ULTIMI 50 ARTICOLI
Architettura (lezioni 21-25)
di Sandro Lazier
- 13/11/2020
La cultura, quella alta, è una sola: quella umana, che ha un principio
fondamentale inviolabile: tutto ciò che può e vuole vivere deve poterlo
fare.
Il verbo 'vuole' distingue l'uomo dagli altri viventi, perché solo l'uomo ha
coscienza e conoscenza della propria condizione, e solo lui può agire
decidendo.
Ma proprio tutti devono vivere?
È possibile fare eccezioni?
Ecco, quando ci si pone questa domanda, che impone distinzione tra esseri
con gli stessi diritti, si comincia a costruire una sottocultura a cui
appendere le più fantasiose teorie che sempre, nella storia, sono approdate
infine nel razzismo (più o meno mascherato), nella prevaricazione e nella
violenza omicida. Poi guerra e catastrofi.
llestito a Roma grazie all'invito di Luigi Prestinenza Puglisi, nell'aprile 2017.
...(continua)
Architettura (lezioni 16-20)
di Sandro Lazier
- 27/10/2020
Il 'pensiero unico', in architettura, non è una novità. Appartiene alla storia del mondo dai tempi dell’antica Roma ed ha percorso tutta l'arte classica fino alla fine dell'ottocento.
Lo 'stile internazionale', come la nostra cultura profonda, ha origine nella Grecia antica e, se si escludono le pause medievali e le rivoluzioni delle avanguardie del primo novecento, è arrivato ai nostri giorni dove, pare, ancora non abbia intenzione di fermarsi.
Pressoché tutti i palazzi del potere in giro per il mondo, infatti, sono, tutto sommato, in stile neoclassico. Soprattutto quelli più autoritari.
...(continua)
Architettura (lezioni 11-15)
di Sandro Lazier
- 17/9/2020
Lezione numero 11
Siamo un paese orgoglioso della propria storia, benché in maggioranza sia storia di poveracci macellati in guerra dalla vanità di principi, re e tiranni. Siamo un paese che ha paura di perdere la propria identità (in maggioranza figli di poveracci macellati da principi, re e tiranni) che, da quando dice d’averla persa, nei popoli che l'hanno persa, non ha meravigliosamente più conosciuto una guerra cruenta.
Il nostro problema, quindi, è quello di cambiare identità, non quello di conservarla, perché la nostra identità è violenta, sporca, infetta, cinica e malata.
Il nostro problema è quello di liberarci della galera della memoria e costruire un uomo nuovo, sano, libero, senza storia, perché ognuno deve essere padrone ed autore del proprio destino, in barba ai pedigrees di tutte le razze e religioni. E questo lo si fa cominciando da dove si abita, sfidando il futuro, inseguendo il presente in tutte le sue possibilità, ripudiando il linguaggio formalizzato della tradizione e di questa accettando solo le sue meravigliose bestemmie.
...(continua)
Senza vergogna
di Sandro Lazier
- 4/8/2020
Genova, 3 agosto 2020.
Impressionante. Senza vergogna.
- «Costruire un ponte è un gesto di pace».
Vero, così come demolirlo è un gesto di guerra.
C'era il ponte caro Renzo, ed era un grande capolavoro, e tu l'hai lasciato demolire per costruire uno squallido viadotto. I ponti sono un'altra cosa e tu lo sai bene. Se tu avessi veramente pensato quello che stai dicendo ti saresti impegnato di più e non ti saresti fermato alla retorica a buon mercato con cui hai piazzato il tuo cadavere vecchio di cent’anni, farcito di retorica da quattro soldi....(continua)
Architettura (lezioni 1-10)
di Sandro Lazier
- 27/7/2020
La chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori di Francesco Borromini, iniziata nel 1642, mai finita per mancanza di fondi, aperta al pubblico nel 1655, rappresenta, secondo il mio parere, un concreto antenato della modernità nei suoi aspetti più attuali e sofisticati. Un esempio di architettura capace di contestare la più alta forma di suggestione architettonica fin dai tempi antichi: la simmetria. Questo edificio, nella sua parte pubblica esposta, con lo svuotamento della partitura centrale riesce a demolire completamente il senso della simmetria, che pretenderebbe invece un crescendo, sia fisico che formale, che dai lati dovrebbe procedere verso un centro enfatico, in questo modo celebrando l’unità dell’edificio e la sua conseguente potenza comunicativa. Invece l’edificio, che risulta spezzato e raddoppiato, pretende una lettura in movimento e continuamente attratta dal rimando al lato fratello che, in questo modo e grazie alle differenze delle aperture e dei riferimenti, perde ogni forma di gemellanza richiesta dalla rigida visione simmetrica qui sfacciatamente negata. Il portale d’ingresso è la vittima sacrificale di una centralità ridotta a comparsa.
...(continua)
Pandemia e paraculismo
di Sandro Lazier
- 6/5/2020
Una delle prime conseguenze tangibili del corona virus è riscontrabile nell'immediato incremento del carico burocratico, ovviamente sempre a spese del solito babbeo che ha deciso di lavorare in questo paese di santi (non praticanti), navigatori (web) e poeti (della gabella).
Chi non avesse idea di cosa vuol dire oggi decidere, per esempio, di aggiustare casa, sappia che la sua bizzarra idea metterà in moto una quantità di personaggi "certificatori" tale che, solo per la carta che non verrà mai letta e per l’inchiostro necessario per produrre un copia incolla di proporzioni ciclopiche, varrà un considerevole pezzo di PIL, rubato ad investimenti più produttivi, e una pari quantità di Co2 per trasportare inutilmente le truppe della burocrazia da una parte all'altra dei confini nazionali.
...(continua)
Scuola, riviste e potere
di Sandro Lazier
- 19/3/2020
Recentemente ho pubblicato, in occasione della morte di Vittorio Gregotti, un breve testo del quale ho ricevuto elogi ma anche rimproveri per la crudezza del giudizio, ritenuto inopportuno in occasione della sua morte. Ovviamente, provo per lui partecipazione e sincera compassione, così come la provo umanamente per qualsiasi mio simile che giunga alla fine dei suoi giorni, perdipiù nel bel mezzo di un’epidemia. Ancora ovviamente, non credo che sarebbe un gesto leale e onesto, nutrendo per lo stesso pochissima stima professionale, celebrarne ipocritamente la fama, il potere e la gloria. ...(continua)
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Bruno Zevi e la didattica che non c’è
di Sandro Lazier
- 1/3/2020
Credo che, oggi, a vent’anni dalla morte, Bruno Zevi sarebbe sicuramente stupito della sua attualità, ma soprattutto dell’inattualità della condizione dell’architettura di questo paese che ultimamente vede sparire capolavori dell’intelligenza per essere sostituiti con la mediocrità più comune e banale.
Inizio la riflessione, molto immodestamente, riprendendo un commento scritto di recente sul mio profilo Facebook:
«1998. Scrissi una lettera a Bruno Zevi. Allora la posta più veloce si chiamava Fax. Il prof. Zevi li adorava e io, ogni tanto, ne approfittavo per divagare un po’ tra le mie crisi esistenziali. Quella volta, preso dalla retorica filantropica della professione, feci una dichiarazione d’amore all’umanità intera. La risposta fu tassativa: ”stai lontano da questa razza dannata”.
...(continua)
Le Vele di Scampia
di Sandro Lazier
- 25/2/2020
Dove sta la particolarità delle Vele di Scampia, in particolare nel senso della loro demolizione?
Sta in buona parte nei suoi fondamentali di progetto e nella loro genesi e ispirazione ideale e ideologica.
“Il modello case popolari proposto per le Vele sulla spianata di Scampia nella sua tecnologia complessiva è collocato in un impianto urbanistico che è stato notoriamente un omaggio al movimento partigiano d'Italia contro il regime degli anni Venti e Trenta del Novecento. Non un caso infatti, le strade che permettono lo scorrere del traffico automobilistico attorno alle Vele portano con sé i nomi e i cognomi di personaggi storici che hanno contribuito alla Resistenza italiana, nonché i nomi con cui si ricordano gli eventi storici per questo movimento. E più ci si avvicina alle strutture più eloquente e significativo è il ricordo di quegli anni, di cui, la sua massima espressione è proprio il lungo, circolare Viale della Resistenza.”
...(continua)
Autarchia comacina
di Sandro Lazier
- 15/2/2020
Non voglio assolutamente entrare nell’agone della politica di trincea, ma in quella della politica come sintesi ed espressione massima della civiltà, lo voglio eccome.
Diceva Bruno Zevi: «L'architettura è il termometro e la cartina di tornasole della giustizia e della libertà radicate in un consorzio sociale».
Questa è una ragione forte, che responsabilizza enormemente chi si occupa di trasformare l’ambiente, perché ne fa una pagina su cui scrivere il proprio grado di civiltà collettivo, la propria tacca evolutiva. Gli errori urbanistici, e in questa definizione comprendo anche e soprattutto quelli architettonici - perché senza architettura non c’è urbanistica, ma senza urbanistica ci può essere architettura - sono sicuramente gli errori politici più gravi che qualunque pubblica amministrazione può incontrare. Questo non vale solo per i soldi buttati malamente o inutilmente - i soldi vanno e vengono - ma per il danno generazionale che si procura alla cittadinanza.
...(continua)
Rocca Brancaleone: serve un architetto
di Sandro Lazier
- 2/2/2020
Fresca fresca di settimana ci arriva notizia della boutade che vedete nell’immagine qui sopra.
Si tratta dei lavori di 'valorizzazione' della Rocca Brancaleone, quattrocentesca fortezza ravennate utilizzata come luogo pubblico. Un rudere importante ed imponente, che fu salvato dall’abbandono e dal decadimento quando fu acquistato, nel 1965, dal comune di Ravenna e successivamente riadattato con restauri e rimaneggiamenti, fino alla destinazione attuale ad uso di giardino e teatro all’aperto.
Ora si sarebbe deciso di coprire il grande spazio centrale dove attualmente c’è il teatro con una sorta di telarium, alla maniera dei romani, sostenuto perimetralmente da impalcature in ferro che dovrebbero ricordare le fattezze originali dell’intero edificio....(continua)
Una legge per l'architettura
di Sandro Lazier
- 2/1/2020
Questo edificio è un progetto di Stephane Malka. Si trova a Parigi, sui bordi della Senna.
Qualcuno, credo un paio di anni fa, definì questo genere di interventi urbani architettura parassita, intendendo con questo termine, non molto generoso, un’architettura che nasce e vive sopra un’altra, in modo e forma del tutto autonomi, ma utilizzandone le risorse.
Diciamo subito che la storia dell’architettura ci offre una moltitudine di esempi che corrispondono a questo tipo di descrizione: sopraelevazioni, accostamenti e rimaneggiamenti sono vicende consuete nelle nostra città storiche. In questo caso, evitando il riferimento al nome che , dovendo trattare una tipologia urbanistica probabilmente lascia molto spazio alla interpretazione, metterei l’accento sul modo e la possibilità di poter realizzare anche nel nostro paese interventi del genere.
...(continua)
Finisce anche il 2019
di Sandro Lazier
- 27/12/2019
Finisce anche il 2019, per noi italiani abbastanza povero di novità. Addirittura negativo se pensiamo che una delle più importanti, la vicenda di Genova Polcevera, sarà ricordata per quello che abbiamo perduto e non per quello che abbiamo acquistato.
Nel panorama internazionale la situazione cambia, ma senza grandi sorprese.
Il National Museum of Qatar di Jean Nouvel, una rosa del deserto nel deserto, un pleonasmo architettonico, ha preso le facili prime pagine di molte riviste, ma non credo abbia condizionato più di tanto la riflessione architettonica più attenta. Da Nouvel, star indiscussa, ci si aspetterebbe qualcosa di meno scontato della fedele riproduzione d'una curiosità geologica.
...(continua)
La palestra di Nibionno
di Sandro Lazier
- 22/12/2019
“L’adeguamento antisismico e l’efficientamento energetico” sono le nuove parole d’ordine nel mondo delle costruzioni. La qual cosa è ammirevole e auspicabile per gli enormi benefici che questa nuova sensibilità promuove, sia dal punto di vista climatico che economico. Mezzo paese sarebbe da rifare, con criteri tecnologici più attenti, procurando in tal modo lavoro per i prossimi trent’anni. Mancano le risorse, si sente dire. La verità è che, se una parte del mare di denaro impiegato per salvare il sistema finanziario fosse stato investito in un progetto generale di riqualificazione edilizia, si sarebbe creato benessere e ricchezza in modo concreto e tangibile, probabilmente evitando la disaffezione della popolazione verso le istituzioni, con la conseguente deriva morale e politica che stiamo vivendo. Un paese civile e moderno ha necessità di strutture e infrastrutture adeguate, semplicemente perché si vedono....(continua)
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Progetto Kalhesa
di Massimo Pica Ciamarra
- 21/12/2019
Quando si discetta sulle metodologie di progetto, sulle premesse e sequenze delle sue fasi, si inseguono modelli perfetti, definizioni precise, distinzioni di compiti e ruoli. Si sa, il ragionamento teorico é complesso, insegue semplificazioni, le nega, intreccia rimandi. A chi ambisce avvicinarsi alla "scienza delle progettazioni" da tempo consiglio tre volumi Edizioni Seat - si, proprio la casa editrice degli elenchi telefonici distribuiti capillarmente ogni inizio di autunno - pubblicati anni addietro in edizione troppo ristretta e pressoché sconosciuta nella collana "Comunicare l'Architettura" diretta da Bruno Zevi con Carmine Benincasa: "Venti monumenti"; "Venti complessi edilizi", "Venti spazi aperti". ...(continua)
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Siamo alla frutta
di Sandro Lazier
- 9/12/2019
Scrive Federico Giannini su Finestre sull’arte a proposito di Comedian, la banana attaccata a un muro con nastro adesivo che Maurizio Cattelan ha presentato ad Art Basel Miami Beach:
”Comedian è qualcosa di più: intanto, è un’opera che trasmette dei contenuti, anche se non ci si vuol credere e anche se si vuol far finta che non dica alcunché solo perché, in fin dei conti, stiamo parlando d’una banana appesa a un muro. Sarebbe interessante scoprire chi sia stato il primo ad affermare quell’immane bestialità secondo cui l’arte non dovrebbe aver bisogno di spiegazioni: chi può dire di entrare agli Uffizi e di capire opere come il Tondo Doni di Michelangelo, la Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto o la Venere di Urbino di Tiziano senza aver necessità di qualcuno che le illustri? Rievocando D’Annunzio, che cos’è la critica d’arte se non l’arte di godere l’arte? E Cattelan ci ha offerto nient’altro che un’opera di cui tutti possiamo letteralmente godere. Eventualmente anche senza vederla dal vivo."...(continua)
Bruno Zevi su Lara-Vinca Masini su Riccardo Morandi
di Sandro Lazier
- 8/10/2019
Vi ripropongo questo pezzo scritto da Bruno Zevi nel 1974 su Cronache di Architettura, rubrica tenuta dal 1955 sul settimanale “L'Espresso”.
Zevi vi cita un libro di Lara-Vinca Masini sulle opere di Riccardo Morandi.
Mi sembra doveroso riproporre questi tre maestri, ai quali la mia formazione e la mia esperienza professionale devono parecchio, in un momento nel quale la memoria del loro tempo migliore sembra essere infamata dalla volgarità della cronaca....(continua)
Oltraggio a Terragni
di Attilio Terragni
- 6/10/2019
Riceviamo da Attilio Terragni questa lettera nella quale si denuncia la cattiva gestione, da parte del comune di Como, del restauro dell'asilo Sant'Elia di Giuseppe Terragni.
Non possiamo ch'esser solidali con la difesa d'un patrimonio mondiale dell'architettura e della cultura del novecento, invitando tutti i lettori a prender posizione sottoscrivendo l'appello per la sospensione dei lavori e la rielaborazione d'un progetto degno del prestigio e dell'importanza dell'opera.
...(continua)
Boeri a Genova
di Sandro Lazier
- 5/10/2019
Ai tempi miei
dell'università, per essere architetti bisognava spacciarsi per
sociologi: il problema da risolvere, prima d'essere quello
architettonico, aveva da essere quello umano. Il che sicuramente dava
un certo lustro intellettuale alla figura dell'architetto, ma la
scioglieva inesorabilmente nella melassa pedante della filosofia da
salotto. Iniziava così la deriva storicista che, ignorando le
conquiste più intelligenti della ricerca architettonica dei tanti
maestri italiani del dopoguerra, i quali costruivano molto e
parlavano poco, s'infilava nella retorica dei disegnini e delle
citazioni dotte, infine finendo cadavere dentro la pedanteria dei
sepolcri rossiani.
...(continua)
Momumenti, Daverio e il cemento armato
di Sandro Lazier
- 15/8/2019
In un recente programma televisivo in cui si ricordava il ponte Morandi di Genova ad un anno dal crollo di una torre, Philippe Daverio, noto curatore di programmi televisivi sull'arte, si avventurava in una stravagante critica dell'architettura contemporanea, di cui evidentemente non dev'essere granché esperto, nella quale sosteneva che l'utilizzo rilevante del cemento armato avrebbe di fatto estromesso la medesima da una concezione monumentale (nel significato preciso del termine) dell'architettura, in quanto incapace di durata e pertanto indegna di conservazione. Come se la firmitas, la robustezza insieme alla capacità di perdurare nel tempo, fosse principio capitale anche del movimento moderno. ...(continua)
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Storia (5)
di Sandro Lazier
- 16/7/2019
C'è stato un periodo abbastanza lungo della nostra recente storia nel quale il pensiero è stato così debole d'aver perso il senso del ridicolo.
È il periodo che per gli storici va sotto il nome di Postmoderno, che dalla metà degli anni settanta del novecento, periodo in cui il filosofo francese Jean-François Lyotard concepisce e pubblica La condition postmoderne, si trascina fino oltre la fine del secolo.
L'esito finale di questo melodramma, grave ma non serio, lo stiamo vivendo nella situazione politica e morale attuali, che non provano nemmeno la vergogna della propria disumanità.
...(continua)
Attualità e simmetria in Terragni
di Sandro Lazier
- 10/6/2019
Le periferie secondo l'artista Eugenio Tibaldi
di Sandro Lazier
- 30/5/2019
Riprendo un testo che ho recentemente pubblicato su AL-BA(vaglio), un nuovo blog d'interesse locale di cui sono amministratore, dal titolo " Eugenio Tibaldi: l'artista albese più importante oggi ". Il tema che questo artista sviluppa nelle sue ricerche, quasi ventennali, riguarda da vicino il mondo dell'architettura, in particolare in un momento in cui sono in atto stravolgimenti politici e sociali che puntano il dito contro le periferie e l'abbandono lasciato alle stesse.
Questo che segue è il testo completo....(continua)
Brucia il tetto di Notre Dame a Parigi
di Sandro Lazier
- 17/4/2019
(Nell'immagine, Notre Dame nel 1840 circa, prima del restauro di Viollet-le-Duc)
Vanno a fuoco guglia e tetto della cattedrale di Notre Dame a Parigi.
Va a fuoco parte d'un monumento di grandissimo valore storico, simbolico, sentimentale, narrativo. Sul valore artistico, invece, nutro parecchie perplessità.
La parte incendiata e distrutta fa parte del progetto di restauro che Viollet-le-Duc attuò nella metà del milleottocento.
"La grande cattedrale, allora come oggi, era il simbolo di Parigi. Ma dopo le spoliazioni della Rivoluzione era diventata il terreno di battaglia di continui atti vandalici e cadeva letteralmente a pezzi. Per celare il degrado allo sguardo dei fedeli e dei cittadini si arrivò a coprire le pareti della navata con le bandiere che la Grand Armée riportò trionfante dalla battaglia di Austerlitz, orgoglio della nazione e momento più alto dell’età napoleonica. Si formò, tra le polemiche, un movimento di opinione che propose di abbattere la struttura....(continua)
Da Buckminster Fuller a Ratti
di Sandro Lazier
- 20/3/2019
Richard Buckminster Fuller, nell’esposizione universale e internazionale di Montréal del 1967 stupiva il mondo con una grande cupola geodetica in acciaio e vetro.
Per l’architettura erano anni di grande fecondità creativa e l’occasione delle fiere universali proseguiva il percorso di ricerca e sperimentazione iniziato da più d’un secolo con la prima esposizione di Londra del 1851 e la costruzione del Crystal Palace, opera dell’architetto Joseph Paxton.
Nel 1889 la sperimentazione proseguì con l’audace torre di ferro di Alexandre Gustave Eiffel a Parigi, che avrebbe dovuto essere abbattuta, nei vent’anni successivi, in seguito ad un accordo tra i costruttori e la comunità parigina intollerante verso l’ingombrante invenzione....(continua)
Siamo in alto mare
di Sandro Lazier
- 19/3/2019
Siamo in alto mare è espressione metaforica per dire che il nostro paese sta affondando. Lo dimostrano, oltre i numeri dell’economia e della finanza, anche alcuni freschi eventi architettonici: il viadotto di Renzo Piano a Genova, di dichiarata ispirazione navale, e i tre scafi capovolti sul tetto del padiglione Italia di Dubaj 2020. Due progetti sulla cui dicotomia enfasi/risultato progettuale conviene riflettere....(continua)
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A proposito di conservazione
di Sandro Lazier
- 7/2/2019
I recenti conflitti tra architetti e storici dell’arte in relazione agli interventi su beni storici rilevanti ripropone il tema della conservazione dei monumenti. Un tema che ha attraversato buona parte del secolo scorso e che sembrava ultimamente abbandonato in un conciliante compromesso nel segno dell’indeterminatezza. Senonché gli eventi, che sono indifferenti alle insofferenze degli umani, si ripresentano con le loro questioni ad ogni occasione in cui la vita li chiama in causa.
Cercare di fare chiarezza per riprendere un dialogo con la ragioni più pertinenti e attuali appare quindi necessario oltreché utile....(continua)
Sui concorsi di architettura
di Sandro Lazier
- 24/1/2019
I recenti avvenimenti che hanno visto, di fatto, invalidare un regolare concorso d’architettura ci costringono a ragionare, più che sulla giustezza, sulla efficacia dello strumento concorsuale in un paese dal forte spirito conservativo nel quale vincoli d’ogni genere e grado sostengono l’arbitrio di pochi censori.
Intanto, cominciamo col dire che i concorsi sono regolati dal codice degli appalti, di cui l’ultima modifica risale al 30 dicembre 2018. Quindi un codice attualissimo.
In questa legge, nello spirito di promuovere la qualità dei beni e dei servizi forniti alla pubblica amministrazione, viene chiaramente specificata la nozione di concorso di progettazione e di idee, al capo VI che qui trovate in estratto.
...(continua)
In architettura la perfezione non esiste
di Sandro Lazier
- 19/1/2019
La vicenda ferrarese ci dice della condizione profondamente borghese e conformista di quella che dovrebbe essere la parte migliore del paese. Parlo di quella parte che sta comodamente seduta sul proprio sedere nei posti che contano, per prestigio o popolarità, con l'appoggio di tanti sprovveduti che li guardano come tutori della ciccia culturale di questa pingue ma triste nazione. E lo sono, infatti, ma di quella cultura ingessata di cui sono diventati i fossili, incapaci di qualsiasi azione che non sia la citazione o l’incensamento, dentro l’intruglio del tradizionalismo più ordinario e scontato.
Tutto ciò che ha più di cent’anni, in questo paese di bocca buona, viene digerito grazie agli enzimi della retorica storicista più pittoresca, cominciando nelle scuole primarie dove i nomi degli eroi e dei salvatori della patria sono studiati più per legittimare le lapidi delle vie cittadine che per onestà verso le vicende che li hanno coinvolti.
...(continua)
Labics - Palazzo dei Diamanti
di Sandro Lazier
- 9/1/2019
Finisce l’anno con le urla di Vittorio Sgarbi: «…l’inverosimile, incredibile, intervento di allargamento del palazzo, in perfetto contrasto con i principi basilari di tutela del patrimonio mondiale dell’umanità dichiarati dall’Unesco. I barbari, a Ferrara, non li ferma neppure l’Unesco».
Oggetto della schizofrenia il progetto dei nuovi lavori per il Palazzo dei Diamanti di Ferrara affidato allo studio Labics di Roma dopo un regolare concorso.
Del progetto vorrei parlare dopo.
Prima intendo esporre le varie tesi che sostengono, da un lato, una petizione in atto per impedirne la realizzazione; dall’altro le risposte di chi il progetto l’ha voluto e le ragioni che lo sostengono.
...(continua)
Per un’idea universale dell’architettura
di Sandro Lazier
- 5/1/2019
In questi anni ho più volte cercato le ragioni di quello che considero il terreno di coltura della deriva reazionaria che ha portato il paese ad uno dei punti politici più bassi della sua storia.
Ho scritto più volte di quanto l’architettura reazionaria degli ultimi 30 anni abbia di fatto contribuito a negare, soprattutto nel nostro paese, ogni interferenza capace di cambiare le abitudini profondamente borghesi dell’architettura. Uso il termine borghese nella sua etimologia classica, che comprende in particolare la capacità di chi, intellettualmente, ha sempre combattuto la condizione di cui egli pare essere inesorabilmente schiavo; combattuto a parole poiché nei fatti la sua condizione abitativa e i suoi giudizi sono stati e restano profondamente conformisti. ...(continua)
Auguri A.D. 2019
di Sandro Lazier
- 27/12/2018
Anche il 2018 giunge al termine.
Un anno che marca la decade dall’inizio della crisi finanziaria ed economica che ha colpito il mondo intero, riducendolo nella condizione di crisi politica attuale.
Forse grave come quella che nel 1929 portò al disastro dei regimi fascisti e nazisti, questa crisi è stata certamente più lunga e logorante. Un logorio che, anno dopo anno, ha eroso persino i principi su cui sono nati gli stati liberali.
Gli intellettuali, anche questa volta, non hanno saputo capire il pericolo che le banali situazioni di disagio conseguenti la carenza di risorse possono produrre, lasciando scoperto il fronte più fragile ma ritenuto più scontatamente sicuro e acquisito: quello delle classi popolari; che per numero rappresentano la massa che può decidere in democrazia, sulle cui istanze si sono formate storicamente le democrazie moderne.
...(continua)
Requiem per Genova,
e forse per tutto il paese
di Sandro Lazier
- 19/12/2018
14 agosto 2018, ore 11,36.
Crolla una parte d'un caposaldo dell’ingegneria italiana, il ponte Morandi di Genova. Non è solo un ponte, ma un capolavoro d’ingegneria riconosciuto in tutto il mondo. Un raro evento architettonico, e ce ne sono pochi, che qualificano e nobilitano una parte di mondo che, senza, passerebbe inosservata. Tutti, dico tutti, passando su quel ponte hanno avuto la misura di quanto grande e alta può essere la dimensione umana.
28 agosto 2018.
Sono passati 14 giorni. Un tizio dello studio di Renzo Piano viene fotografato con un plastico sottobraccio mentre varca la porta della Regione Liguria. Il senatore architetto Piano intende donare il progetto di un nuovo ponte, definito in tutti i dettagli, maquette compresa. Probabilmente, la torre del ponte non era ancora del tutto crollata che al senatore era già arrivata l’ispirazione del nuovo progetto: un viadotto.
...(continua)
Morandi per noi
di Sandro Lazier
- 18/9/2018
Alla metà degli anni settanta, come tutti i giovani che avevano compiuto i diciott’anni (diciott’anni volevano dire patente di guida) feci visita per la prima volta al Salone dell’automobile di Torino.
Nell’importante spazio del palazzo delle esposizioni, un grande edificio razionalista progettato nel ‘38 da Ettore Sottsass senior in collaborazione con Pier Luigi Nervi, e successivamente ampliato in occasione del centenario dell’unità d’Italia, entrai nel salone sotterraneo di Riccardo Morandi. Ne fui rapito. Credo al punto che, come me molti altri giovani, se hanno in mente un futuro ancora incerto, in luoghi come questo possono trovare le risposte e le conferme di cui hanno disperata necessità.
...(continua)
In der Strafkolonie
di Ugo Rosa
- 2/8/2018
Nell’architettura di Carlo Scarpa è custodito, in vitro, il dramma dell’esporre e tutta la sua ambiguità.
Ogni opera d’arte è concepita per l’ombra, ne ha desiderio e vocazione; vuole rimanere celata, lasciarsi sfiorare solo da un raggio di luna che la riveli parzialmente e con parsimonia estrema.
Tanto più si vota al silenzio quanto più certi suoi fortuiti artefici proclamano di volere esprimere qualcosa (o, peggio ancora, “esprimersi”).
Esporla è la violenza più atroce cui la si possa sottoporre e il museo è la raffinata camera di tortura che l’uomo ha concepito per praticare in tutta comodità, e spesso a pagamento, lo stupro.
...(continua)
Centro/periferia: il grande gelo
di Vincenzo Ariu
- 2/8/2018
Abstract
La dialettica tra il centro della città (il foro, la piazza medievale) e il suo intorno è sempre stata, per le società occidentali, in continuo mutamento: intere parti di città, nel divenire storico, si sono sviluppavate per i bisogni dei cittadini facoltosi per poi repentinamente essere abbandonati dagli stessi, quando le masse popolari, alla parti di città, nelle quali gli emarginati del passato sono sostituiti dagli esclusi di oggi. Il tentativo ricerca di condizioni migliori, ne aumentavano la densità e con essa il degrado. Nel novecento, dopo i tentativi di riordino dell’urbanistica ottocentesca, la contrapposizione tra centro e periferia ha, nella nuova dimensione metropolitana, congelato di decentramento di alcune Istituzioni, come asseriva Aldo Rossi, per provocarne la rinascita, non è stato efficace....(continua)
Je te veux
(per Loos)
di Ugo Rosa
- 2/4/2018
Come scrive Kierkegaard: “…alla base della certezza del passato v’è questa incertezza che lo caratterizza nello stesso modo dell’avvenire, questa possibilità da cui il passato non potrebbe mai risultare con necessità” (Briciole di filosofia) e ogni storico (ma anche ogni critico, ammesso che si possa essere una cosa senza l’altra…) scommette, su questo, la sua stessa esistenza.
Se il passato fosse dato una volta per tutte non ci sarebbe storia né critica possibile....(continua)
Spazi incompresi e spazi incomprensibili
Letture e considerazioni sulle strategie di ri-generazione urbana in corso ad Atene
di Andrea Bulleri
- 31/3/2018
Lo sviluppo disordinato di Atene ha generato nel tempo un incredibile continnum edilizio, privo di spazi verdi e ricreativi. Nell’eccessiva densificazione urbana, la proliferazione di numerosi ambiti interstiziali – minuti e improbabili – ha ribadito una ostinata propensione alla vita all’aperto, tipica della capitale greca, mortificata dall’invadenza del traffico veicolare. La piazze, i balconi e i marciapiedi raccontano tante microstorie imperfette: isole di strade incrociate; logge strette e profonde; sentieri occupati da mercatini improvvisati. Sono tutti esempi di volenterosa incompiutezza spaziale che rivendicano un’aspirazione inespressa e irraggiungibile. L’assenza di luoghi pubblici è un limite strutturale del tessuto urbano ateniese riconducibile alla moderna espansione post-bellica, manifestata da un processo meccanico di ripetizione tipologica dell’unico modello residenziale, la polykatoikia (palazzina per appartamenti). Durante tale periodo la popolazione urbana è più che raddoppiata, raggiungendo, alla fine degli anni ’70, il tetto massimo di 4 milioni (l’attuale ordine di grandezza). L’attenzione rivolta alla mera soddisfazione della domanda residenziale ha fatto emergere fenomeni di discontinuità ed eterogeneità ambientale, marginalizzando nel tempo l’azione sulle qualità spaziali degli spazi aperti....(continua)
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Storie di un Atene Moderna:
la facciata mutilata
di Andrea Bulleri
- 30/3/2018
Il legame fra Atene e il mare ha contraddistinto la formazione e l’identità storica della capitale greca fin dalle sue origini mitologiche (tramandate nelle gesta di Teseo e di suo padre Egeo). L’intuizione politica di Temistocle fece di Atene una potenza mercantile egemone nel Mediterraneo, decretando l’abbandono dell’antico porto del Faliro per il Pireo; la creazione di una doppia centralità, polarizzata sull’Acropoli e l’Arsenale (V sec. a.C.), indirizzerà l’impianto della città antica determinandone le fortune nel periodo del suo massimo sviluppo.
La sua rinascita urbana nel XIX sec., come capitale del nuovo stato greco, riproporrà intatta la vocazione marinara: l’apertura della Leoforos Syngrou, nel 1883, ri-orienterà gli equilibri su Faliro e Glyfada. La strada, lunga 6 km, collega la città al mare attraverso un lungo rettifilo, disteso tra il tempio di Zeus Olimpio e la baia del Faliro; evidentemente il suo ideatore, il banchiere e filantropo Andreas Syngros, amava i collegamenti diretti e le scorciatoie (non a caso è ricordato per il suo significativo contributo alla realizzazione del canale di Corinto)....(continua)
Tra “faccia” e “facciata”,
lo studio Doxiadis a Atene
di Andrea Bulleri
- 27/3/2018
Alan Colquhoun, in un articolo del 2005, delinea il concetto di “facciata manifesto” – “Die Fassade als Manifest” –, nella disamina critica di un tema sensibile e controverso: il ruolo della “facciata” nel Moderno. Riferendosi a Le Corbusier, il critico cita architetture come la villa a Garches, il padiglione dell’Esprit Noveau e l’edificio per l’Esercito della salvezza a Parigi; esempi nei quali la facciata torna a rivestire un’importanza estetica e simbolica nell’espressione di un “programma”, una dichiarazione architettonica che recupera anche il potenziale rappresentativo tradizionale (contestato invece dalle coeve correnti De Stijl e Neue Sachlichkeit)....(continua)
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A Norcia l’uomo è fatto per il sabato
di Sandro Lazier
- 21/3/2018
In questi giorni a Norcia, colpita dal recente terremoto, è stata sequestrata un’architettura dello studio Boeri di Milano, finanziata con donazioni private, perché, per la Procura di Spoleto, non disponeva delle scartoffie necessarie alla sua autorizzazione. Ne è seguito tutto un dibattito nel quale gli schieramenti, a favore e contro, hanno indagato e messo sotto esame ogni dettaglio sia giuridico che urbanistico, compreso quello edile motivato da chi chiede, pare in modo dirimente, se l’edificio sia smontabile o meno....(continua)
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Gillo Dorfles (1910-2018)
di Gianni Marcarino
- 18/3/2018
Si è spento Gillo Dorfles. Se ne è andato ai primi di marzo nella sua casa di Milano.
Critico d’arte e artista era nato nel 1910 a Trieste, ancora cittadino dell’impero asburgico.
Dopo una laurea in medicina decise di occuparsi del mondo che più lo interessava , il mondo dell’arte, fondando con altri artisti il MAC, Movimento per l’Arte Concreta. Fu anche tra in fondatori, nel 1956, di ADI, Associazione per il Disegno Industriale, tuttora ente essenziale per diffondere la cultura del progetto contemporaneo. Rifiutando il ruolo di storico dell’arte, vestì con decisione i panni del critico, attraverso una acuta analisi estetica e culturale della modernità e una ricca produzione letteraria....(continua)
OcchioPinOcchio
di Ugo Rosa
- 8/1/2018
“La pubblicità sarebbe un po’ incongrua in un mondo che non fosse visibile: se si potesse rimanere non visti e lontano dagli sguardi le nostre difficoltà sarebbero differenti da quelle che sono…”Venite a vedere” è l’invito pubblico più generalizzato...il mondo visibile, una volta iniziata l’esperienza visiva, prende possesso di tutta l’esistenza.”
F. J.E. Woobridge, Saggio sulla natura...(continua)
RendeR-Vous
di Antonio Mastrogiacomo
- 5/1/2018
Trovare confinate nello spazio di un plastico le fermate della metro dell'arte di Napoli musealizza l'esperienza quotidiana cristallizzandola in scala: un palcoscenico senza attori che brilla della sua chirurgica geometria attende i visitatori del museo MAXXI, da sempre teso alla valorizzazione delle architetture. Ben altro spessore si addice a quelle rappresentazioni digitali, di per sé riproducibili, che vanno sotto il nome di render. Se dovessi azzardare la proporzione su cui si gioca il contributo che segue direi che plastico : museo = render : web. Capirete bene dunque che il pubblico di questa traduzione digitale si aspetta qualcosa da quello che vede in maniera diversa che non con il semplice plastico - dove la staticità suggerisce il movimento dell'immaginazione....(continua)
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Piccolo Manifesto per il 2018
di Sandro Lazier
- 25/12/2017
La Cultura
Negli ultimi trent’anni, uno dei maggiori aspetti che hanno influenzato pressoché tutto il mondo accademico riguarda la rivalutazione delle culture e l’esaltazione delle loro diversità, senza nessuna distinzione di merito. La filosofia ermeneutica prima, e quella post moderna seguente, hanno di fatto cancellato la possibilità di conoscere e perseguire un solo sistema di valori, legittimando il relativismo fino alla falsificazione della realtà. Questo ha prodotto la rivalutazione del localismo, del regionalismo, dei nazionalismi e di altre cose poco nobili a cui stiamo assistendo in tutto l'occidente....(continua)
Intervista a Davide Vargas,
architetto de L’altra città
di Ambra Benvenuto
- 24/12/2017
L’altra città [guida sentimentale di Napoli] (tullio pironti, 2017) è l’ultimo libro di Davide Vargas che conclude la trilogia dedicata ai “luoghi parlanti” – le tappe precedenti sono Racconti di qui (2009), Racconti di architettura (2012).
Considerato che per il letterato-architetto il tratto non esclude o sostituisce un testo, il libro è giustamente arricchito di molti disegni colorati - ora chiarificatori, ora evocativi. L’altra città configura la possibilità di leggere finalmente un testo su Napoli in cui poter trovare tracce da seguire – dalla Sanità alla Mostra d’Oltremare; da Banksy a Lamont Young - e riflessioni che non cadono mai nei cliché che quasi sempre accompagnano scritti sulle realtà campane....(continua)
Deformazione culturale
di Sandro Lazier
- 8/12/2017
Nell’anno scolastico 1967/68 frequentavo le scuole superiori di Aosta. Quali, sono un fatto mio privato: mi sono deformato culturalmente da solo e intendo mantenere incontaminato questo privilegio.
Provenivo da tre anni di collegio, passati dai Salesiani di Torino in via Medail. Tre anni scanditi da premi finali e medaglie per meriti di studio e disciplina. Il terzo anno, addirittura, fui premiato dall’ex allievo Oscar Luigi Scalfaro e, questo, per converso, avrei dovuto capire essere un segno di predestinazione d’insofferenza verso le “Istituzioni”. Dopo quel premio, infatti, mi chiesero d’arruolarmi tra i Salesiani, ma rifiutai.
...(continua)
Merchants’ National Bank
(1914)
di Ugo Rosa
- 25/11/2017
Che cos’è un predecessore?
Il trionfo dell’inesistenza.
Un tenue, lontanissimo bagliore che viene salutato e valutato, come la stella cometa, solo in funzione di ciò che annuncia.
Svolto quel compito, puramente introduttivo, non gli resta che sparire.
Per il predecessore la massima “Form follows function”, di cui Louis Sullivan, autore di quest’opera, fece il suo motto, assume il tono del sarcasmo.
La funzione infatti, cannibalizza in lui la forma e la riduce a un teschio rinsecchito.
Frank Lloyd Wright lo sapeva e coronò il proprio mito definendo Sullivan “Mein Lieber Meister”. Lo relegò in tal modo, con la perfidia di cui era maestro, nel sottoscala dei predecessori e, dopo averlo fottuto professionalmente in vita (gli sottraeva dolosamente i clienti) lo fotté definitivamente post mortem.
...(continua)
Passaggi di riconversione simbolica:
il caso di piazza Skanderbeg a Tirana
di Andrea Bulleri
- 22/11/2017
La recente inaugurazione di Piazza Skanderbeg a Tirana – riconfigurata secondo il progetto dello studio belga 51N4E – propone la rivisitazione contemporanea di un tema urbano prettamente ottocentesco: l’allestimento di una “piazza nazionale”, baricentro e fulcro spaziale di una città certamente monocentrica. L’adozione di tale modello rimanda, per associazione mentale, alla formazione dei moderni stati europei, ad una filosofia urbana ricca di riferimenti identitari –caratterizzati da una rigida fissità celebrativa – ad impianti immutabili e spesso immutati nella loro consequenziale costruzione retorica (ancor oggi mantenuti come testimonianze storiche e luoghi simbolo dell’unità nazionale)....(continua)
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MM
di Bobo Pernettaz
- 21/11/2017
Arrivo a Pistoia, splendida città baipassata dai flussi turistici, e prendo possesso della mia porzione di b&b che si affaccia sulla raccolta piazza della Sala e mi fiondo alla mostra M.M.
Con quattro salti mi inerpico sulla scalinata ma una garbata assistente mi conduce in biglietteria. Pago scontato causa età... SIGH!
Col fiatone affronto le undici sale che compongono la mostra. Rimango affascinato dall'eleganza delle forme e dai "gridi" inespressi dei cavalli che si contorcono trascinati al suolo.
Inebetito da tanta bellezza, quasi stordito, mi accorgo a visita iniziata della presenza di opere antiche, etrusche, ecctt e ospitate Manzù, ecctt....(continua)