche conosco lo IUAV, ci ho vissuto e conosco gli studenti, una piccola parte di loro certo, che pero' sembra avere caratteristiche comuni ai piu'...

Lo IUAV ha troppi studenti. Definire 1200 studenti pochi e' una sciocchezza, per qualsiasi scuola, specie se di architettura, dove il limite fisiologico e' piu' o meno di 500... non per corso ma in totale.

Lo IUAV, come altri atenei in Italia, non fa che prendere atto molto tardivamente di un fatto molto semplice: e' immorale che ci siano persone che rimangono "studenti" per 10-15-20 anni... e il modo per fare in modo che cio' non succeda e' che ci sia un controllo piu' diretto, piu' stile liceo. E' brutto, lo so, ma e' cosi, e non si tratta di una invenzione dello IUAV.

Le scuole straniere che gli "studenti" conoscono poco e ceh spesso tendono a mitizzare basandosi sulle loro esperienze, brevi, fatte durante i programmi di scambio e che sembrano essere sempre meglio, che siano in Francia, o Spagna, o Germania, o Inghilterra, o Olanda. Sono davvero sempre meglio, sara' vero?

Le scuole ritenute migliori sono molto diverse dallo IUAV (o da qualsiasi altra facolta' in Italia, sia ben chiaro): 1. Hanno 20 volte meno studenti; 2. Hanno curricula molto piu' stretti e gli studenti sono molto piu' irregimentati; 3. Costano molto di piu'. Questo per essere brevi...

Scusate, ma quando sento parlare di cifre "ingenti" in riferimento alle tasse universitarie mi sembra veramente che un occhiata fuori dai nostri confini bisognerebbe darcela sul serio (e non mi si dica che in Germania la TU Berlino costa 100 marchi a semestre perche ai tedeschi costa molto di piu' attarverso prelievo fiscale ed e' onestamente un bordello), non dalla bambagia del socrates/erasmus che fa sembrare financo l'Architectural Association una passeggiata di salute.

Conoscendo personalmente studenti, questi si studenti, che si sono indebitati per migliaia di euro, e che DOPO aver studiato duramente lavorano altrettanto duramente per pagare i prestiti, trovo certi piagnistei veramente indecenti. Se e' vero che le tasse non avrebbero ragione di essere piu' alte per l'universita' offerta oggi, non se ne puo' pretendere una diversa allo stesso costo.

Lo studio, specie a livello universitario, e' una scelta che deve essere responsabile, e non fatta con leggerezza... mi sono sempre stupito di come fosse possibile che quelle 750 persone che hanno sostenuto con me l'esame di caratteri tipologici e morfologici con Cornoldi nel 1995 fossero tutte ma proprio tutte la' per profonda motiviazione...
Entrare all'universita', esserci, in italia e' troppo facile... senno' non si spiegherebbe come mai alla Cooper Union o all'AA non ci siano 3.000.000 di studenti di architettura.

Eh si, Cooper e' una universita' di elite... perche? c'e' qualcosa di male a dire che l'universita' e' per le persone motivate e di valore e non per i fannulloni? E, guarda caso, per i BRAVI Cooper costa anche meno dello IUAV... e' gratis.

Ma MERITO per i movimenti studenteschi italiani e' una parolaccia orribile (specie per i vari figli di evasori fiscali che godono delle collaborazioni studentesche e degli alloggi sottocosto).

Insomma cari "studenti" non meglio precisati, togliete dal conto i fuori corso da 10 anni in su e vediamo quanti ne rimangono nel chiostro dei Tolentini. Hanno fatto altre esperienze si dira', hanno lavorato per mantenersi (si potessero vedere le statistiche degli studenti lavoratori si capirebbe che spesso questi sono solo il paravento dietro il quale si riaprano i lavativi)... bene si assumano la responsabilita' delle loro SCELTE.

Nessuno e' obbligato ad accettare nessun ordinamento e nessuna scuola, ed e' sempre libero di sceglierne un'altra.

enricogbotta, B.Arch.
matricola N 229046

PS
Invece di protestare adesso, aveste fatto gli esami quando era il momento adesso tutto vi apparirebbe in una luce diversa...


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Commento 190 di Emilio Zola del 27/09/2002


In riferimento al commento n.189
Correggetemi se sbaglio: dal commento precedente si evince che il sig. enrico botta...non laureato. Che significa "studente congelato"? Che titolo "b. arch."? In effetti dal curriculum reperibile nel sito enricogbotta.com pare risultare che il suddetto sia in possesso della sola maturit scientifica, ottenuta, peraltro, nemmeno a pieni voti, e che i progetti indicati sono ascrivibili a tutt'altri professionisti.
Si puo' dar lezioni in tutto, ma, per favore, con le carte in regola, altrimenti non si fa che sbeffeggiare chi, invece, tutti i titoli e abilitazioni se li presi come legge e tempi comandano e pure nel marasma universitario italiano. Di non-laureati ci bastano Wright ed LC e mi sembra che avanzino.

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27/9/2002 - Sandro Lazier risponde a Emilio Zola

Caro Zola, veramente crede che, per parlare di religione, sia necessario prendere i voti? Enrico Botta, al di l delle appprossimazioni e della condivisibilit delle sue affermazioni, ha tutto il diritto di dire la sua su questioni che hanno avuto a che fare con la sua vita, senza essere picchiato sul piano personale e privato. A parer mio l'architettura ha bisogno di architetti e non di lauree, se no non se ne esce.

 

Commento 191 di Laura Masiero del 27/09/2002


Carissimi,
non sono daccordo con la posizione di enricogbotta.
Mi sembra un commento presuntuoso e un p sopra le righe.
Quello che sta succendendo allo IUAV il risultato di anni di malcontenti che sembravano assopiti dopo l'ultima occupazione da parte della "pantera", in quanto qualcosa quell'occupazione aveva ottenuto.
La verit lo IUAV sta correndo una gara con le altre facolt che si basa sull'offerta didattica, sulla nascita di nuove facolt (vedi design e arti, scienze del teatro ecc.). Per far ci sta impiegando mezzi e risorse togliendole alla "vecchia" facolt di architettura, in particolare agli studenti del vecchio ordinamento (ord.min. 1993) che da quest'anno sono stati soppiantati nei finanziamenti dalle nuove matricole, dimenticando che i "vecchi" sono quasi 9000 persone!! che pagano le tasse!!!

Sul discorso delle tasse che sostiene il sig. Botta non sono assolutamente daccordo.
Si torna al vecchio problema della meritocrazia: TUTTI hanno il diritto di studiare e di essere messi nelle condizioni di farlo...questo si chiama DIRITTO ALLO STUDIO.
Non mi sembra giusto fare di tutta l'erba un fascio, vero, di studenti lavativi ce ne sono molti, ma nulla impedisce anche a loro di studiare con i loro tempi e come preferiscono, se no l'universit si chiamerebbe scuola dell'obbligo, si farebbe l'appello ogni giorno, si chiamerebbero i genitori per i colloqui ma siccome chi frequenta l'universit maggiorenne lo gi, le tasse le paga, ha tutto il diritto di gestire la sua vita universitaria come vuole.
Allo IUAV fondi ce ne sono ma vengono spesi male e non certamente per il bene della didattica e delle strutture, e nonostante questo gli studenti che escono dallo iuav sono ancora tra i pi "bravi".
Io non sono persona da occuapazioni, ma non posso che appoggiare questi ragazzi che stanno lottando, nel bene o nel male, per rendere migliore la mia facolt.

Sul fatto che "ognuno sempre libero di scegliere un'altra facolt" e per il resto , un no comment credo che basti, mi trovo pienamente daccordo con Emilio Zola.

Tutti i commenti di Laura Masiero

 

Commento 193 di Emilio Zola del 28/09/2002


Caro Lazier,
si figuri se non sono d'accordo con Lei: non per nulla mi sono premurato di citare i casi macroscopici dei Maestri, per non dimenticare, visto che siamo in ambito veneziano, Carlo Scarpa, genio per tutta la vita tormentato perch privo di abilitazione professionale. Infastidisce solo la prosopopea, l'assolutismo del pensiero che condanna tutto e tutti e poi si espone al classico "il re nudo!"; torniamo a fare i conti anche con la realt spicciola, del lavoro quotidiano, senza scorciatorie. Finch l'ordinamento della Repubblica questo, per campare come architetti bisogna dare tutti gli esami: ma questi finiscono e l'architettura, forse, no.

Tutti i commenti di Emilio Zola

 

Commento 194 di enricogbotta del 28/09/2002


In riferimento ai commenti 190 e 191.
Caro Emilio Zola (sempre che questo sia un nome vero...),
Studente "congelato", vuol dire che ho sospeso gli studi presso lo IUAV.
B.Arch. significa Bachelor of Architecture, un titolo americano che non mi stupisco lei non conosca, a riprova del fatto che molti non sanno nulla di cio' che avviene fuori dal loro cortiletto.
Detto questo, sono d'accordo con Sandro Lazier, e credo che il suo intervento sia quantomeno fuori tema.
Cara Laura Masiero,
Fermo restando che i problemi che solleva lei sono diversi da quelli indicati nel comunicato rilasciato dopo l'occupazione, le scelte amministrative dell'universita' sono operate all'interno di un consiglio di amministrazione, dove esistono dei verbali, e dove gli studenti siedono con due rappresentati su 7. Bene, a detta del rettore Folin, questi due rappresentanti che sono Fabrizio D'Oria (esperto designato dal senato degli studenti) e Valentina Garuzzo mai hanno sollevato questione alcuna. La verifica di queste informazioni e' molto semplice e la invito
Avviare una protesta pretestuosa senza aver agito nelle sedi competenti e' segno di grandissima immaturita' ed incapacita' di gestire il proprio ruolo. Se quello che lei sostiene riguardo al dirottamento di risorse fosse vero, gli studenti dovrebbero prima protestare contro il senato studentesco e dopo, semmai, contro il rettore...
Riguardo al diritto allo studio io sono convinto il diritto di tutti di fare cio' che non sono in grado di fare lede la liberta' dell'individuo nella societa'.
Lede la liberta' di colui che dal diritto allo studio (nei termini demagogici in cui e' inteso oggi) crede invece di essere avvantaggiato. Mi spieghi lei in che modo un sistema meritocratico, dove ci siano scuole diverse per chi ha capacita' diverse (non basate su criteri di selezione economici, sociali, religiosi, razziali o sessuali), lederebbe il diritto allo studio.
Avere centinaia di migliaia di architetti disoccupati non fa bene a nessuno, tranne a chi e' nella posizione di poter sfruttare la situazione a proprio vantaggio, cioe' assumendo architetti laureati, e a volte persino iscritti ad un ordine, come disegnatori e pagarli meno di un operaio.
Questo non e' che il risultato della troppa offerta troppo poco preparata frutto del suo tanto amato diritto allo studio, indovini un po' chi ci rimette?
un saluto,
enricogbotta

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Commento 196 di capolicchiodichino del 28/09/2002


universit, istituzioni, sono sottoposte a tensioni di rinnovamento molto forti. negli ultimi anni i nuovissimi ordinamenti hanno generato una proliferazione metastatica di istituti, ciascuno dedicato a settori merceologici specifici, allo scopo di avvicinare sempre pi l'universit al mondo produttivo. abbiamo visto nascere facolt con la stessa logica con cui nascono i distretti delle PMI. contemporaneamente si sempre pi ristretto il numero degli iscritti. che ci fosse bisogno di avvicinare l'accademia al mondo produttivo era necessario lo sappiamo tutti, ma farlo cos senza criterio, estremamente dannoso per la societ intera. cosa ce ne facciamo di facolt che preparano tecnici come gli istituti per periti? il vecchio ordinamento preparava intellettuali. all'interno delle facolt si formavano i movimenti di opinione, cresceva la societ civile. questo modello scellerato, affiancato ad una societ in cui impossibile creare le coscienze critiche (non dimentichiamo che negli stati uniti, musica, associazionismo, ecc sono luoghi di ri-produzione del sapere sociale). ma in italia dove si struttura la mente sociale? GUARDANDO LA TELEVISIONE? e poi prepariamo i tecnici per un mercato in cui: le imprese NON FANNO RICERCA, lo stato NON FA RICERCA (stiamo per vendere quel carrozzone del CNR). ecco ancora una volta atenei che guardano ancora a se stessi alla loro possibilit di mettersi in mostra, attraverso le facolt usate come griffe da esporre sulla passerella mediatica, autoreferenziale, inutile adesso come prima, nell'assolutismo gattopardesco del tutto deve cambiare perch tutto deve rimanere come prima. a fine anni '80 si parlava di massa critica degli atenei, in cui la grandezza era l'unica certezza di produzione del sapere. poi si parlato di dinosauri e si cominciato a smantellare per dare vita a microscopiche facolt di architettura (ferrara, cesena, parma) piccole provinciali, in grado di aumentare sempre pi il GAP tra architettura provinciale (quella di qualit paragonabile se non inferiore alle opere dei GEOMETRI, ma pi adatta ad una clientela borghese (in via di estinzione) solo perch porta la firma di un architetto), e l'architettura dello star system che si insegna nelle grandi scuole internazionali. i 20 architetti di Deyan Sudyc saranno sempre pi soli e sempre pi male accompagnati.
questo il futuro che vogliamo? non credo, questo il futuro che ci becchiamo, stretti tra la morsa di una destra in preda al furore di dimostrare qualcosa e di una sinistra ad encefalogramma piatto. buon lavoro a tutti

Tutti i commenti di capolicchiodichino

 

Commento 197 di Angelo Errico del 28/09/2002


Sembra che l'universit non sia cambiata. Laureatomi al Politecnico di Milano circa cinque anni addietro (io ne ho 37) ho vissuto due cambiamenti di ordinamento e ho avuto fatica non poca a laurearmi, tra docenti facinorosi, assistenti przzolati, corsi che anticipavano il master di adesso, oltre a tristi vicende familiari che hanno ritardato a 15 anni la discussione della mia laurea.
Sono d'accordo; s'iscriva chi ha le motivazioni e, chi ha bravura e talento, sia sostenuto dalla societ. Se lo merita, pu far solo del bene. Ma a chi? E se uno cosiddetto straniero? non porter forse tutto il sapere acquisito in altra patria?
Ho visto riciclarsi professori in abili esperti del "tal" settore ai master che vanno per la maggiore oggi, a prezzi immorali e con materiale che a me avevano propinato con dispense per un anno per riempire e giustificare il lauto stipendio di un anno accademico (si parlava di 7 milioni di lire allora); ho visto firmare articoli sulle riviste specializzate scritte da ghost writer; ho visto professori picchiati ed alcuni denunciati perch non ti facevano passare l'esame se avevi il libro di testo suo (alla faccia delle royalities!) prestato dal compagno o preso in biblioteca.
Sono d'accordo, vada in universit chi lo merita. Anche per ch'insegna.

Angelo Errico

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Commento 198 di luca mazzo del 28/09/2002


In risposta ai vari commenti e a Enrico Botta in particolare.
Sul comunicato dello IUAV ho qualche perplessit anche io, non di meno apprezzo che sia stato fatto e divulgato. Per altro era stata offerta anche la possibilit di correggerlo a qualunque studente interessato.
Le perplessit nascono dal fatto che per essere divulgativo e comprensibile anche al di fuori dell'istituto, finisce con l'essere generico. Immagino che i problemi da trattare nello specifico verranno fuori nelle sedi appropriate e con gli organi competenti.
La protesta invece ha tutta la mia approvazione. Lo IUAV non funziona cos com' strutturato e non consente di essere modificato nella sua struttura dall'interno ... il potere studentesco anche se esercitato non riesce a contrapporvisi.
Organi quali il CdG (Consiglio di Garanzia), atti a risolvere questioni di malagestione e a proporre soluzioni alternative agli organi competenti, non si riunisce da tempo ... per di pi pochi ne conoscono la stessa esistenza!
La presenza degli studenti nei vari consigli e senati puramente formale. In Aprile, se non ricordo male, il Senato degli Studenti, pi altri volenterosi, era presente ad un consiglio di facolt per chiedere che non fossero eliminati gli appelli straordinari ... nonostante la folta e chiassosa presenza, il preside di facolt non ha tenuto affatto conto della richiesta degli studenti, per di pi avvallata da alcuni docenti (quei pochi presenti).
Il Senato degli Studenti da almeno sette anni a questa parte stato incapace di conivolgere gli studenti e renderli partecipi di ci che avviene nell'universit ... con questa protesta, legittima, il Senato finalmente scuote un po' gli animi.
I problemi maggiori nascono dal numero di studenti e dalla scarsit delle risorse fisiche, economiche ed umane. Nonch da una malagestione delle stesse.
veramente impensabile gestire laboratori di progettazione con centinaia di iscritti.
veramente difficile seguire lezioni di Scienza senza trovare posto, in un'aula sovraffollata, oltre i limiti consentiti, non solo in termini di sicurezza, ma umani.
assurdo che non si trovino docenti che insegnino materie quali Diritto Urbanistico, dovendo ricorrere al solito docente che costretto a gestire pi di seicento iscritti.
bizzarro e triste che tutt'ora si insegnino alcune materie scientifiche nella maniera in cui si insegnano allo IUAV ... non tanto per l'effettiva difficolt nel superarle, quanto per la distanza di esse dal mondo architettonico, dalla progettazione.
Questi sono solo alcuni dei problemi specifici, che derivano da un eccessivo numero di studenti e una scarsa capacit gestionale.
Poi ce ne sono altri ...
La qualit della didattica penosa, salvo rare eccezioni.
Docenti assenti, docenti in ritardo costante, docenti che non hanno nessuna motivazione all'insegnamento ... forse ci sono anche studenti della stessa stoffa, ma per lo meno loro non vengono pagati.
Il sistema universitario all'estero funziona, a seconda dei paesi, meglio o peggio in alcuni casi. C' da dire che il numero di iscritti raggiunti dallo IUAV, non se ne vedono. Per di pi, in Olanda ad esempio, le universit percepiscono fondi dallo stato in base al numero di laureati ... ossia che nel loro interesse fare in modo che gli studenti termino gli studi. Lo IUAV vive delle tasse ... tanti pi iscritti, tante pi tasse (da l anche la campagna di marketing degli ultimi anni).
A Barcellona le tasse sono leggermente inferiori, ma per lo meno si paga in base ai corsi che si seguono e le strutture, nonch l'organizzazione dei corsi sono decisamente migliori.
In Germani l'universit praticamente gratuita, i cento o duecento marchi che alcuni studenti devono pagare, servono sostanzialmente a coprire un pass annuale per i trasporti (di ogni sorta).
Quindi al di l di futili discorsi sul diritto allo studio o meritocrazie di sorta, ci sono dei problemi effettivi, tangibili e noti che vanno risolti negli interessi di tutti, studenti, docenti e personale amministrativo.
Su questi dovrebbero essere spese parole ...

Tutti i commenti di luca mazzo

 

Commento 304 di andrea scotti del 07/04/2003


Sono uno studente della facolt di architettura del politecnico di milano.
Nuovo Ordinamento. Nessuno all' atto dell' immatricolazione mi ha informato sul fatto che al politecnico avrebbero attivato, con il mio primo anno, il nuovo ordinamento. Quando ho cominciato a frequentare nemmeno i professori sapevano che ci trovavamo all' interno del nuovo ordinamento.
Dopo tre anni posso solo rilevare il fatto che qualcuno, finanziato dalle mie tasse, sta sperimentando nuovi moduli di insegnamento giocando con l' unica laurea che probabilmente potr permettermi in vita mia.
Questo corso di studi non da alcuna preparazione di tipo universitario. Stanno formando una generazione di incompetenti di cui io mi trovo mio malgrado a fare parte.
Non esiste alcun organismo di tutela.

Tutti i commenti di andrea scotti

 

Commento 437 di A.M. del 12/10/2003


Leggendo l'ultimo commento vedo che la situazione che io ho vissuto allo IUAV solo qualche anno fa identica a quella di molti atenei.
Non esistono forme di tutela REALI per gli studenti, se il docente o il corso inadeguato bisogna arrangiarsi da soli, perch rivolgersi a senati studenteschi o tutor (ma esistono?) tempo perso. Chi ha frequentato l'Uniiversit italiana in grado di riportare decine di esempi dii "malauniversit", le proteste studentesche sono di solito poca cosa perch moltissimi studenti penano a escogitare un modo per evadere al pi presto possibile (se c' l'assemblea non si va all'Universit, si rimane a casa a studiare).
Per quanto pu contare sono d'accordo con gli studenti IUAV che continuano a subire una situazione in cui esistono solo doveri, e i diritti sono a discrezione del personale docente e non docente.
Non credo per che queste piccole proteste possano portare da nessuna parte, non per le ragioni che le muovono, ma per il didinteresse che le circonda

Tutti i commenti di A.M.

 

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